lunedì 26 dicembre 2011

Casa Desolata

Il colore dell'alba
da confondere con un tramonto
se non hai un orologio
Di tutto questo, tenerne conto.
Le ore.
Scuro scuro
blue
e rosa
come te, giuro.

Da osservare dietro la finestra di un cesso chiuso a chiave
da osservare e pensare
'E adesso cosa, che c'è, cosa può essere? Una cartuccia scarica o una pallottola?
Un fuoco di paglia o uno sparo?'

Sono stanca all'alba, all'alba non vinco niente.
Si sa, ieri non ho dormito per andare incontro alla Stanchezza, la quale, lo sapevo già, mi aspettava dietro l'angolo, esattamente dietro l'angolo.
La mia Signora Stanchezza ha un nome e un indirizzo dove andare a cercarla.
Dublino, 16 giugno 1904
Se si ha consapevolezza in fin dei conti...
In fin dei conti che cosa?!
Ma non è possibile finirla qui.
Shag che mi direbbe? Mi direbbe:
"You to play"


Anche se sei stanca, non è colpa mia se quella put***a di Eva ha mangiato la mela!

vic
Buon Natale per ieri

mercoledì 14 dicembre 2011

CHERRIES' ORCHARD

IL GIARDINO DEI CILIEGI - ATTO III

TROFIMOV: Che oggi abbiano venduto la proprietà o che non l'abbiano venduta non è la stessa cosa? Era già liquidata da un pezzo, non si poteva tornare indietro, le erbacce avevano invaso il sentiero. Calmatevi, mia cara. Non bisogna ingannare sé stessi, almeno una volta nella vita bisogna guardare la verità diritto negli occhi.
LJUBOV' ANDREEVNA: Quale verità? Voi riuscite a vedere dove stiano la verità e la menzogna, io sono come accecata, non vedo più nulla. Voi risolvete prontamente tutti i problemi più importanti, ma ditemi, caro, non è forse perchè siete giovane che non avete ancora fatto in tempo ad affrontare realmente le sofferenze della vita? Voi guardate avanti con coraggio, ma non è forse perché non vi aspettate nulla di spaventoso, visto che la vita non si è ancora mostrata ai vostri giovani occhi? Voi siete più coraggioso, più onesto, più profondo di noi, ma riflettete, siate generoso almeno un pochino, risparmiatemi. Io qui sono nata, qui hanno vissuto mio padre e mia madre, mio nonno, io amo questa casa, senza il giardino dei ciliegi non ha senso la mia vita, e se è proprio indispensabile venderlo, allora vendano anche me assieme a lui...
Mio figlio è annegato qui...Abbiate pietà di me, voi siete così buono, così bravo.
TROFIMOV: Avete tutta la mia comprensione, di tutto cuore.
LJUBOV' ANDREEVNA: Ma bisogna dirlo in altro modo, non così... Ho un peso sul cuore oggi, non potete capire. Tutto questo rumore, l'anima mi trema ad ogni suono, sono tutta un brivido, ma non posso ritirarmi in camera mia, da sola, in silenzio, ho paura. Non giudicatemi, Petja...Vi voglio bene come a un figlio. Vi darrei volentieri la mia Anja, ve lo giuro, ma, tesoro, bisogna che studiate, che finiate l'università. Voi non fate niente, vi fate gettare di qua e di là dal destino, che strano...Non ho ragione forse? Sì? E dovete fare qualcosa a quella barba, che cresca in modo più regolare...Siete ridicolo!
TROFIMOV:  Non mi interessa essere bello.
LJUBOV'ANDREEVNA: Viene da Parigi il telegramma. Ne ricevo uno al giorno. Uno ieri, oggi un altro. Quell'uomo terribile è di nuovo ammalato, è di nuovo nei guai...Chiede perdono, mi supplica di tornare, e dovrei tornarci davvero a Parigi, stare con lui. Avete il viso scuro, Petja, ma che posso fare, caro, che cosa devo fare, è ammalato, solo, infelice, chi si prenderà cura di lui, chi gli impedirà di fare sciocchezze, chi gli darà le medicine al momento opportuno? E perché dovrei nasconderlo o tacere, io lo amo, questo è chiaro. Lo amo, lo amo...E' questa la pietra che ho al collo e che mi porta sul fondo, ma io amo questa pietra e non riesco a vivere senza di lei. Non pensare male, Petja, non ditemi nulla, non parlate...
TROFIMOV: Scusatemi la sincerità, per amore del cielo, ma quest'uomo vi ha rovinata!
LJUBOV' ANDREEVNA: No, no, no, non bisogna parlare così...
TROFIMOV: E' un mascalzone, siete la sola a non saperlo! E' un meschino imbroglione, una nullità...
LJUBOV' ANDREEVNA: Avete ventisei o ventisette anni ma ragionate come un liceale delle prime classi!
TROFIMOV: E se anche fosse!
LJUBOV'ANDREEVNA: Bisogna essere uomini alla vostra età, bisogna capire chi ama. E bisogna a propria volta amare, innamorarsi! Sì, sì! Non è purezza la vostra, siete soltanto un moralista, uno sciocco ridicolo, un mostro...
TROFIMOV: Ma cosa dice costei!

LJUBOV'ANDREEVNA: "Sono al di sopra dell'amore!" Non siete al di sopra dell'amore, semplicemente, come dice il nostro Firs, siete un buono a nulla. Alla vostra età non avere un'amante!....

ARE WE THE HOLLOW MEN?


Abbiamo fatto un patto amico mio.
"Ci siamo conosciuti tra la folla
ci siamo uniti, ci lasceremo.
Fu il nostro amarci senza gioia,
senza dolore sarà il distacco."
Mi sembra giusto rispettare le proprie specificità.
Mi sembra giusto.
Saremo soli.
Come?
No, me l'avevi promesso tu.
credo che tu me l'abbia promesso
me l'abbia promessa
la Terra Desolata
Agognata,
no!
Se rimani, finirei col dirti
"Io vi odio!"
come fece la principessa Mary.
Siamo troppo astuti per odiarci.
Lasciami la Terra da cui la Primavera è fuggita,
arida, arida,arida.
Bisogna fare abbastanza esperienza per raggiungere
un livello di aridità tale da renderci rigogliosi.
Ora abbandoniamoci al nostro
d i s t a c c o
senza
dolore.
La segretaria torna a casa dal lavoro
nel suo monolocale
addobbato a Natale
di lei, il poeta lascia il suo sussurro.
VIC

venerdì 9 dicembre 2011

Se non mi sveli subito i tuoi lineamenti celestiali, io ti strapperò la tua perfida maschera!

"A noi due".
Ma, appunto, lui e Andrée erano due solo al letto, solo in quella camera azzurra che con una sorta di sfrenatezza - per usare le parole del giornalista - impregnavano del loro odore.
Non erano mai stati due in nessun altro posto, se non quando avevano fatto l'amore la prima volta, fra l'erba alta e le ortiche al margine del bosco di Sarelle.
"Se lei non l'amava, come spiega...".



Che cosa intendevano per "amare"? Il professor Bigot - lui che intendeva restare su un piano scientifico - avrebbe saputo dare una definizione di quella parola? Avrebbe potuto dire in che modo sua figlia, che si era sposata da poco, amava il marito?
E il piccolo giudice Diem, con la sua aureola di capelli scarmigliati? La moglie gli aveva appena dato il primo figlio, e di certo gli capitava - come a tutti i giovani padri, e come era capitato anche a Tony - di doversi alzare la notte per dargli il biberon. Come l'amava, lui, sua moglie?
Per rispondere, bisognava poter raccontare momenti che non si raccontano, momenti come quelli che Tony aveva vissuto alle Sables.
George Simenon
La camera azzurra

Dicano pure, a noi che importa?
Sotto la maschera tutte le condizioni sono uguali!
La maschera non ha né anima, né titoli;
c'è il corpo:
e se la maschera cela i lineamenti
toglie arditamente la maschera ai sentimenti.

martedì 6 dicembre 2011

E' il capitalismo il problema (?)

Ho messo questo titolo, quello qua sopra, ma non ha nessuna connessione con quello che mi appresto a scrivere. L'ho messo perché ho sentito il telegiornale, sempre le solite cose brutte, parole come Monti, aumento della benzina, aumento, aumento, Monti, più soldi, servono più soldi, soldi, soldi. Ha quasi cominciato a farmi diventare triste, ricordate quando le persone erano serene nelle loro atmosfere rurali, avevano i piedi scalzi e suonavano la lira? Se ne fregavano della benzina questi tizi che riempivano i miei libri di letteratura greca del liceo. Chi ci cava un fico secco da tutto ciò.

Un titolo bisogna pur sempre metterlo.

Del resto quello che mi è piaciuto non è né Monti né la sua manovra, è l'articolo di Baricco su Repubblica di domenica scorsa, articolo che per vicissitudini varie sono riuscita a leggere solo questa sera con ampio ritardo.
Non sono un' abitué dei quotidiani, ma ho deciso che la domenica mattina bisogna alzarsi dal letto, fare una passeggiatina fuori casa fino a raggiungere l'edicola e comprare Repubblica.
Da qualche tempo a questa parte c'è Baricco che vi fornirà una lista dei cinquanta libri che in questi ultimi dieci anni hanno maggiormente soddisfatto il suo piacere di lettore. Il fatto è che moltissime persone odiano Baricco, io subito dopo aver letto i grandi "classici" come Oceano Mare e Castelli di rabbia ne sono rimasta totalmente affascinata, atturbinata direi. Sono una persona facilmente impressionabile. A parecchio tempo di distanza non so se considerarlo uno scrittore veramente bravo o uno che semplicemente sa  farti schioccare una scintilla per un momento, ma parte di quell'antico fascino gioca ancora un ruolo nella mia immaginazione e per questo ho deciso di sbirciare nel suo scaffale per vedere cosa ha deciso di riporvi.
La domenica mattina.
Quest'ultimo mi è piaciuto, il libro veramente in questione non lo so perché per la verità chi si è mai sognato di leggerlo (si tratta di American Dust, Richard Brautigan, per la cronaca), ma ho apprezzato quello che il nostra tanto criticato Baricco ha scritto a riguardo.
Sarà perché la felicità va e viene come è giusto che sia. in questi giorni Sembra Sempre Solo andarSene StriSCiando da Serpente viSCido qual è.
L'inizio e la fine soprattutto mi sono piaciuti.
L'inizio che dice: Romanzi del genere li riesci a scrivere solo se hai visto il fondo della sconfitta, o se sei già morto: non sei capace di quell'intensità mite, di quella convalescente economia di parole se sei ancora vivo, o vincente. Per urlare così sottovoce devi essere finito. Allora ti aspetta una dolcezza che in compenso, è infinita. American Dust Brautigan lo scrisse nel 1982, un bel pò dopo essere finito nel dimenticatoio e due anni prima di spararsi un colpo con un fucile calibro 44.
E poi la fine, certamente: [...] L'altra cosa è che American Dust fa molto ridere, ma veramente molto e in un modo che solo chi legge libri conosce: ridi dentro. Da fuori credo che non si veda proprio niente. Ma dentro ridi moltissimo. Se ci pensate è una cosa che esiste solo nella lettura. Voglio dire, quando si è in mezzo alla gente è il contrario: ridi fuori anche quando non è proprio che ti stai divertendo, lo fai per gentilezza, o anche solo per rispettare un codice. Non è che vai a una cena e poi passi il tempo a ridere dentro. Ma quando leggi un libro lo fai, se chi scrive è bravo. Deve essere abbastanza spiritoso per farti ridere dentro ma poi sapersi fermare un attimo prima di farti sbottare a ridere fuori. E' una tecnica. Credo che l'abbia inventata Dickens, Salinger l'ha portata a vette sublimi (..bla bla bla..) Mi sono perso un pò: volevo dire che è un libro scritto con una leggerezza magnifica, e una tristezza che non è triste mai.
Capito George?! I libri, quelli con le palle, fanno ridere dentro! Ti fanno compagnia e ti fanno ridere dentro! Non è una cosa semplicemente magnifica, soprattutto se la Felicità fa un pò quella che se ne va senza avvertire del suo ritorno?! E' magnifico, vecchio George, mio polveroso corrispondente.
C'è un pò di "Barricchismo" in tutto questo, si capisce, ma chi se ne importa, sempre a dare giudizi.
Aspetto domenica prossima.

Vic e Baricc (soprattutto)

lunedì 5 dicembre 2011

fakeTIDUE

me, my milky teas and the way in which you call me Monique even if it's not my real name!
I love






vic