domenica 13 dicembre 2009

PICCOLO LIBRO INUTILE


"Siamo al crepuscolo della poesia" G. A. Borgese


I

Perchè tu mi dici: poeta?
Io non sono un poeta.
Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.
Vedi: non ho che le lagrime da offrire al Silenzio.
Perchè tu mi dici: poeta?

II

Le mie tristezze sono povere tristezze comuni.
Le mie gioie furono semplici
semplici così, che se io dovessi confessarle a te
[arrossirei.
Oggi io penso a morire.
[...]

IV

Oh, non maravigliarti della mia tristezza!
E non domandarmi;
io non saprei dirti che parole così vane,
Dio mio, così vane,
che mi verrebbe di piangere come se fossi per
[morire.
Le mie lagrime avrebbero l'aria
di sgranare un rosario di tristezza
davanti alla mia anima sette volte dolente
ma io non sarei un poeta;
sarei, semplicemente, un dolce e pensoso fanciullo
cui avvenisse di pregare, così, come canta e come
[dorme.
[...]

VII

Io amo la vita semplice delle cose.
Quante passioni vidi sfogliarsi, a poco a poco,
per ogni cosa che se ne andava!
Ma tu non mi comprendi e sorridi.
E pensi che io sia malato.

VIII

Oh, io sono, veramente malato!
E muoio, un poco, ogni giorno
Vedi: come le cose.
Non sono, dunque, un poeta:
io so che per essere detto: poeta, conviene
vivere ben altra vita!
Io non so, Dio mio, che morire.
Amen.

Sergio Corazzini


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