venerdì 25 settembre 2009

DARLING, I'M DOWN AND LONELY

Ruzena era ancora molto agitata, il pensiero dell'incontro le dava la tremarella. Non riusciva più in alcun modo a immaginarsi Klìma. Che aspetto aveva, come sorrideva, come si comportava? Del loro unico incontro le era rimasto solo un vaghissimo ricordo. Le colleghe l'avevano riempita di domande sul conto del trombettista, volevano sapere che tipo era, cosa diceva, com'era senza niente addosso, come faceva l'amore. Ma lei non aveva saputo dir niente e aveva soltanto ripetuto che era stato come un sogno.
Non era un semplice luogo comune: l'uomo con cui aveva passato due ore a letto era sceso dai manifesti pubblicitari. La sua foto aveva acquistato per qualche minuto una realtà tridimensionale, calore e peso, per poi ridiventare un'immagine immateriale e incolore, riprodotta in migliaia di esemplari e per questo tanto più astratta e irreale.
E poichè quella volta le era così rapidamente sfuggito per ritornare al suo segno grafico, le era soltanto rimasta la sgradevole sensazione della sua Perfezione. Non riusciva a ricostruire nessun dettaglio che lo riconducesse in basso e glielo rendesse più vicino. Quando lui era lontano Ruzena era piena di un'energica combattività, ma adesso che già avvertiva la sua vicinanza, il coraggio la stava abbandonando.
"Tieni duro" disse la magra. "Io terrò le dita incrociate".

Milan Kundera
"Il valzer degli addii"

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