lunedì 21 settembre 2009

First comes first. All of a sudden, sensations. La città.

E la vita che improvviasamente diventa telefilm, ma il telefilm non diventa vita, se sai per cosa stanno i due paragoni...
Ho girato per mezza Milano a piedi, questo pomeriggio. Camminavo, col solito passo veloce -ormai mi sto adattando-. La velocità. Sottrarsi alla continuità del tempo, arrivare a non sapere più niente dei tuoi problemi e di conseguenza riuscire a non averne paura. Non pensavo ad altro se non al camminare, andare avanti, ancora, per andare dove? Non lo so. Ma l'importante è che, camminando,capisco quanto sia fondamentale mettermi in pace con l'idea che non ci sei, fare il Metterlinch della situazione con questo odioso pensiero, oh sì me lo urlava nell'orecchio anche Alberto con tutta la sua rabbia. Non stiamo percorrendo insieme mano nella mano via Meravigli. E sbucando in via Dante, in mezzo a tutta quella gente agghindata come se fosse pronta a esporsi in vetrina, non stiamo discutendo su quanto sia discutibile a volte la pretesa intellighenzia rockettara milanese. Ci divertivamo, ma ora non stiamo facendo niente di tutto questo. Io sto camminando, veloce, ammiro l'architettura " di ampio respiro" che beneamati maestri del mattone ci hanno restituito con la musica a tutto volume nelle orecchie, e tu ,non so dove sei o cosa stia facendo. Diavolo sì, dovrei pensarci di meno, come sono ripetitiva, sempre lì sull'orlo dell'inadeguatezza che mi hai lasciato in dono. Bel regalo, che lo volessi o meno non riesco a discolpartene totalmente. 'Siete lontani ormai mille miglia l'uno dall'altra, fattene una ragione perdio, certo..' Ma no! Sinceramente non mi va bene così, non è 'chi se frega', non va per niente così, ma dirlo cambierà le cose? Non a te chiaro. Creo intarsiate storie di non sullo sfondo di palazzi grigi, cieli malati e vermi roboanti, it's all the same to you.

Nessun commento:

Posta un commento