giovedì 20 ottobre 2011

THE CLOSED CIRCLE

" C'erano nell'aria dei sentimenti che non scompariranno mai. Non importa quanti anni possano intervenire, quante amicizie, matrimoni e relazioni possano iniziare e finire nel frattempo. Era vero, pensò lei, fugacemente: lui proverà sempre lo stesso nei miei confronti; e io proverò sempre lo stesso per Benjamin; e Benjamin proverà sempre lo stesso per Cicely, sempre lo stesso. Venti anni trascorsi, e nel profondo, nulla è cambiato. Nulla cambia mai.


Non disse niente di tutto ciò. Semplicemente sorrise quando Doug le disse, 'You're looking faboulous, Claire' ".

Dunque è così. E' così che le cose non cesseranno mai di non cambiare. Le cose, i sentimenti. Ci portiamo dentro tutti i ricordi delle persone che sono state accanto a noi, ma ancora più profondamente, in maniera più subdola, ci portiamo dentro chi non siamo riusciti a mantenere al nostro fianco. Come una scintilla che non smetterà mai di bruciare, una leggera e quasi impercettibile tensione che si farà sentire alla bocca dello stomaco non appena il suo viso, oh, ti comparirà davanti, per metterla in stile telenovela.
Il tempo, le diverse relazioni sono giochi in cui ci cimentiamo per raggiungere lo scopo di vedere comparire in qualche angolo recondito della nostra mente l'importante sentenza "E' finita". Ma in questo gioco siamo in fondo tutti dei perdenti. Forse solo pochi fortunati riescono a sopravvivere. Ma comunque, dei soddisfatti perdenti oserei dire, soddisfatti giustificati virtuosi legittimi perdenti, perché sappiamo che è giusto che vada così.
Infatti non è che significhi poi molto -la scintilla, la tensione e tutta la loro famiglia dico-, anzi, in realtà non significano proprio nulla, è solo un mero dato di fatto.
Il gioco che ci tiene occupati non è altro che un sintomo della nostra rinnovata consapevolezza di diventare adulti, di accettare il fatto che le relazioni a volte sono solo un modo di far quadrare le cose e più si va avanti meno contemplano uno svolazzare di farfalle sempre nel suddetto abusato stomaco, piuttosto un serio e complicato impegno da parte nostra, tale da raggiungere lo scopo di vedere comparire in qualche angolo recondito della nostra mente l'importante sentenza: "Funziona".
Non penso di saper affermare con certezza qual è il confine esatto tra amarezza e giustizia che si nasconde in queste dichiarazioni, ma so che ciò è quello che puoi arrivare a capire, dopo averlo voluto tenere deliberatamente nascosto a te stessa, mentre cammini tra il traffico e gli alberi del parco ormai ingialliti della tua città, in una serena serata di ottobre.
La soluzione risiede solo in questo, smettere di nasconderselo.

VIC

domenica 2 ottobre 2011

Tentennamenti tra studi di parole nuove

Le piccole scimmiette che popolano il nostro mondo hanno bisogno di mille e più sforzi per farsi notare. Con quel colore inespressivo del manto che si portano addosso, vivono una vita fatta di urla poco armoniche, gesticolamenti sconnessi e sorridono a chi gli offre la prima banana. Le nostre piccole scimmiette.
Invece i leopardi, per esempio, sono diversi. Stanno seduti tutto il giorno nel loro angoletto a leccarsi le macchie scure quasi tonde. Si alzano solo ogni tanto, iniziano a muoversi, come intimiditi, ma non conoscono il timore. La loro andatura lasciva gli permette di lasciare che tutto il rumore lo facciano le scimmiette imbellettate. A loro bastano due passi.
E' questione di presenza


VIC