venerdì 23 settembre 2011

EXPANDING VOCABULARY


Ho passato gli ultimi giorni con l'ansia di passare questo maledetto, a-quanto-pare- importante, esame di inglese. E uno tra i principali mezzi con cui mi sono illusa di avere la possibilità di accrescere la mia conoscenza della britannica lingua è stato guardare in modo ossessivo e compulsivo puntate su puntate di "Sex & the City" (ignorando il fatto che il suddetto sia in sè per sè molto americano e per nulla britannico). Poco importava che fossero le tre di notte o le tre del pomeriggio, mi avreste trovata sempre lì, ormai più simile a uno spaventa-passeri che a una Samantha Jones qualsiasi, rannicchiata sul divano in una coperta zebrata e circondata ovunque da tazze con all'interno rimasugli di infuso di thè verde, a guardare quelle quattro bastarde che vivono in bellissimi appartamenti a New York e non in un bilocale in un indefinito punto di Milano. Stronze!
Comunque il risultato è che questa mattina ho fatto l'esame, ed ero assonnata, si capisce, e il risultato sarà pessimo, ovvero non lo passerò, ma ormai ero così involved with that Manhattan atmosphere, che nell' essay finale in cui ero tenuta a parlare della crescita del tasso di criminalità in questi ultimi anni (?), dalla penna mi è uscita spontanea questa frase: "So, I couldn't help but wonder: what is this world turning into?".
Bene, una nuova piccola Carrie Bradshaw dei poveri è nata e una nuova sessione d'esami molto probabilmente mi aspetta.
Spero almeno che Miss xxxxx che dovrà correggermi l'esame non sia una fan accanita delle quattro squinzie dell' Upper West Side.
VIc

martedì 20 settembre 2011

I CAN TELL YOU A STORY, A COMIC TRAGIC ACTING

Tram 16.

E' curioso come due persone -entrambi incapaci di recitare con una certa abilità la parte che si sono cuciti addosso per sè stessi nella mente- nell'incontrarsi, nell'amarsi, non si arrivino a conoscere affatto. Forse è solo un volontario e deliberato volere sfuggire dalle definizioni che esasperano la grazia di ogni cosa o concetto rendendolo volgare. Ma forse è anche proprio incapacità di recitare, sì. Lo dicevo che la vita sono i cinque atti con pausa sigaretta.
E' curioso perchè ognuno nell'intimo ha capito che l'altro ha di suo un intimo del tutto simile e compatibile al proprio, eppure sono ben sigillati ancora, dentro. Fuori solo casuali manifestazioni strampalate e a tratti borghesi, dico Sartre: guardaci, non sembriamo altro che un bislacco insieme di individui che hanno imbarazzo dei propri gesti e delle proprie parole. L'intimo che rimane addosso e quello che viene strappato via come nelle canzoni di quel vecchio porco di Bianconi. Non sarà mica un peccato.
Aspettiamo ancora di essere licenziati per il nostro scarso talento incapace di esprimere con adeguatezza e decoro le nostre emozioni più sincere, qualora questo sia mai possibile. Ma quando si tratta della vita, può darsi che immaginiate verso che tipo di regista bisognerebbe rivolgersi e, non lo so, a volte sembra un pò assenteista, io non so neanche ancora se credo perfettamente alla sua esistenza.

VIC

domenica 18 settembre 2011

Se il tempo non si può fermare, fallo almeno tu


A proposito di proverbi

ve ne propongo uno tutto nuovo, a mio parere abbastanza veritiero, e in ciò un pò triste in quanto testimone di quell'ancestrale illusione che l'essere umano possa in qualche modo controllare la direzione sulla quale viaggiano i propri sentimenti. Una frase volgarmente romantica che dice "Tutti i buchi portano al cuore". Dipende dai miei estrogeni valutare se ci creda o meno, credo.

A proposito, ma anche no, ho iniziato a guardare Sex and the city. Dopo anni di totale indifferenza verso Carrie Bradshaw, mi sono adeguata alla massa. E mi è venuto in mente perchè in fondo trovo piuttosto veritiero anche quello. Gli outfit di Carrie Bradshaw un pò meno.

mercoledì 14 settembre 2011

POSTCARDS FROM WHEREVER

Vive felice chi vive di proverbi. Ha sempre la sua nicchia di infallibilità.
Ma io, Penny, io non potevo sopportare questo suo continuo inciampare da una certezza all'altra. Ero a disagio. Così eravamo sullo scoglio quel giorno, c'eravamo solo io, Johnny e l'oceano Pacifico davanti a noi. Ho contato per ventidue volte il rumore delle onde che andavano a infrangersi sulle rocce, poi alla ventitreesima   gli ho detto: "Ma lo capisci," sì, gli ho proprio urlato così, "ma lo capisci, che all'uomo come la felicità è necessaria nella stessa identica porzione anche l'infelicità?!". Lui è stato perfettamente zitto, solo un leggero ondeggiare, questa volta nei suoi occhi, ma si è guardato bene dal farlo durare non più di dieci secondi.
Io gli voglio così bene Penny, io lo... ma non so dove sia finita la sua infelicità. Poi quello scoglio, era tutto un tumulto di ricordi e il vento era troppo forte quel giorno per mantenere la calma. 





All'uomo è necessaria anche quella, è così, è necessaria.

mercoledì 7 settembre 2011

CHE DISGRAZIE L'INGEGNO, VALE A DIRE CHE SPESSO E' MEGLIO ESSERE STUPIDI. SAPESSI CHE NOVITA'!




Che disgrazia l'ingegno è un'opera che mi sta molto a cuore. Mi sta a cuore anche la possibilità che un nome così poco conosciuto come quello di Griboedov, geniale commediografo che abbandonò troppo presto questo infausto mondo, possa essere rispolverato o semplicemente si insinui nelle giovani menti di queste nostre generazioni. Amen.

ATTO IV, scena XIV


[...]
CACKIJ (dopo un pò di silenzio) - Non riesco a tornare in me... scusatemi. Ascolto, ma non comprendo! Come se ancora mi si volesse spiegare ogni cosa... Mi si confondono i pensieri, non so che cosa aspetto (Con calore). Cieco! in chi ho cercato ricompensa a tutte le mie fatiche! Mi sono affrettato!... ho volato... tremato; ecco, pensavo, la felicità s'avvicina! Io mi domando per chi con tanto affetto e umiltà ho sprecato le mie tenere parole! Ma voi... oh, mio Dio!... chi vi siete scelto? Chi mi avete preferito? Perchè m'avete lusingato con la speranza? Perchè non mi avete detto sinceramente, che ve ne ridevate di tutto il nostro passato? Che in voi s'è spenta perfino la memoria di quei nostri sentimenti, di quei moti dei nostri cuori che nè la lontananza nè le distrazioni nè il viaggiare da un luogo all'altro, avevano rapito in me? Io respiravo quei ricordi, vivevo di loro, ne ero posseduto di continuo! .... se mi aveste detto che il mio improvviso arrivo, il mio aspetto, le mie parole, le mie azioni, tutto vi dispiaceva, avrei senz'altro interrotto ogni rapporto e prima di separarmi per sempre da voi non mi sarei dato tanta pena di sapere chi fosse l'uomo del vostro cuore... (Ironicamente). Farete con lui la pace, dopo matura riflessione... Perchè tormentarvi? Pensateci: potete sempre tenervelo, conservarlo nel cotone, mandarlo in giro a fare spese... Un marito-bambino, un marito-servitore, paggio della propria moglie: ecco l'alto ideale di tutti i mariti moscoviti! Basta!... Sono orgoglioso di avere rotto con voi. E voi, signor padre! voi che avete tanta passione per i gradi! Vi auguro di sonnecchiare, felice della vostra ignoranza. Non vi minaccio con domande di matrimonio! Ne troverete un altro di principi intemerati, umile e faccendiere; per dignità degno, insomma, del suo futuro suocero... E così mi sono liberato interamente delle mie ubbie amare: le illusioni sono svanite, e il velo è caduto dai miei occhi! Adesso non sarà gran male che io riversi la mia bile e il mio dispetto sulla figlia, sul padre, sullo stupido innamorato e su tutti! Che inganno! Dove mai mi aveva buttato il destino? Tutti mi danno addosso! Tutti mi maledicono!... Una folla di aguzzini, di traditori in amore, spietati nell'inimicizia, di chiaccheroni impenitenti, di sapientoni sconclusionati, di astuti senza intelligenza, di vecchie del malaugurio, di vegliardi rimbambiti su storielle e assurdità! Tutti ad una voce mi avete proclamato pazzo... Avete ragione: uscirà incolume dal fuoco, chi riesca a passare con voi tutto un giorno, a respirare la vostra stessa aria conservando intatta la ragione!... Via da Mosca! Non vi tornerò mai più... Scappo senza voltarmi indietro, cercherò in tutto il mondo dove sia un cantuccio pel sentimento offeso! La carrozza, la carrozza.

martedì 6 settembre 2011

A me piace cantare Fausto Leali sotto la doccia



A me non piace il crime. Io non ho un i-phone. So usare un pochino Photoshop, ma comunque non possiedo un Mac. A dirla tutta il mio pc è vecchio, lento.
Cosa ci faccio io in quest’epoca?! Mi sento inadeguata.
Poi mi lamento abbastanza di stare in Italia? E la voglia di emigrare?! No, certo che no, mi devo impegnare di più, solo che sono pigra, Gesù, così pigra. Non ci faccio niente o quasi io qui. Con le scimmie mi dovevano mandare, ecco dove! In un falansterio, ecco dove!
Ascolto la musica. Perdo troppo tempo, cosa faccio qui, adesso? Hic et nunc, horror vacui, parole a caso degli insegnanti di un liceo Volta.
Mi hanno parlato di post-modernismo diverse volte, ma io non ho ancora capito cosa cazzo vuol dire.

Sei la luce più blu al limitar del tunnel. Ti avevo bisogno bianca o, che so, arancione, un bel colore caldo e confortante, confortevole.
Parlami ogni tanto perdio.
Ma che poi il diavolo ti porti, non mi importa.

Ciò che vorrei è essere Molcalin. Molcalin e non Cackij, lo dico davvero. Neanche uno facesse apposta, lo giuro sull’onore delle schiene distrutte di tutte quelle ragazze che fanno foto alla moda; lo giuro sull’onore di tutti quei secoli passati lasciando inalterate le fondamentali lamentele. Quanto tempo e le lamentele sono sempre identiche a sé stesse, sempre la solita solfa! Come quel buon vecchio amico delle nuove generazioni che diceva Secoli di poesia e siamo sempre al punto di partenza. Anzi, peggio, si è persino parlato di scimmie.

Il crime in prima serata non lo guardo mai, non mi piace, sono anche un po’ miope.

VIC

lunedì 5 settembre 2011

TOO MUCH OF ANYTHING IS NOT GOOD FOR YOU, BABY



Diciamo che non si tratta proprio di ballare canzoni di Frank Sinatra al chiaro di luna. Che poi io mi accontenterei anche di Barry White. Barry White è perfetto, no?!
Però no. 
Si parlava piuttosto del fatto che Tolstoj a un certo punto della sua vita decide di scrivere La sonata a Kreutzer, vi confesserò che non ho neanche finito di leggerlo perchè, diciamocelo, dopo un pò diventa noioso sino al fastidio. Del resto è una lunga tirata sulle malvagità che possono subentrare in seguito al matrimonio, aggiungendo quanto il sesso sia in fin dei conti un atto riprovevole, persino disgustoso e perverso. 
Però poi ci sono i boschi. Ah - forse per poco-  ma quanti splendidi boschi ancora abbelliscono la terra! Ci infondono ancora quel senso di Bello, un umore grandioso. Ebbene, alla fine Barry White è stato zitto come una tomba, ma Tolstoj non è comunque stato molto persuasivo.


VIC

Un cuore debole

Metti insieme una serie variegata di drammi suddivisi in atti ed ecco creata un'esistenza. Si arriva sempre al quinto e alla parola Fine scritta in caratteri corsivi un pò più grandi.
Impariamo dai grandi maestri che hanno voluto esorcizzare la paura di tornare alla prosaica quotidianità facendone arte. E' uno strumento di propaganda politica, è un mezzo eversivo, è il ritratto di una società. Sì, è la paura di quella parola fine. Credetemi. Dopo il quinto atto si esce fuori a fumarsi una sigaretta e Dio solo sa quando si rientra in teatro. Adesso piove, l'estate è stata calda per un attimo, ma adesso piove, ho visto scritta la parola fine e mi rendo conto che quello che ho è un mucchio di libri intorno alla scrivania che aspettano la fine dell'intervallo. Parole scritte in bella calligrafia e un cervello che riserva uno spazio troppo grande al concetto dell'orgoglio. Ma cos'è questa cosa? La tragedia di certe commedie è solo quella di essere etichettate come commedie, di dover essere delle commedie. Ma il dramma resta sempre lo stesso. Ma comunque diceva -sapete- il mio scrittore preferito, diceva che saremo sicuramente poveri, ma felici. Questa non è un'illusione; la nostra felicità non è stampata nei libri, ma ci sarà nella realtà. Dimmi, provi anche tu la stessa sensazione? Se le circostanze ti creano un gelo nell'anima che scambi per intelligenza, non c'è altro da fare amico mio, sorridi, sorridete tutti balordi!
VIC

sabato 3 settembre 2011

TI DICO DELLE COSE TERRIBILI QUANDO TI ADDORMENTI.



IT'S A HOLLIWOOD SUMMER.
YOU'D NEVER BELIEVE THE SHITTY THOUGHTS I THINK!
MEET OUR FRIENDS OUT FOR DINNER
WHEN I SAID WHAT I SAID, I DIDN'T MEAN ANYTHING.


WE BELONG IN A MOVIE
TRY TO HOLD IT TOGETHER 'TIL OUR FRIENDS ARE GONE
WE SHOULD SWIM IN A FOUNTAIN
DO NOT WANT TO DISAPPOINT ANYONE.


I'M A CONFIDENT LIAR
HAD MY HEAD IN THE OVEN,
SO YOU'D KNOW WHERE I'LL BE
I'LL TRY TO BE MORE ROMANTIC
I WANNA BELIEVE IN EVERYTHING YOU BELIEVE

R U STILL IN2 IT?

Avere le varie cose che ti riempiono la vita suddivise nel cervello per rigide categorie non fa bene. I confini delle definizioni non possono esistere. Pensare per schemi pre-costituiti non va bene, si capisce, duole a chi ti sta intorno e deve ascoltarti ragionare così. Gesù! Non so come accade che ci siano delle persone libere e indipendenti e altre che hanno mancato qualche passaggio e sono intrappolate lì in quelle celle metafisiche. Modus vivendi o modus geneticae? Via, andiamo a lavare con il sapone i panni nell'Arno e la bocca con il Listerine Total Care. Sull'Arno, lì dove Gabriele navigava, era possibile che le rive si unissero e le contraddizioni convivessero. Sulle pràtora di San Rossore.




LIVE IN A CITY, BE FREE, BE RICH, BE SEXY. CON LE AMICHE A BRINDARE A NOTTI FELICI PIENE DI DRUM'N'BASS E FENICI.