venerdì 26 febbraio 2010

Do I need this?


Eff: We're coming to your trial thing tomorrow
Cook: We?!
Eff: Yeah, we. Freddie is worried sick.
Cook: I bet he is. Probably scared I'm going off and steal his woman again.
Eff: I love him, Cook. That's what I came to say.
Cook: How is LOVE?
Eff: It's a bit of a headfuck, to be honest. Not simple. I know you'd understand that.
I'm giving it a go. That's what I've always loved about you Cook. You're brave
Io le avrei spaccato la faccia. Love you Cook!
Comunque 4x03: puntata fantastica.

I told you to be kinder in my thoughts.



Sid: "What would you do if everything was just so fucked up that you didn't know what to do?"
Cassie: " I'd stop eating until they took me to the hospital".

BULIMIA DI PAROLE


Nota a me stessa.

La vita qui circondati da troposfera nella quale vagano miliardi e miliardi di intossicati atomi di ossigeno e anidride carbonica, la cupola del cielo di Milano fatta di strani colori e di strani odori. L'esistenza degli esistenzialisti e noi che ci passavamo le giornate intere con Sartre e Jaspers sui quei tavoli di legno dove erano intagliate mille storie. Che incredibile schifo dev'essere l'esistenza degli esistenzialisti. già, questa meravigliosa parola. per qualche strana ragione...strana, non so se strana è il giusto termine, massì diciamo strana...per qualche strana ragione iniziamo ad ingoiare di tutto, un motivo per raggiungere un effimero piacere. perchè è questo che cerchiamo, sempre e solo questo. ma, come ho già detto in passato, siamo esseri progettati in modo poi così non perfetto, chi più chi meno. ed arriva il momento di sputare fuori quel tutto. metafore non metafore. lo stomaco non funziona tanto bene. c'è sempre qualcosa che smaschera i nostri veri bisogni: una risata, una frase letta, una canzone ascoltata, una tazza di thè, che diavolo ne so, può essere davvero di tutto. e se accade poi è inutile fingere di stare in una certa disposizione d'animo se si è nell'opposta, si capisce. dunque, la vita si rivela per quello che è fondamentalmente: uno schifo. Sì, sì sono pessimista fin nel midollo. ma che importa! cambierò, forse, quando mi sarà dato un buon motivo per cambiare. adesso sono pessimista. un pò come uno è interista o milanista o estremista. per qualche inevitabile ragione, ecco, inevitabile è forse meglio di strana. Gesù mio, Woody nei suoi film era tanto fissato con la psicanalisi. diceva di essere in psicanalisi da 15 anni o giù di lì e non era cambiato tanto. anche io sono fissata con la psicanalisi: la trovo sorprendentemente interessante ed inutile e, per quel che mi riguarda, solo le cose più nobili possono riassumere in sè stesse due poli così distanti e opposti. quindi sì la ammiro, questa cosa dell'iceberg e tutte le nostre potenzialità potenzialmente nascoste. che diavolo. non ho letto l'opera omnia di Freud e neanche quella di qualsiasi altro strizzacervelli se è per questo, ma Freud è senza dubbio geniale e poliedrico e pieno di risorse. ti ciucciava i soldi per andare ad esplorare alle basi di sto cazzo di iceberg, che poi, voglio dire, le persone che stanno in superficie sembrano tanto più contente di quelle che vogliono andare in profondità. è scontato ormai questo, avete presente?! Luce vs buio, luce vs buio. La psicanalisi. quante cose favolose ha tirato fuori. e del tutto inutili. grazie alla psicanalisi si pensa che 'A Silvia', la celeberrima canzone leopardiana, sia tutta costruita su certe libidines evocative, come per esempio che 'salivi' sia l'anagramma di Silvia...e va da sè che uno può sopravvivere benissimo anche senza. ma sì, io rimango convinta che senza la psicanalisi certe cose non me le spiego, è il mio 'oppio del popolo', i democristiani, i cristiani in generale certo, hanno Dio e io ho la mia psicanalisi. Che sia benedetta.
IL PEGGIORE PECCATO E' AFFERRARTI A QUALSIASI COSA NON SI POSSA ABBANDONARE IN CINQUE SECONDI.

She's just an invitation to the blues


Mi spezzi il cuore.
Riesci vagamente a comprenderlo?!
E in virtù di ciò voglio dei tranquillanti, dei sedativi, voglio cambiare paese, voglio migliaia e migliaia di chilometri di distanza fisica e mentale. voglio che mi capisci. voglio che mi capisci. voglio che mi capisci. voglio un libretto delle istruzioni, una guida intergalattica fatta a mia misura, del glucosio in offerta speciale, la tequila, la vodka e il bourbon, le luci spente, il cellulare scarico, il canale idratante secco, l'estintore e le finestre chiuse. voglio le preghiere a un dio incompetente.

L'uomo è generoso della parola IMBECILLE


Listen and repeat.
Pay attention. Cause you have not been paying attention.

Ma non è questa la sorte, e ben altro è il destino dello scrittore che osa evocare alla luce tutto quelo che abbiam sempre sotto gli occhi, e che gli occhi indifferenti non percepiscono: TUTTO IL TREMENDO, IRRITANTE SEDIMENTO DELLE PICCOLE COSE CHE IMPASTOIANO LA NOSTRA VITA, tutta la profondità dei gelidi, frammentari, banali caratteri di cui ribolle, amaro a tratti tedioso, il nostro viaggio terreno; e colla salda forza dell'implacabile cesello osa prospettarli ben in rilievo e in limpida luce agli occhi del mondo! [...] giacchè non riconosce, il giudizio contemporaneo, che sono allo stesso titolo mirabili le lenti che contemplano i soli, e quelli che rendono i movimenti degli invisibili microorganismi; non riconosce, il giudizio contemporaneo, che grande profondità di spirito occorre a illuminare una scena tolta dalla vita vile, ed elevarla a perla della creazione; non riconosce. il giudizio contemporaneo, che l'alto ispirato riso è degno di stare a paro coll'alto impeto lirico, e che un abisso lo divide dalle smorfie del pagliaccio da fiera! Non riconosce questo, il giudizio contemporaneo, e tutto inscrive a carico e a rampogna del misconosciuto scrittore: senza consensi, senza echi, senza simpatie, egli, come il viaggiatore senza famiglia, si ritrova solo lungo la strada. Aspro è il corso della sua vita, e amaramente egli sente la sua solitudine.

N. V. Gogol
Anime Morte
(I, 7)

lunedì 22 febbraio 2010

How to fill up a day. My average day.


No, the evenings were OK; it was the days that tested his patince and ingenuity...
His way of coping with the days was to think of activities as units of time, each unit consisting of about thirty minutes. Whole hours, he found, were more intimidating, and most things one could do in a day took half an hour. Reading the paper, having a bath, tidying the flat, watching Home and away and Countdown, doing a quick crossword on the toilet, eating brakfast and lunch, going to the local shops...That was nine units of a twenty-unit day (the evenings didn't count) filled by just the basic necessities. In fact, he had reached a stage where he wondered how his friends could juggle life and a job. Life took so much time, so how could one work and, say, take a bath on the same day? He suspected that one or two people he knew were making some pretty unsavoury short cuts.
from About a boy
Nick Hornby
PS: SMOKING IS BAD FOR YOUR HEALTH

Strano sangue


Avrei tante cose da fare, una lista infinita. Ma non ho assolutamente voglia, non so da dove inziare. E poi c'è Facebook, sì, soprattutto questo. E poi sto anche ascoltando quest'album, che suppongo sia piuttosto recente: Odd Blood degli Yeasayer. Musica vagamente elettronica che ricorda in diversi punti Kid A dei Radiohead, capolavoro. Questo un pò meno, sarà che fin dalla prima traccia 'The children', mi sono spaventata un pochino per quest'atmosfera lugubre e quindi basta, mi sono presa male, però andrò avanti ad ascoltarlo fino all'ultima, sono a 'Love me girl' e devo arrivare fino a 'Grizelda'. Ma fondamentalmente chi-se-ne-frega, penserete, e avete perfettamente ragione!

DOMANI SARO' PIU' VERDE. Questo verso l'ho sentito per la prima volta lo scorso anno, sarà stato metà aprile circa, ed ero senza dubbio nell'aula 211 di Festa del Perdono, luogo che ogni anno partorisce nuove geniali, folli o forse no menti coronate. Prima o poi spero di venire partorita anche io, nonostante i miei ritmi lumacheschi dell'ultimo periodo, ma va bhè DOMANI SARO' PIU' VERDE. E' Marinetti che lo scrisse, quello stesso Marinetti vagamente fascista, che un giorno in sella alla sua bicicletta venne fatto cadere in un fosso da una delle nuovissime macchine in circolazione del secolo ai suoi germogli e in quel momento capì che doveva inaugurare qualcosa di nuovo, qualcosa che celebrasse la modernità, la velocità nel suo divenire. Così, in un fosso, sporco di fango.
Non ricordo neanche più il titolo della poesia a cui questo verso appartiene, ricordo solo che eravamo già nel momento del verso libero e c'erano tutte queste frasi che in modo del tutto illogico e a-razionale pretendevano di raccontare le fasi della guerra dell'Italia in Africa, cose del tipo che leggendole ti veniva da dire WHAT THE FUCK?!
Ma anche in questa intricata matassa, chiaramente, ci stava un filo da seguire, un' idea precisa sottesa, così come questo DOMANI SARO' PIU' VERDE. Ideologie a parte, non mi è mai interessata più di tanto la poetica dei futuristi, forse sono le innovazioni tecniche che più di tutto mi hanno colpito. Però dire modernità significa dire 1900, e in quell'anno, in quel preciso anno, uscì 'L'interpretazione dei sogni' e quest'opera cambiò tante cose. Freud in generale fece cambiare diverse cose, punti di vista, gnoseologie, finestre da cui guardare il mondo e se stessi. E mi viene da pensare, detto ciò, che se tanto mi rimase impressa questa alla fine così insignificante e banale frase DOMANI SARO' PIU' VERDE, ci dev'essere pure un qualche motivo.

Avrei tante cose da fare, una lista infinita, ma non ho assolutamente voglia.

Obs WL
Monique

venerdì 19 febbraio 2010

Sanremo fa cagare


You're supposed to be my friend
We're supposed to get along
Hey, you're supposed to be my friend
That's right! Right?
It's hard to get you on the phone
You're never home!
You're never at my place neither
Well, that makes two of us!

TI DO LE STESSE POSSIBILITA' DI NEVE AL CENTRO DELL'INFERNO, TI VA?

domenica 14 febbraio 2010

You know, falling in illusion

Sì, sono neri quei giorni che passano senza di te. Ma no, non lo so se sono convinta che in fondo sia meglio così. Non sono convinta proprio di niente. Tanto meno di come possa andare a finire questa storia che non è delineata da nessun confine, in fondo. Sì in fondo ci sono io e tu no, questo dovrebbe farmi riflettere... Ci sono io e questo mio dannato cuore che batte come in fondo non aveva mai battuto prima. Ci sono io che chissà perchè mi ostino a volere assomigliare alla protagonista di qualche telefilm low-budget americano dove accadono tutte quelle cose quasi orrorifiche come baci sotto la pioggia, sotto la neve, sotto la banchina della stazione, sotto la benedizione di nostro signore gesù cristo, sotto il buco dell'ozono che fa venire i cancri alla pelle. solo che tu non sei stato ingaggiato, non ti piace fare il commediante che recita una parte e, mi dicono, le cose unilaterali in fondo non funzionano proprio per un cazzo. Però io ci sono, mi viene da dire: purtroppo. Brucia ancora. Vogliamo parlare di chi mi consola ed esorta alla rinuncia? Vogliamo parlare di questo clichè dei sorrisi riverenti che mi lanciano addosso come molotov e di quelli che faccio io per risultare convinta che in fondo nel creato soggiace un piano, un maledetto piano che prima o poi mi condurrà da qualche parte anche se in fondo adesso, permettetemi di dirlo, fa veramente tutto schifo?! Permettetemi lor signori di dire: Brucia ancora. Coloro che mi consolano ed esortano alla rinuncia risultano solo delle insopportabili marionette mosse da una così scontata meccanicità che non posso pensare neanche per un secondo di prenderle sul serio, eppure ogni tanto mi viene spontaneo farglielo credere. Ma in fondo è giusto anche che facciano il loro sporco lavoro, perchè senza meccanicità il nostro pazzo mondo di tasse non sarebbe in grado di proseguire neanche per una manciata di secondi, forse. In fondo, se mettiamo 'in fondo' alla fine di ogni nostra affermazione possiamo arrivare a giustificare ogni cosa. Io, ecco, avrei una lunga lista di cose a cui trovare una ragionata giustificazione: che io romperei la schiena di un cammello per te, che a te non te ne potrebbe importare di meno, che in Baudelaire cerco ancora i segni che uniscono il creato, che perchè diavolo hanno inventato le bombolette spray coi CFC e ora compromettono l'opera di perfetta aromonia atmosferica del creatore....
Sono cattiva. Faccio cattivi pensieri.
Obviously with love
Monique

sabato 13 febbraio 2010

.L'amore non è bello.


Siete mai stati innamorati? Orribile vero?! Ti rende così vulnerabile. Ti perfora il petto, ti perfora il cuore in modo da permettere a qualcuno di entrarci, entrarci e scombinare tutto. Allora cerchi in qualche modo di costruire delle difese, un intero bastione coi controcazzi, torri di controllo, merli e tutto quanto. In modo che nessuno possa farti del male. Poi una stupida persona. Non troppo diversa da tutte le altre stupide persone di questo pianeta, questa, inizia a vagare errabonda nella tua stupida vita, in ogni tuo stupido pensiero...le dai senza volerlo un pezzo di te. Anche se quella persona non te l'ha chiesto. E un giorno prima o poi farà qualcosa di altrettanto stupido, come baciarti, o sorriderti o dirti che ti vuole bene e allora la tua vita non sarà più tua definitivamente. L'amore richiede degli ostaggi. E poi crea ragnatele dentro di te. Ti divora gli spiriti vitali e poi ti lascia a piangere nel buio. Una frase così semplice come 'In fondo potremmo rimanere solo amici' si trasforma in una lancia di diamante appuntito che mira proprio là dove batte. E fa male cazzo. Non solo nell'immaginazione. Non solo nella mente. Fa male. A real gets-inside-you-and-rips-you-apart pain. Niente sarebbe capace di fare qualcos'altro di simile. Io odio l'amore.
Neil Gaiman from The Sandman
(libera traduzione)
E comunque sia tu nei sensi, nell'immagine
Puoi convincermi
Che tutto sia così semplice
E inutile.

martedì 9 febbraio 2010

Nothing nice to say. Lost for words.


La foto, se vogliamo, si collega -umoristicamente- alla prima frase dell'incipit del romanzo.


Dell' UMORISMO è stato detto che sia una sorta di "malinconia di un animo superiore", in grado di farci rallegrare anche di qualcosa che in realtà genera tristezza', ovvero è stato sottolineato come alla base vi sia una contraddizione tra i nostri ideali e la realtà, una sorta di disaccordo tra i nostri sogni e quello che invece abbiamo effettivamente davanti e come tutto ciò faccia nascere perplessità nell'individuo, il quale si trova ad essere in bilico tra riso e pianto, una perplessità che peraltro può anche risolversi in un atteggiamento scettico nei confronti dell'esistenza.
Ma come nasce per esempio l'umorismo in un'opera letteraria? Perchè un'opera può essere definita senz'altro umorisitica? Questo avviene quando la riflessione, che porta l'autore a coordinare le diverse parti del suo lavoro, non agisce più in maniera involontaria e nascosta nella coscienza dello stesso, ma assume un ruolo attivo, ben visibile, ponendosi addirittura a giudice delle immagini stesse che si vanno creando. Essa ha il compito fondamentale di spingere ad andare oltre l'impressione superficiale, privare della passione, farci capire insomma che le cose non sono come in realtà dovrebbero essere. E' ciò che viene chiamato il sentimento del contrario ed è ciò che principalmente distingue un'opera generalmente comica da una più specificamente umorisitica nella quale la risata tende ad attenuarsi quasi fino a spegnersi poichè il distacco emotivo necessario a un tipo di riso schietto e facile và sempre più configurandosi come senso di commiserazione e amarezza nei confronti del soggetto deriso.
Nelle opere umoristiche pertanto è facile riscontrare questo sdoppiamento del processo creativo che consiste in un dialogo ostile tra la voce propria del sentimento e quella della riflessione, inevitabilmente in contrasto tra di loro, generando uno stile disarmonico, frammentario e interrotto.
Sintomatico esempio è il romanzo dell'inglese Laurence Sterne risalente alla seconda metà del XVIII secolo 'Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo'.
Ecco l'incipit:

"Avrei voluto che mio padre e mia madre, o in verità entrambi, poiché entrambi erano tenuti a farlo, pensassero a quello che facevano quando mi hanno concepito; se avessero debitamente considerato quanto alta fosse la posta in gioco;—che non solo ne sarebbe derivata la procreazione di un Essere razionale, ma che molto probabilmente la felice conformazione e costituzione fisica del suo corpo, forse il suo ingegno e la struttura stessa della sua mente;—e per quanto potevano saperne, perfino la fortuna di tutta la sua famiglia avrebbero potuto essere condizionati dagli umori e dalle inclinazioni prevalenti in quel momento:——Se avessero debitamente soppesato e riflettuto a tutto ciò, e agito di conseguenza,——sono profondamente convinto che il posto da me occupato nel mondo sarebbe stato molto diverso, da quello in cui è probabile che il lettore mi veda.—Credetemi, miei buoni amici, non si tratta di un fatto trascurabile come molti di voi potrebbero ritenerlo;—tutti avete, oso dire, sentito parlare degli spiriti vitali, di come vengano trasmessi dal padre al figlio e così via,—e di parecchio altro al riguardo:—ebbene, potete credermi quando vi dico, che nove decimi della saggezza o della stoltezza di un uomo, dei suoi successi o fallimenti in questo mondo dipendono dai loro moti e attività, e dai diversi indirizzi e direzioni verso cui li avviate; così che una volta messi in movimento, bene o male che sia, non si tratta di una faccenda da quattro soldi,--partono schiamazzando per la tangente; e a forza di ripetere gli stessi passi, finiscono col tracciare una vera e propria strada, dritta e comoda come il viale di un giardino, dalla quale, una volta che vi si siano avvezzi, lo stesso Diavolo non riuscirebbe ad allontanarli.Scusate, mio caro, disse mia madre, non avete dimenticato di ricaricare l'orologio?——Buon D—! esclamò mio padre, lasciandosi sfuggire un'imprecazione, ma avendo l'accortezza al tempo stesso di non alzare troppo la voce——. Quando mai una donna, dalla creazione del mondo ai giorni nostri, ha interrotto qualcuno con una domanda così sciocca? E che cosa stava dicendo vostro padre?——Niente, naturalmente".

lunedì 8 febbraio 2010

Michaìl Jùr'evic Lérmontov


Nella prefazione al diario di Pecòrin scrisse: "La storia di un'anima umana, anche la più insignificante, è più interessante della storia di un popolo intero". Uno dei vari motivi per cui, a buona ragione, è considerato l'iniziatore del romanzo psicologico in Russia.
Un estratto dalla sua fatica narrativa più significativa, Un eroe del nostro tempo (1840):

Passarono circa cinque minuti; il mio cuore batteva forte, ma i miei pensieri erano calmi, la testa fredda; per quanto cercassi dentro di me almeno una scintilla di amore per la dolce Mary i miei sforzi furono vani.A un tratto le porte si aprirono e lei entrò. Mio Dio, com'era cambiata dall'ultima volta che l'avevo vista! Ed era passato così poco tempo!
Arrivata al centro della stanza vacillò; balzato in piedi le porsi il braccio e l'accompagnai alla poltrona.Restai in piedi davanti a lei; rimanemmo a lungo in silenzio. I suoi grandi occhi, colmi di un'inesprimibile malinconia, sembravano cercare nei miei qualcosa che assomigliasse a una speranza; le sue labbra pallide tentavano invano di sorridere; le sue tenere mani, intrecciate sulle ginocchia, erano così magre e trasparenti che provai compassione di lei.
«Principessina», dissi, «sapete che mi sono preso gioco di voi!... Dovete disprezzarmi».
Sulle sue guance apparve un rossore malato.
Proseguii: «Di conseguenza non potete amarmi...».
Ella si voltò dall'altra parte, appoggiò i gomiti sul tavolo e con la mano si coprì gli occhi in cui mi parve che brillassero delle lacrime.
«Mio Dio», profferì con voce appena percettibile.
La situazione si stava facendo insostenibile: ancora un istante e sarei caduto ai suoi piedi.
«Dunque, lo vedete da voi», ripresi con voce quanto più possibile ferma e con un riso forzato, «lo vedete da voi che non posso sposarvi; se anche adesso lo voleste, ve ne pentireste ben presto. Il mio colloquio con vostra madre mi ha costretto a spiegarmi con voi in maniera così indelicata; mi auguro che ella si sbagli: vi sarà facile dissuaderla. Come vedete io recito davanti a voi la parte più miserabile e ripugnante e sono persino pronto a riconoscerlo; ecco tutto quello che posso fare per voi. Per quanto cattiva sia l'opinione che vi siete fatta di me, a essa mi rassegno. Come vedete sono indegno di voi. Non è vero che, se pure mi avete amato, da questo istante mi disprezzate?...».
Ella si voltò verso di me pallida come il marmo. Soltanto i suoi occhi scintillavano meravigliosamente.

«Io vi odio!», disse.
Ringraziai, mi inchinai cortesemente e uscii.

sabato 6 febbraio 2010

Razorblade. L'amore ai tempi di quando il colera non c'è più.

'Il sesso non ha bisogno dell'amore, ma se c'è non guasta.
L'amore ha bisogno di tutto il possibile
E anche dell'impossibile.'
Tu di cosa hai bisogno?

Parlando un pò di Puskin. Parlando un pò di me


I nuovi capitoli dell' Evgénij Onégin scritti a Michàjlovskoe sono dedicati essenzialmente a Tat'jàna, la quale, nonostante all'inizio della storia appare una ragazza di provincia intrisa di letteratura, fà un passo che va al di là delle convenienze provinciali, ma poi è totalmente letterario: scrive ad Onégin una lettera d'amore. All'inizio essa ipotizza due possibili reazioni - entrambe ingenuamente letterarie - da parte del suo eroe: egli può rivelarsi un "angelo salvatore" oppure un "perfido tentatore". Ma Onégin reagisce in un terzo modo, e si comporta come un qualunque uomo dabbene in simili situazioni: fa una bella predica alla signorina, rimproverandone la sventatezza. Non succede nulla e la possibilità di sviluppare una trama amorosa è subito liquidata.
"Vi scrivo – che altro più? Che cosa posso dire ancora? Lo so, ora sta alla vostra volontà punirmi col disprezzo. Ma voi, se troverete almeno una briciola di pietà per il mio triste destino, non mi abbandonerete. Dapprima avrei voluto tacere: credetemi, non avreste mai conosciuto la mia vergogna, mai! Perché, perché mai siete venuto a trovarci? In questa campagna sperduta e dimenticata, io non vi avrei mai conosciuto, non avrei mai conosciuto l’amaro tormento. Avrei placato col tempo i turbamenti di un’anima inesperta, chissà, avrei trovato un compagno per il mio cuore, sarei divenuta una moglie fedele e una madre virtuosa... Un altro! No, a nessun altro al mondo avrei dato il mio cuore! È stato decretato nell’alto consiglio divino... è volontà del cielo: io son tua; tutta la mia vita è stata un pegno del fedele incontro con te. So che tu mi sei stato mandato da Dio, fino alla tomba tu sarai il mio angelo custode! Tu mi sei apparso nei sogni; prima ancora di vederti, tu mi eri caro; il tuo sguardo meraviglioso mi faceva languire; nell’anima mia risuonava la tua voce già da tempo... no, non è stato un sogno, questo! Appena tu sei entrato, ti riconobbi subito, rimasi come stupita, avvampai, e dissi nel mio pensiero: eccolo! Eccolo! Non è vero, forse? Io ti ascoltavo... non parlavi con me nel silenzio, quando io aiutavo un povero o alleviavo con una preghiera l’amarezza della mia anima turbata? E proprio in questo istante, cara visione, non sei tu apparso nella tenebra trasparente, non ti sei chinato al mio guanciale? Non mi hai tu mormorato parole di consolazione e d’amore, parole di speranza? Chi sei tu? Il mio angelo custode o un perfido tentatore? Dissipa i miei dubbi. Forse tutto questo è vano, è un inganno della mia anima inesperta! E il destino è del tutto diverso... Sia pure così! Ormai ti affido la mia sorte, piango davanti a te, imploro che tu mi protegga, t’imploro! Pensa; io sono qui sola, nessuno mi capisce, la mia mente si perde, io devo morire in silenzio! Ti aspetto, ti aspetto! Con un solo sguardo fa’ vivere la speranza del cuore, oppure distruggi questo sogno grave col tuo rimprovero, ahimè, giusto! Ho finito! Ho il terrore di rileggere. Muoio di vergogna e di paura. Ma il suo onore m’è di difesa, e coraggiosamente ad esso mi affido. Ah, la notte è finita, tutto si sveglia... il sole si leva. La zampogna del pastore... Tutto è pace. Solo io... io... "

venerdì 5 febbraio 2010

Panic. Don't panic.Don't fear.


'Sai, alla fine potresti anche andare bene. Ma manca quel qualcosa in più...non so come mai, ma manca'.

Sì, bhè le famose scintille. Di questo si parla e di tutti i discorsi fortemente convenzionali che concernono l'argomento.
Mi metterò a scrivere delle poesie a riguardo. Sulle scintille. Sul fatto che mancano le scintille. Sul fatto che dico che mi metto a scrivere poesie e poi raramente lo faccio. Sul fatto che poi, a ben vedere, la poesia non interessa più quasi a nessuno. E non si è più rapiti da niente, dico RAPITI, qualcuno ha rubato le stramaledettissime scintille.
Sono convinta che qualche strano pianeta di questa bizzarra galassia risplenda in modo straordinariamente vigoroso di queste piccole luci fulgenti che, a quanto pare, sono necessarie per la "scienza della tenera passione". E' come Orlando che aveva perso il senno e poi il suo senno si trovava sulla Luna insieme a tutti gli altri.
Qualcuno ha rubato le scintille diamine, oppure, non so, sono scappate volontariamente. per lo sdegno...che si pensava si potesse vivere anche senza di loro.
Vado a rileggermi che fine fa Orlando, come riesce a recuperare il suo senno. No perchè, io rivorrei la mia scintilla.

[I'm just a little bit fucked, because I've started to love even the things I hate you say]

mercoledì 3 febbraio 2010

The moment we forgot we were just good friends...

You already know.
My head is like London weather.
You already know.
You already know.

I milanesi ammazzano il lunedì

Pensavo che da un certo punto di vista fosse anche abbastanza buffo dire la verità. Impegnativo e in parte buffo. Così come dover studiare le teorie del riso e del comico proprio in questi giorni, per un esame che faccio perchè devo farlo, studiare e male perchè devo pur riempire in qualche modo attimi in cui altrimenti penserei ad altro. e comunque ormai sono stanca di pensare.
Ma è proprio in Bergson, precisamente nel suo 'Saggio sul significato del comico' datato 1900, che ho trovato una pagina che ha smentito il mio pensiero iniziale. Una delle tante pagine di tanti libri che ti capitano tra le mani quando si ha per l'appunto bisogno di loro.

Che un uomo si decida a dire tutto quello che pensa, dovesse egli "avere contro tutto il genere umano" non sarà necessariamente comico, anzi obbedirà alla più alta legge della vita; che un altro, per dolcezza di carattere, per egoismo, per disprezzo, preferisca dire alla gente ciò che la lusinga, non ha nulla che possa farci ridere. Riunite però due simili uomini in uno solo, fate che il vostro personaggio esiti tra una franchezza che punge ed una cortesia che inganna; questa lotta di due contrari sentimenti non sarà ancora comica, sembrerà molto seria se i due sentimenti arrivino a fondersi nella loro stessa contrarietà, ad andare insieme, a creare uno stato d'animo complesso, infine ad adottare un modus vivendi che ci dia semplicemente l'impressione complessa della vita.
Tuttavia
Ma supponete in un uomo, e non in un personaggio, questi due sentimenti irriducibili o rigidi, fate che l'uomo oscilli tra l'uno e l'altro, fate soprattutto che questa oscillazione diventi francamente meccanica, adottando la forma conosciuta di una disposizione comune, semplice, infantile: avrete allora l'immagine che noi fin qui abbiamo trovata in tutti gli oggetti risibili, avrete del meccanico nel vivente, voi otterete il comico.