lunedì 17 maggio 2010

No fucking fiction







Ho qualche problema di battiti al pensiero dell'andar via.
Qualche problema nel mantenere dignità, inspirazione, espirazione.
Ho ancora soprattutto qualche problema a fare la spettatrice passiva
nonostante qui dentro sembra che tutto straripi, inondazioni silenziose di umori maligni.
Mentre l'umorismo è partito anche lui, è stato il primo, e chissà quando torna, se torna.
La spettatrice passiva al social network è l'ultima frontiera della frustrazione. Sento che esiste quest'urgenza primaria e necessaria di non volere più vedere video, frasi che in fondo non sono innocui per un cazzo. O un sedativo o la fine dei social network. Andrei per la seconda, sicuramente per la seconda, visto che sono arrivata a farmi condizionare l'umore da bassezze di questo genere.
Non lo sopporto. non sopporto affatto il pensiero che sia normale che ************ (censura) e chi se ne frega delle inondazioni e di tutte le catastrofi ambientali a seguirsi, che ********* (momentanea censura) e non succederà niente, che lo dovrò *********** (momentanea censura 3), normalmente, quando non c'è niente di così 'normale' ora, adesso.
Ma non è affatto la partenza in sè che mi mette ansia, piuttosto, tutto questo mare di nulla che devo affrontare da qui fino a quel momento fatto di conversazioni oziose attraverso apparecchi elettronici. E quel neutrale sentirsi 'bene', come essere nella condizione di uno intontito da una massiccia dose PRECAUZIONALE di antidolorifici. Sì esatto, è proprio questo che non mi va giù: sentirmi 'bene' di quel bene che può provare un drogato a cui venga somministrato del metadone, non lo voglio, sarà buffo, ma voglio disperatamente disperarmi, provare la disperazione vera che giunga da qualcosa di altrettanto vero. Voglio quel qualcosa di grandioso e poi perderlo subito dopo, non mi importa, la moralità e tutti quei discorsi inutili, non mi importa davvero. Voglio disperare. perchè solo così potrò smetterla di sentirmi 'bene'. Voglio disperare, e lo diceva anche Kierkegaard sapete.

Uno dei motivi per cui si scrive in un blog: evitare di pagare un terapista o per lo meno l'illusione che si possa evitare di andare a pagare un terapista.
E c'è di buono che poi uno alla fine può osare quanto vuole e infatti, parlando di social network, mi è venuto da scrivere MEMENTO AUDERE SEMPER, potenziali orientamenti politici ovviamente esclusi.
PS: le parti sottolineate non hanno nessun rilievo particolare.
W/love and despair
Monique

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