martedì 9 febbraio 2010

La foto, se vogliamo, si collega -umoristicamente- alla prima frase dell'incipit del romanzo.


Dell' UMORISMO è stato detto che sia una sorta di "malinconia di un animo superiore", in grado di farci rallegrare anche di qualcosa che in realtà genera tristezza', ovvero è stato sottolineato come alla base vi sia una contraddizione tra i nostri ideali e la realtà, una sorta di disaccordo tra i nostri sogni e quello che invece abbiamo effettivamente davanti e come tutto ciò faccia nascere perplessità nell'individuo, il quale si trova ad essere in bilico tra riso e pianto, una perplessità che peraltro può anche risolversi in un atteggiamento scettico nei confronti dell'esistenza.
Ma come nasce per esempio l'umorismo in un'opera letteraria? Perchè un'opera può essere definita senz'altro umorisitica? Questo avviene quando la riflessione, che porta l'autore a coordinare le diverse parti del suo lavoro, non agisce più in maniera involontaria e nascosta nella coscienza dello stesso, ma assume un ruolo attivo, ben visibile, ponendosi addirittura a giudice delle immagini stesse che si vanno creando. Essa ha il compito fondamentale di spingere ad andare oltre l'impressione superficiale, privare della passione, farci capire insomma che le cose non sono come in realtà dovrebbero essere. E' ciò che viene chiamato il sentimento del contrario ed è ciò che principalmente distingue un'opera generalmente comica da una più specificamente umorisitica nella quale la risata tende ad attenuarsi quasi fino a spegnersi poichè il distacco emotivo necessario a un tipo di riso schietto e facile và sempre più configurandosi come senso di commiserazione e amarezza nei confronti del soggetto deriso.
Nelle opere umoristiche pertanto è facile riscontrare questo sdoppiamento del processo creativo che consiste in un dialogo ostile tra la voce propria del sentimento e quella della riflessione, inevitabilmente in contrasto tra di loro, generando uno stile disarmonico, frammentario e interrotto.
Sintomatico esempio è il romanzo dell'inglese Laurence Sterne risalente alla seconda metà del XVIII secolo 'Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo'.
Ecco l'incipit:

"Avrei voluto che mio padre e mia madre, o in verità entrambi, poiché entrambi erano tenuti a farlo, pensassero a quello che facevano quando mi hanno concepito; se avessero debitamente considerato quanto alta fosse la posta in gioco;—che non solo ne sarebbe derivata la procreazione di un Essere razionale, ma che molto probabilmente la felice conformazione e costituzione fisica del suo corpo, forse il suo ingegno e la struttura stessa della sua mente;—e per quanto potevano saperne, perfino la fortuna di tutta la sua famiglia avrebbero potuto essere condizionati dagli umori e dalle inclinazioni prevalenti in quel momento:——Se avessero debitamente soppesato e riflettuto a tutto ciò, e agito di conseguenza,——sono profondamente convinto che il posto da me occupato nel mondo sarebbe stato molto diverso, da quello in cui è probabile che il lettore mi veda.—Credetemi, miei buoni amici, non si tratta di un fatto trascurabile come molti di voi potrebbero ritenerlo;—tutti avete, oso dire, sentito parlare degli spiriti vitali, di come vengano trasmessi dal padre al figlio e così via,—e di parecchio altro al riguardo:—ebbene, potete credermi quando vi dico, che nove decimi della saggezza o della stoltezza di un uomo, dei suoi successi o fallimenti in questo mondo dipendono dai loro moti e attività, e dai diversi indirizzi e direzioni verso cui li avviate; così che una volta messi in movimento, bene o male che sia, non si tratta di una faccenda da quattro soldi,--partono schiamazzando per la tangente; e a forza di ripetere gli stessi passi, finiscono col tracciare una vera e propria strada, dritta e comoda come il viale di un giardino, dalla quale, una volta che vi si siano avvezzi, lo stesso Diavolo non riuscirebbe ad allontanarli.Scusate, mio caro, disse mia madre, non avete dimenticato di ricaricare l'orologio?——Buon D—! esclamò mio padre, lasciandosi sfuggire un'imprecazione, ma avendo l'accortezza al tempo stesso di non alzare troppo la voce——. Quando mai una donna, dalla creazione del mondo ai giorni nostri, ha interrotto qualcuno con una domanda così sciocca? E che cosa stava dicendo vostro padre?——Niente, naturalmente".

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