domenica 25 ottobre 2009

E certe pagine di certi libri pt.2

"Adessimo se fossimo in un telefilm ti dicevo che ti amavo. Così, coniugando anche male i verbi. E noi siamo meglio di un telefilm, e infatti non ci diciamo niente. poi guardando attraverso i tuoi occhi che sono praticamente trasparenti. Come i tuoi polsi. poi non ho il preservativo e tu sei molto fiscale. e mi viene da ridere. mentre Dente in sottofondo canta delle cose allegre e lacrimogene. prima di dormire siamo talmente fatti che non riusciamo a parlare, solo gaurdarti mentre mi scardini con tutti gli oggetti contundenti che trovi la gabbia toracica. Poi chissà che lavoro faremo. E vorrei traslocare. Con novecento euro al mese ti porterei a mangiare fuori ogni sera, a mangiare anche dei fiori, nelle pizzerie cinesi dove trattano tutti bene. e sarei sempre sugli eurostar e sulle frecce rosse a sfogliare riviste, per venirti incontro. E Paul qui è un casino anzi un casinò. Le eclissi immense per cancellare le facce e gli arcobaleni domestici, i cani che dormono a pancia in su. non riesco a stare dietro ai cd da spedire. Fammi leggere quello che hai scritto, di sfregature e di mezzi pubblici. Fammi fare colazione con la tua bocca viola. Il modo con cui pronunci alcune parole, che sembri una straniera trapiantata. E abbasso le saracinesche dei negozi sui miei occhi e mi nascondo e mi asciugo trai tuoi capelli biondi per piangere di nascosto. Ma tanto te ne accorgi e mi dici di no. e ci siamo sdraiati vicini con i cuori arresi, con i capelli appiccicati alla fronte. Le occhiaie ti donano moltissimo. poi mi chiedi Vuoi scopare? e sai che è una domanda retorica. poi i lavavetri per i miei occhi. E i piccioni che mi si appoggiano sulle spalle e mi accompagnano in stazione."
"Gli organi cardiaci si devono ambientare come un migrante sudafricano a Milano. Vorrei tanto rivederti e portarti con me in posti orrendi. dove vado a fare dei concerti tipo davanti a trenta persone di cui dieci fanno la fila per la birra, altre dieci parlano tra loro e altre dieci ascoltano ma non si sa cosa pensano e cosa sentono. poi in qualche altro modo tecnologico ci abbracciamo appoggiando la fronte sullo shermo del computer. Il computer che ha sempre la febbre come i cani. E a settembre ci scambieremo le case, troveremo altri lavori e vinche chi trova quello meno pagato. ma mi batti perchè tu lavori gratis. Dormivo con lei in macchina a Recanati dopo un concerto di De Gregori e non potevo prendere sonno, facevo la guardia da non si sa cosa a non si sa cosa."

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