venerdì 7 maggio 2010

Ancora lui. (Ma non dovevamo vederci più?)


" Chiediamoci cosa diventeremo, cosa saremmo diventati. coniughiamo ancora male i verbi. La tua intelligenza è in un cantiere credo. Tra i trifogli che ci crescevano attorno, solo i trifogli. Lasciamoci trasportare dalle macchine, trascinare a Roma dagli eurostar. Con le calamite sul cuore, gli occhi gli acquari che perdono ai bordi. Invadiamo la Polonia a piedi. Torniamo a piedi dalla Russia. E' tutto così tranquillo la sera da spaccare il cuore, poi vado a suonare là. sui tetti sgualciti, come le lacrime cadiamo negli angoli. Lascio le mie parole in giro, sui muri, sugli scaffali, nelle teste di cazzo, tra i tuoi capelli tagliati a mano da te. Si arrampicavano sulle altalene arrugginite per farci le prediche le bambine. Ma poi, poi cosa faremo. chi fabbrica i piani b. i piani c. Ci tagliavamo per prometterci, adesso non mi ricordo cosa, con i vetri delle vetrine. E poi ancora le lacrime che fanno i fiumi, gli appartamenti diroccati e vomitare allegramente per le scale. e poi le tue lacrime che fanno tracimare i fiumi. Ma lasciateci sciogliere in questa pioggia, con le stelle inchiodate ai soffitti. Lasciati decifrare lasciami bruciare i giornali. schivare all'ultimo momento i gatti, i ricci, i cattolici, i gabbiani, i ciclisti pensionanti."



WHEN YOU'RE GONE, HOW CAN I EVEN TRY TO GO ON?

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