domenica 29 novembre 2009

OUY


Possiamo vivere anche noi come Jack e Sally se vogliamo, sai che bello. La cosa buffa è che non ho la minima idea di come vivessero Jack e Sally, perché effettivamente –sarà strano- ma non ho mai guardato A nightmare before Christmas. Sarebbe anche il momento giusto per farlo. Al momento, al diavolo Jack e Sally, mi sembrava solo carino da dire. Del resto, non vorrei che tu fossi uno scheletro e io una misera bambola di pezza. C’era la neve e mancava poco a Natale, poi...poi saranno stati innamorati immagino, questo sì, se no perché mai a uno verrebbe in mente di vivere come loro?! Love is the answer. Sotto svariate forme, ma questa frase maledetta l’ho sentita in ogni film che ho guardato ultimamente, sottesa nella morale di ogni libro che ho letto. Yes, love is the fucking answer. E me lo tatuerò sull’avambraccio sinistro per non dimenticarmelo. Ho mezz’ora per spiegare a me stessa il perché. Voglio dire, è successo questo: mi sono seduta al tavolo con varie mie scartoffie e non ho fatto niente, fissavo la parete e mi perdevo in aracnofobici pensieri. 28 minuti a giocare con i periodi ipotetici dell’irrealtà e 2 degni di nota a fantasticare sui miei sogni di gloria. Ma anche quelli sono irreali. L'immaginazione è irreale, la sua forza sta nel nome. Cosa sarebbe, cosa significherebbe? Svegliarsi nel tepore di un caldo piumone, dire Buongiorno amore mio!, poi andare a preparare il thè vestita con una larga camicia a quadri e cantare insieme le canzoni allegre e lacrimogene di Dente?! Forse anche questo, forse la parte che mi manca di più. Poi la sera parlare di quello di cui non parla nessuno, leggerti poesie, leggerti quello che scrivo e forse capiresti chi sono, almeno tu nell'universo.

Fanculo Jack e Sally. Santa Tristezza ancora nel calendario non ti hanno messa.

Dove sei diavolo di uno sconosciuto che forse in questo momento stai insegnando a qualcuno che non centra niente cosa vuol dire essere felici.

Vivo della cecità altrui, mi nutro della cecità altrui fino alla Nausea. e non mi va di far niente. niente. niente. niente.niente. potenzialmente all'infinito. il pavimento diventerà naturalmente bianco, il libro si studierà da solo. io, vorrei solo che ti portasse una cicogna in volo.

Lascio scivolare via silenziosamente questo stronzo di 2009


Sapessi che felicità mi dà l'idea di non vederti più, l'idea di non fidarmi più qualsiasi cosa mi dirai.
Sapessi che felicità mi dà l'idea di non toccarti più, l'idea di non seguirti più in tutto ciò che fai.
Ho messo le mani in tasca ed ho sputato sulla tavola, buon appetito amore mio!
Sapessi che felicità mi dà l'idea di non sapere più quando cammini dove vai, quando dormi con chi lo fai. Di tutte le lacrime che hai, quante ne piangerai?
Quantificando il male che mi fai, ho visto che non finisce mai.
Quindi ho messo le mani in tasca ed ho sputato sulla tavola, buon appetito amore mio!
Quando fai la spesa cosa comperi, di che colore hai colorato i mobili, vorrei non sapere più nemmeno dove abiti...
(tanto non lo sapevo prima, non lo so tuttora e dubito che lo saprò mai.)

Dente. Buon Appetito.

-L'amore non è bello-

sabato 28 novembre 2009

La mia presunta santità


I'm an emo kid, non-conforming as can be, you'd be non-conforming too, if you look just like me.

Penso che in fondo ho un'anima profondamente emo anch'io. Sono emotional. Dovrei farmi un ciuffo emo. Vestirmi emo. Ascoltare musica emo. Mettere video emo su youtube. Andare in piazza Duomo a urlare, con cartelli e quant'altro quando c'è Trl. Amare anche Carlo Pastore se è necessario.

Non so perchè dico questo, ah sì forse lo so. Perchè dopo aver ballato e urlato come una pazza, anzi come una baccante in preda all'ebrezza del vino durante i Baccanalia o come uno dei tanti pirletti durante la Festa Follorum (non sono sicura dell'esattezza di questo termine, ma comunque qualcosa del genere), così, in totale libertà d'espressione, mi sono seduta sulla mia deliziosa panchina a fumare una sigaretta, rimirando il paesaggio così totalmente Romantico/decadente che Eupilio offre in questa triste stagione e ho pensato che la musica è vita, che quasi non riesco a vedere nient'altro. Anche quando va tutto schifosamente male, e non c'è l'amore, e ci sono pochi soldi, e non c'è voglia di studiare e vattelapesca, la musica, quasi solo quella, sà ridarmi un pò di adrenalina, è il privilegiato luogo dove rifugiarsi quando tutto il resto sembra dissolversi in questa nebbia novembrina. Allora ho pensato che questo pensiero fosse un pensiero che avrebbe potuto elaborare un emo quattordicenne. Ecco, solo, questo, ma fondamentalmente chi se ne frega. Keep listening to Ian Curtis when he sings: DANCE, DANCE, DANCE TO THE RADIO!

domenica 22 novembre 2009

no sex no tea maybe indie rock and roll

Dio, non riuscivo a dormire (e si va bhè non che questa sia una novità...), ma comunque, non riuscivo a dormire. questa volta a causa del continuo pensare a quanto diomio questo neutrale rapporto umano più neutrale della Svizzera e degli svizzeri tutti sia una PRESA PER IL CULO allucinante, no altri termini per definirlo. Sorry, sorry, sorry. anzi, direi anche spropositata a tratti. ma che inenarrabile stanchezza. se non ci penso, non ci penso e posso anche lavorare in qualche modo per farmi mandare giù questa cosa, perchè sai qual è la tristezza dei rapporti umani svizzeri e neutrali? E' che sono tutti in qualche modo sopportabili. Sopportabili ma poco rivoluzionabili. Ma no, non si può sempre dormire e va-tutto-bene e io continuo sul sentiero che percorro ormai da anni, coi miei paraocchi di acciaio inox trapanati sugli occhi, non voglio cadere in una pozzanghera, non voglio sporcarmi e forse non andare più bene, non voglio vedere il sentiero dietro il terzo albero a destra che magari mi porterebbe al mio piccolo Eden. Ok, vaneggio. Ma vaneggio per il semplice fatto che narrare storie in qualche modo fondate non è mai stato qualcosa a cui aspiro, poi non è neanche vero che non è fondata, tuttavia mi arrogo del mio sano e motivato libero arbitrio che mi porta a scansare la libertà di dire e a eludere la realtà oggettiva dei fatti. Ma torniamo alla presa per il culo, perchè lo intendo proprio capite. A vent'anni soprattutto, a vent'anni è qualcosa di assolutamente insopportabile, e come dicono i Good Shoes abbiamo evidentemente idee differenti su sesso, politica e religione and anything. ciò non toglie il mio disappunto, ora che ci penso. Come vorrei essere sincera: io non ce la faccio più e mi piacerebbe portarti alla pazzia solo per vedere un principio di scongelamento dei ghiacci artici. Le reazioni fisiche, chimiche, il principio di Lavousier, boh. Io odio la Svizzera, cazzo. Intanto divento pazza per conto mio. Con i Good Shoes e miei sogni di gloria* presto a venire. A vent'anni. Che monotonia. Che monogamia. Che tutto.

Boys act too much
Girls act too tough
Enough is enough
Just take it or leave it
ooooooooooooohhhhhhhhhhh
Take it!

sabato 21 novembre 2009

I'll pay for you, anytime

Con trenta euro al mese faccio questo:
Salutarsi alla stazione. che luogo di nessuno.
Prendo il carro-bestiame che mi riconduce dritta dritta a Milano. chissà quando ci rivedremo ancora noi e i nostri compromessi.
Nella carrozza 07, posto 31 ascolto Moby e la sua canzone che non fa altro che ripetere "Why does my heart feel so bad? Why does my soul feel so bad?". Non lo so.
Cazzo, mi viene pure un pò da piangere, ma mi vergognerei di fronte al mio vicino di sedile, uomo di mezza età che legge Repubblica e mi dà l'idea di essere un ex-sessantottino.
Lavavetri sui miei occhi a un euro e cinquanta.
Scrivere i miei pensieri in stile conciso e sintassi paratattica sul retro di uno dei miei libri preferiti per passare il tempo in questo viaggio della speranza, per non dimenticarli quando sarà il 21 novembre dell'anno prossimo, per rendere più poetico ciò che in fondo non lo è affatto.
Domani ci sarà qualche rima in più da annotare. Come sono diventata brava a pensare scetticamente.

giovedì 19 novembre 2009

Con 900 euro al mese sarei sempre sugli eurostar e sulle frecce rosse a sfogliare riviste, per venirti incontro.

I.
A Dublino mi dici che dormi con venti persone nella stessa stanza, affamata e relativamente in allerta. io ti aspetterei alla finestra, ma dà sul cortile interno del condominio, non servirebbe a niente. E intanto il distributore di sigarette ci ha mangiato cinque euro. e non ci resta che scoppiare a ridere a dirotto. come back september. come quando ci svegliavamo in tre nel letto con le braccia informicolate, in piena pianura padana, ma col fuso orario del Giappone. Finalmente è domenica, ma un portapizza non santifica niente. e io dormivo in mezzo, era stupendo, era come avere due guardie del corpo al contrario, che sorvegliavano se ti eri massacrato abbastanza. Per ammazzare il tempo qualcuno è quasi morto, e comunque ci siamo sconvolti tutti, per ammazzare il tempo. Mi svegliavo di nascosto, paradossalmente allegro, e andavo in bagno a leggere le scritte sulle pareti. Ero un cameriere vestito bene, e quella casa adesso è un cantiere. E non ci resta che scoppiare a ridere a dirotto. e quando ci incontriamo fare finta di non vedersi e poi spararsi alle spalle. ma con l'amore necessario a fare passare la pallottola da una parte all'altra senza sfiorare nessun organo vitale. continuiamo a camminare coi nostri giubbotti antiproiettili e in tutte e due le mani quegli arnesi elettrificati che servono per scacciare i cani, per tenere a debita distanza i nuovi rapporti umani.

II.
Per combattere l'acne la tua frangetta è diventata una zona militare. con un cartello con su scritto Limite invalicabile. Ti ho promesso che abiteremo in un centro sociale affacciato sulle discariche e sul mare, ma non credo che tra tre anni avremo ancora voglia di andarci. Scaricare gli strumenti dalla macchina e fare tre rampe di scale, settanta euro per suonare. E perdere tutti i plettri che mi sono rimasti. Scavarsi delle miniere nelle tasche. Fare passeggiate su spiagge deturpate, e l'anello resterà per poco sulla spiaggia. E dopo una lungia meditazione mi dici che preferisci andare a dormire e che magari potremmo vederci un altro giorno. magari di giorno, magari mentre dormo. Quella notte che ti propinavo un film di Monicelli ma tu non ridevi. eri appena tornata frastornata da Parigi. eravamo seduti scomodi e non mi ero pettinato abbastanza per vederti. Le tue sigarette mi abbassavano pericolosamente la pressione. e tu avevi scritto qualcosa di sicuramente contorto da darmi ma poi ci hai ripensato. avrai fatto degli aerei di carta da dirottare sulla Casa Bianca, sulla Città del Vaticano o sul Cremlino.

III.
Vagare nei corridoi delle case dei nostri genitori. imparati a memoria. Davverò farò rifare l'asfalto per quando tornerai. dopo una canzone vagamente allegra me ne viene sempre fuori una lacrimogena. E mi vergognavo facendogliele sentire, tenevo lo sguardo sulle mie scarpe bruciate. Farsi sostituire a lavorare per andare a suonare. hai provato a telefonarmi stamattina ma stavo inequivocabilmente dormendo come quando succedono delle cose importanti. Tipo quando abbattono le torri gemelle o si accoltellano i tunisini sotto la nostra finestra. Ti sono passato davanti per andare a farmi derubare nel minimarket in centro, se vuoi ci rivediamo tre volte che tanto poi parti per tremila settimane per Palermo. In macchina cantavamo andando al lago. Ti facevo leggere i miei racconti, te li facevo buttare nella raccolta differenziata della carta. Quando dormo guido piano, non ti preoccupare. In macchina cantavamo. nonostante i commercianti di reni di bambini messicani, nonostante le canzoni alla radio, nonostante il confine fascista di Ventotene diretto da Marcello Guida che poi è diventato questo re di Milano negli anni della strage di piazza Fontana, nonostante me.

Vasco Brondi

C'erA una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo

Siamo in un racconto di Kundera e,già che si tratta di lui, vuol dire che è bello, come bella è la raccolta che lo contiene: Amori Ridicoli.
Stavolta non mi sento finzionale, ma molto funzionale.

Il dottor Havel disse: "Quello che abbiamo detto non erano che stupidaggini. Non sono io che rifiuto Elisabet, è lei a rifiutare me, purtroppo. E' pazza di Flajsman."
"Di me?" Disse Flajsman alzando la testa dalla bottiglia. Poi a lunghi passi andò a rimettere il cavatappi al suo posto, ritornò al tavolino e cominciò a versare il vino nei bicchieri.
"Lei sì che è bravo" disse il primario, dando man forte a Havel. "Tutti lo sanno, solo lei no. Dall'istante in cui [...]
Flajsman guardò a lungo il primario e disse: "Non ne so davvero nulla". E poi aggiunse: "E neanche mi interessa".
"Lei tortura Elisabet e la cosa non le interessa?"
"Compatisco le donne non potrei mai far loro del male coscientemente" disse Flajsman. "Ma ciò di cui posso essere causa involontaria non mi interessa, perchè esula dalla mia influenza e quindi anche dalla mia responsabilità."
Poi entrò Elisabet nella stanza. Evidentemente aveva reputato meglio dimenticare l'offesa e comportarsi come se non fosse successo nulla: si comportava perciò con straordinaria innaturalezza. Il primario le avvicinò una sedia al tavolo e le versò da bere: "Beva Elisabet e dimentichi tutti i torti!"
"S'intende" disse Elisabet gettandogli un largo sorriso e vuotò il bicchiere.
Il primario si rivolse nuovamente a Flajsman: "Se un uomo fosse responsabile solo di ciò di cui è cosciente, gli idioti sarebbero assolti in anticipo da qualsiasi colpa. E invece, caro Flajsman, l'uomo ha il dovere di sapere. L'uomo risponde della propria ignoranza. L'ignoranza è una colpa. E perciò Flajsman, nulla assolve lei dalla sua colpa, e io dichiaro che lei con le donne si comporta da villano, anche se lo nega".

Ecco.

mercoledì 18 novembre 2009

Always like this

Il 17/18 di Novembre e posso ancora permettermi di stare col pc fuori seduta sulla mia panchina senza essere sferzata da brividi di ferro. Ottima cosa il surriscaldamento globale. Nel palazzo occupato quasi interamente da portoricani qui di fronte stanno ascoltando canzoni dal ritmo intensamente latino, si sentono vari aleeee oh oh aleeeee oh oh, ma cosa me ne importa?! Per esempio, mi importa molto di più della mia insussistenza, quella sì mi sferza. Gesù. Ho perso la mia mente quando ho trovato il mio cuore, ma arrivo a pensare che era meglio tenersi la mente. E il cuore e i suoi problemi che vengano deportati in Siberia, che vengano condannati ai lavori forzati, che non possano più tornare indietro. Finchè stanno di dimora qui a Milano, la cosa non mi aiuta. Quando la prima volta avevo letto un passaggio delle Ultime lettere di Jacopo Ortis, mi era rimasto impresso, diceva "Illusione! grida il filosofo. Sì, illusioni. Ma senza di esse io non vedrei che la vita nella morte". Ma ognuno ha il suo confine da superare e ora che penso di averlo superato, non credo più con la stessa intensità così poeticamente romantica alla verità di quella frase. Ora, ora mi sento solo Morrissey che canta canzoni strappalacrime. Mi sento supperggiù qualcosa del genere. Patetico but I can't help the feeling. Not even throw it through the ceiling. Non è colpa sua se io non voglio vedere la vita che nella morte e crollo in fanstasie da individuo che ha appena assunto acidi, no non è colpa sua, me lo ripeto ancora un centinaio di volte, andrò a letto e conterò le pecore e penserò che non è colpa sua. E magari domani mattina mi sveglierò una persona nuova. Non voglio più sentirmi così. Non voglio più sentirlo così. Non voglio cazzo.
Ma perchè sto scrivendo qui?

WELL, I WONDER, DO YOU HEAR ME WHEN YOU SLEEP?
PS: Ci sono andata a vedere i Bombay Bicycle Club

martedì 17 novembre 2009

ascoltando i bombay bicycle club, sperando di riuscire ad andare a vederli stasera..mmm


PS: Ciò che si scrive spesso è finzionale.
Non sempre, ma avviene diverse volte che andare alla ricerca di chissà quali significati nascosti è superfluo, del tutto inutile, forse fin troppo confortante.
La letteratura riesce a non morire e a mantenere intatto il suo millenario fascino perchè è permeata da una delle più grandi forze che condivide con l'uomo: il mistero. Riuscire a raccontarlo in una rima ben riuscita, portarlo avanti in pagine e pagine di prosa, senza mai svelarlo del tutto. Questo è quello che i grandi autori sanno fare.
Ma a parte questa brevissima digressione, ciò che mi interessava dire prima di immegermi in ritardo nel mio caos quotidiano era solo e semplicemente: ciò che si scrive spesso è finzionale.

Everyone wants an edge to go beyond.

lunedì 16 novembre 2009

un cubo di alcantara

I rimpianti. ammucchiati da qualche parte. L'eco che lasciano. Domani, domani sarò più verde, sarò più vecchia e con un rimpianto in più. non si possono aiutare i rimpianti. non si possono mettere in un pacchetto regalo. si possono lasciare sfumare nel fumo di una sigaretta. lasciarli vagare per i palazzi qua intorno. ma poi come un boomerang tornano. respirare. respirare profondamente. esercizi da donna partoriente 1,2,3. lo stomaco in subbuglio e pensare che resta come unica soluzione uno sciamano magico. mi chiedo come dopo tutto questo ho ancora voglia di dirti questo. ti voglio bene. perchè fingere di vivere questo bene senza avvedermene, lo fanno quasi tutti, ma è strano, e per una volta desidero la normalità come nient'altro al mondo.

venerdì 13 novembre 2009

English test

We both know we could be someone better
Not with our heads like London weather


I'll meet you same place same time

da ALL'USCITA DEL TEATRO DOPO L'USCITA DI UNA NUOVA COMMEDIA

...mi dispiace che nessuno abbia notato quel personaggio onesto che pure c'era nella mia commedia. Sì, c'era un personaggio nobile e onesto, presente in tutte le scene. Questo personaggio nobile e onesto è il riso. E' nobile, perchè ha deciso di intervenire nonostante l'opinione meschina di cui gode nel mondo. E' nobile, perchè ha deciso di intervenire anche a costo di procacciare all'autoreuna fama oltraggiosa, quella di freddo egoista, tanto che ora si dubita perfino della sua sensibilità. Nessuno è intervenuto in difesa del riso. [...]
No, il riso è molto più profondo e importante di quanto non si pensi. Non quello generato da un'irritazione effimera, dalla bile, da certe disposizioni morbose del carattere, e nemmeno il riso leggero che accompagna l'ozio e il divertimento; parlo del riso che sorge dalla limpida natura dell'uomo, dove è racchusa la sua sorgente eternamente viva, e va al fondo delle cose, portando alla luce quello che altrimenti scivolerebbe via inosservato, e mostrandoci quella meschinità e vanità della vita che senza la forza del suo intuito non ci spaventerebbero come, invece, ci spaventano. Tutte quelle cose meschine e disprezzabili, che ogni giorno oltrepassiamo con indifferenza, non ci sorgerebbero davanti con quella forza tremenda, quasi caricaturale, e noi non esclameremmo con un brivido di orrore: " E' possibile che ci sia della gente così?", mentre sappiamo benissimo che c'è anche di peggio. No, hanno torto tutti coloro che dicono che il riso turba gli animi. Solo ciò che è oscuro ci turba, e il riso è luminoso. Molte cose turberebbero l'uomo, se gli si presentassero nella loro nudità; ma, rischiarate dalla forza del riso, rasserenano anzi la sua anima. Colui che vorrebbe vendicarsi per una malvagità ricevuta, quasi si riconcilia con il suo offensore, vedendo la bassezza di lui messa finalmente in ridicolo. E hanno torto anche coloro che dicono che il riso non colpisce davvero coloro contro cui si indirizza, e che i furfanti in carne e ossa sono i primi a ridere dei furfanti della scena: rideranno forse i furfanti di domani, ma quelli di oggi non ci riescono proprio! Sentono che certi personaggi sono già diventati immortali, e che alla prima bassezza hanno già pronto il soprannome. E il ridicolo lo teme anche chi non teme nient'altro al mondo. No, ridere di un riso buono e luminoso è possibile solo alle anime profondamente buone. Anche se nessuno sente la potenza di questo riso: " quel che è ridicolo, è vile", sentenzia il mondo e ritiene elevate solo le parole pronunciate con voce grave e severa. Ma Dio mio! Quanta gente c'è per cui addirittura non esiste nulla al mondo di elevato! Tutto quello che nasce dall'ispirazione per loro è una specie di favoletta, una stupidaggine; le opere di Shakespeare sono favolette, per loro, e così pure i più santi moti dell'anima. [...]
La mia anima non può stare tranquillamente a sentire chi definisce stupidaggini e favolette le più grandi opere d'arte, e autori di favole e stupidaggini i poeti più grandi e illuminati! Il mio cuore s'è stretto vedendo anche qui, nel pieno della vita, tante personemorte e insensibili; il gelo inerte dei loro sentimenti e lo sterile vuoto che hanno nell'anima mette paura; il mio cuore si è stretto vedendo quei visi inespressivi su cui non aleggiava nemmeno una traccia di quell'emozione che avrebbe sciolto in lacrime sacre un'anima capace di amore vero; la loro lingua non si seccava nel ripetere quell'eterna parola: favolette! Favolette! E invece sono passati i secoli, città e popoli interi sono scomparsi dalla faccia della terra, e come fumo si è dileguato qello che esisteva un tempo, mentre le favole sono sopravvisute e si ripetono ancora, e ancora le ascolta il saggio imperatore e il ministro prudente, il vecchio sapiente e il giovante pieno di nobile ardore.
Favolette! E intanto gemono le balconate dei teatri, e tutta la sala si fonde in un unico sentimento, in unico attimo, in un unico cuore, e tutti gli spettatori si ritrovano, come fratelli, in quell'unico moto spirituale, e lo scorsciare grato degli applausi si eleva come un inno a un poeta scomparso da cinqiecento anni. L'udiranno nella tomba le sue ossa polverose? Lo avvertirà la sua anima, provata in vita da tanto dolore? Favolette! E intanto, in mezzo alla folla commossa, c'era anche qualcuno che, affranto dal dolore e dall'intollerabile peso della vita, era già pronto a levare la mano contro di sè, e invece si è sentito riempire gli occhi di lascrime di conforto, ed è uscito riconciliato con la vita e pronto a affrontare nuovi dolori e sofferenze, pur di vivere e assaggiare di nuovo quelle lacrime. Favolette! Ma il mondo si addormenterebbe senza queste favolette, la vita sprofonderebbe e le nostre anime si coprirebbero di muffa e di fango. Favolette! [...]

Nikolaj Vasil'evic Gogol'

giovedì 12 novembre 2009

shook them loose


Ho riaperto una pagina a caso e ho cominciato a leggere. Ogni volta mi piace allo stesso modo, mi rimpiazza Dostoevskij o Kundera quando le mie masturbazioni mentali start to get unbearable. Qui leggo, non c'è un ordine e questo mi conforta. La sera poi. E' bello dedicarsi allo scompenso mentale la sera, perchè tutto ciò che fa paura e risulta normalmente insopportabile in modo quasi volgare, cessa di essere così radicale. Sarà che della fatal quiete tu sei l'immago. Let me sleep please! Let me sleep, move over, you're taking up my rest! Ma non funziona. Ci crederesti, sto scrivendo col pc appoggiato sul cesso perchè internet prende solo qui stanotte.

"Mi dici che non è uno strazio anche se i palchi sono troppo alti, sono edifici antisismici in una bufera e se ti ricordi di me perchè ti fa male la bocca. gli ombrelli sfasciati attiravano la nostra attenzione ma erano invendibili. un detergente intimo per dimenticarti di tutto. Che anche se sei diventata una donna bionica ti si arruginiscono le guance. i rosari attaccati agli specchietti retrovisori non so se funzionano. In poche parole volgari mi capita raramente di pensarti. Chi sarà di noi la memoria dei viaggi in macchina ascoltando Vinicio Capossela. sarai un monumento nelle mie viscere, darò il tuo nome a migliaia di piazze e a milioni di vie.La materia grigia nelle betoniere e misurare col sismografo il rumore di frizione dei nostri cuori che tossiscono, come per attirare l'attenzione. La melodia che hai composto andando via. non moriremo tra le braccia di questa città. Mi hai scritto una cosa stanotte che l'ho letta appena svegliato. Ogni tanto ti piace spedirmi contro i tuoi aerei strappalacrime di carta riciclata. A volte pensi che siamo come quegli animali nei documentari che non capisce mai se si stanno massacrandoo se stanno facendo l'amore."

Questa era la pagina aperta a caso e questa sono io e il mio recente bisogno di profondo sentimentalismo, dai toni fortementi 'hey-sembra-una-cazzo-di-tragedia-di-seneca', l'insatisfaction, che non riesco a spiegare in altro modo se non con la storia del bisogno di uova. L'inizio di 'Lisztomania', sì, sono io.

Let me sleep please!


lunedì 9 novembre 2009

bye bye bayou

All this whole can be misunderstanding. So better if I don't talk about it anymore. Is it alright?

Iniziare la giornata ascoltando per sbaglio Laura Pausini che canta 'Forse bastava solo respirare, solo respirare'. Sono le 7 di mattina perdio, urlarle 'Respira e rumpa mia i ball'. Cambiare stazione radio, ho dimenticato i cd a casa, queste sì sono le piccole tragedie quotidiane.
Ritrovarsi poi sulla metro con accanto la professoressa che odi di più. che cavolo abita pure vicino a me, è salita alla stessa fermata. non so se dirle con fare mieloso 'Buongiorno professoressa', ma non lo faccio. La giornata và, scorre, cammino, sono di fretta, devo andare.
Prendere un tram a caso. perchè ho voglia di scoprire nuove vie di Milano, la speranza è che prima o poi qualsiasia tram vada a finire in un posto che conosco. non è così. perdersi e fare finta di essere stranieri. chiedere al primo passante con la faccia simpatica: 'Excuse me, do you know if there is a metro station round here'. chissà perchè poi. ma il passante doesn't speak english, è di fretta anche lui. Ho il city, il leggo, l'epolis, il metro e la strana perversione che accomuna un pò di tutti di andare a leggere gli oroscopi scritti male su tutti i diversi giornali. Gemelli và alla grande, uooh, penso a tutti i gemelli che leggono e saranno contenti.
Giuro che non ci credo.

domenica 8 novembre 2009

Please put down your hands, cause I see you-uu.


If you're wondering if I want you to, I want you to, I swear it's true! Without you my heart is blue!

Mancanza di creatività ultimamente, mancanza di qualcosa da dire che non tocchi gli infimi abissi della banalità. Ultimamente. Il problema è ritrovarsi con un unico pensiero, unico per sua natura intrinseca e indicibile per pochezza di spirito. ciò mi crea una situazione di mutismo generale. Ciò mi fa pensare a quando avevo letto: e mi sembra di stare in una cazzo di canzone di Battisti. che lavoro e penso a te, torno a casa e penso a te. che la città è troppo grande per chi come noi non spera più, ma si sta cercando. poi non sono stata divertente e penso a te. IO NON DORMO E PENSO A TE. E qui si tocca l'apice di intensità emotiva per perdersi poi in un indistinto coro di voci.
Volevo essere divertente sì, ma alla fine, penso, che mi va anche bene non dormire e pensare a te. E' talmente inutile cercare di allontanare il dolore, non è masochismo fine a se stesso, solo lasciate perdere i vostri beceri tentativi di vivere in un'eterna felicità di polietilene a bolle d'aria. Non esiste. Lasciate perdere come vi fa sentire la Nostalgia, c'è Bellezza anche in quella, forse soprattutto in quella. Il medico mi prescrive di accendere l'ipod, scendere nel prato e cantare una bella canzone, girando tra asfodeli e fiori di lillà, una canzone allegra. Che la canto e penso a te. che le parole sono per te. E sono felice lo stesso.

mercoledì 4 novembre 2009

the way it goes now


Hopelessly I'll love you endlessly
Hopelessly I'll give you everything
But I won't give you up
I won't let you down
If the moment ever comes
But the moment never comes.

lunedì 2 novembre 2009

Let the virus live a life

Sono lo sconosciuto che ti conosce di più l'orma umida nelle tue albe solitarie il raro blues che ascolti a mezzanotte Non è necessario ingannarmi perché sono il complice di tutti i tuoi tradimenti il peggiore crimine è fingere il peggiore crimine è dare una forma all'amore il peggiore crimine è afferrarti a qualsiasi cosa non si possa abbandonare in cinque secondi Gli omini del mondo inferiore pensano che fare denaro significa qualcosa. Gli omini profumati, vestiti su misura, sudano come mandrilli per infiammare i loro muscoli. Gli omini adulatori, gentili e promettenti con le loro mazze da golf e i loro atti sportivi gli omini disperati portano a spasso come mascotte le loro belle ragazze e si disputano le briciole del precario poterenelle città fantasma gli omini scommettono negli ippodromi sognando di vincere qualche volta o tutte le volte Non sentii passione alcuna per gli obiettivi o le opportunità stendermi sull'erba e muovere le stelle è stato il mio sport e mettere, una a una, le ossa di una donnanel posto giusto Non credo nello sforzo né nella fortuna non ne ho bisogno mi basta un frammento di niente per ballare fino alla fine. E sapere che ascolti questo raro blues che senti come invade le tue viscere e ti fa tremare come nessun ominopuò fare. Come nessuno può, amore perché le mie mani furono inventate per inventare te.
Efraim Medina Reyes

Like Dylan in the movies


Sarebbe meglio la sindrome di Stendhal. O quella di Munchhausen per procura o quella di Cornelia de Lange (esistono davvero, mi sono documentata!). E invece no, no, no! io ho solo la sindrome degli imbecilli o al massimo la malattia di Alexander, ma solo per motivi strettamente linguistici, diciamo. Non posso neanche avere una sindrome seria. Gran bella cosa l'immaginazione e Wordsworth che la decantava... oh no, io la detesto. La odio perchè non sono degna di lei, a quanto pare. E' un infimo duello che spinge ai confini dell'idiozia. per l'appunto. e per la porta sbagliata sempre la chiave giusta. Un letto ampio, con tanti cuscini, con il recintino di ferro battuto intorno e la lampada con la luce rossa, sai che bei sogni di gloria ...e poi bastano un paio di stupide foto, pioggia fuori e dentro per volerla maledire e maledire il giorno in cui hai deciso di iniziare a giocare con lei arrivando a sfidarla. La realtà è troppo prosaica per riuscire a ritrovarci un qualche conforto alla fine della storia. maledetti anche i lieto fine. gesù, che voglia di scaraventare, che diavolo ne so.... la bottiglia di acqua vitasnella giù dalla finestra, cioè col pc non mi azzardo, è pur sempre un utile oggetto. La sindrome della sfiga non c'è ancora su wikipedia, potrei aggiungerla narrando supperggiù le mie vicende. gesù.

we're photogenic, you know, we don't stand a chance. GET ME AWAY FROM HERE I'M DYING.