martedì 22 dicembre 2009

Blur - 13


C'è una cosa che mi piace particolarmente, quando esco di casa la mattina e mi reco alla fermata della metropolitana, in lotta perenne contro il gelo milanese. Un piccolo momento confortante: leggere gli stralci di poesia sulla prima pagina del City. Ormai sono diventati un necessario rito quotidiano quasi quanto leggere l'oroscopo a cui non credo.
Specialmente in questi giorni, in cui l'estasi della velocità sembra essere stata completamente sotterrata da questo virgineo manto che se ne frega di tutte le rivoluzioni tecnologiche. C'è qualcosa di magico quando Milano viene ricoperta di neve. E' come se ritrovasse il piacere della lentezza, un valore ancestrale dimenticato chissà quando, scomparso insieme a prati, campi e ai perditempo. E un'anima bianca, silenziosa la porta a nuova vita, rendendola ancora più bella. Via, lontano da ogni sclerotismo della quotidinaità, la neve regala alla città qualche momento assoluto di ozio trasformato in contemplazione di una lentezza perduta.

"Il mio desiderio sarebbe che, per tutta la giornata, tu ti aggirassi invisibile accanto a me, e poi, la sera, quando sono solo, tu ti staccassi dalla parete…"
(Goethe)
Non ci sei e la tua assenza è come una polvere d’oro. Non ci sei ma ci sei: perché ti immagino, ti penso, mi chiedo come guarderesti quello che sto guardando adesso, cosa mi diresti. E stasera, vorrei un telecomando per farti apparire nella stanza: proprio qui, accanto a me.

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