giovedì 19 novembre 2009

C'erA una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo

Siamo in un racconto di Kundera e,già che si tratta di lui, vuol dire che è bello, come bella è la raccolta che lo contiene: Amori Ridicoli.
Stavolta non mi sento finzionale, ma molto funzionale.

Il dottor Havel disse: "Quello che abbiamo detto non erano che stupidaggini. Non sono io che rifiuto Elisabet, è lei a rifiutare me, purtroppo. E' pazza di Flajsman."
"Di me?" Disse Flajsman alzando la testa dalla bottiglia. Poi a lunghi passi andò a rimettere il cavatappi al suo posto, ritornò al tavolino e cominciò a versare il vino nei bicchieri.
"Lei sì che è bravo" disse il primario, dando man forte a Havel. "Tutti lo sanno, solo lei no. Dall'istante in cui [...]
Flajsman guardò a lungo il primario e disse: "Non ne so davvero nulla". E poi aggiunse: "E neanche mi interessa".
"Lei tortura Elisabet e la cosa non le interessa?"
"Compatisco le donne non potrei mai far loro del male coscientemente" disse Flajsman. "Ma ciò di cui posso essere causa involontaria non mi interessa, perchè esula dalla mia influenza e quindi anche dalla mia responsabilità."
Poi entrò Elisabet nella stanza. Evidentemente aveva reputato meglio dimenticare l'offesa e comportarsi come se non fosse successo nulla: si comportava perciò con straordinaria innaturalezza. Il primario le avvicinò una sedia al tavolo e le versò da bere: "Beva Elisabet e dimentichi tutti i torti!"
"S'intende" disse Elisabet gettandogli un largo sorriso e vuotò il bicchiere.
Il primario si rivolse nuovamente a Flajsman: "Se un uomo fosse responsabile solo di ciò di cui è cosciente, gli idioti sarebbero assolti in anticipo da qualsiasi colpa. E invece, caro Flajsman, l'uomo ha il dovere di sapere. L'uomo risponde della propria ignoranza. L'ignoranza è una colpa. E perciò Flajsman, nulla assolve lei dalla sua colpa, e io dichiaro che lei con le donne si comporta da villano, anche se lo nega".

Ecco.

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