martedì 8 settembre 2009

AMORI RIDICOLI, correva l'anno 1968

Leggermente alta, "alta come il sole", e senz'altro sdraiata sul suo divano verde-fondo-di-bottiglia consunto leggermente. Aveva appena finito di guardare "Divorzio all'italiana" e forse il bianco e nero e Mastroianni le avevano messo un pò di malinconia, come al solito. Mastroianni soprattutto, la voglia di trasformare in una pellicola all'italiana, all'americana -che poi fa lo stesso- la vita o quel che ne rimaneva lì sul divano verde bottiglia. C'est possible, oui!... Non aveva idea di dove abitasse, che colore avesse la sua casa, chissà poi se abitava in una villetta a schiera in mezzo a tante villette a schiera o in uno sputo di bilocale, chissà se divideva la sua stanza con qualcuno e se sulle pareti del suo letto erano rimasti appiccicati reperti della sua adolescenza dissolta ormai da tempo...chissà se dormiva con qualcuno quella notte o se magari stava ascoltando una canzone di Billy Holiday.
Lei amava Billy Holiday, soprattutto amava ascoltare I'm a fool to want you pensando che you fosse proprio quello sconosciuto conosciuto distrattamente dietro il bancone del bar di via A. e amava pensare che ogni volta le capitasse di ascoltare I'm a fool to want you qualcosa glielo facesse capire, che lei stava pensando a lui. Una scossa di terremoto, una foglia caduta in testa, che si rompesse un bicchiere o che gli venisse voglia di preparare una torta al cioccolato, qualsiasi cosa. L'essenziale è che quando ci si innamora si diventa simbolisti. Simbolisti.
E non era quella cosa del crescere insieme, condividere i più intimi segreti. No no, via, lei lo amava perchè non lo conosceva affatto, niente di lui era corruttibile, meglio di carne di pavone. Certo, amava, non è proprio la parola esatta, ma con Billy Holiday in sottofondo non le restava che pensare all'amore. "I can't get along without you, bisogna che glielo dica prima o poi". In fondo era proprio così, l'ignoto ancora da esplorare, minuziosamente, capillarmente, la sua America nel settembre-che-precede-ottobre 1492.
Allora si ricordò di Mastroianni e tutto il resto, chiuse gli occhi e iniziò a immaginare questa scena. Com'era tutto perfetto, la colonna sonora in particolar modo.
E' in macchina e viaggia troppo veloce, come al solito, pensa al verso di una poesia di Neruda letto indefiniti anni prima "...sentire la notte immensa, ancora più immensa senza di lei (lui, dovrei dire!)/E il verso scende sull'anima come rugiada sul prato..." "Baci Perugina" pensa, e poi ride. Parcheggia sul ciglio della strada, è finalmente arrivata a quella casa sconosciuta, sotto quella finestra altrettanto sconosciuta e si sente una Giulietta trasformata in Romeo pronta a cadere nell'oblio. E' lì ormai, è lì, e non sarebbe per niente giusto riaccendere il motore e tornare a casa, non prima di aver afferrato una manciata di leggeri sassolini e averli tirati contro la sua sconosciuta finestra e aver gridato con lingua sconosciuta: Wait! They don't love you like I love you!!!!!!

Vai a capire perchè proprio quella di frase. Ad ogni modo, speriamo che abbia almeno il doppio vetro.

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