lunedì 22 marzo 2010

Cara prudenza, sei come la peste


Settembre spesso ad aspettarti e giorni scarni tuti uguali
Fumavo venti sigarette e groppi in gola e secca sete di te
Tue cartoline condoglianze "Hello bastardo, ci vediamo"
L'adolescenza che spedivi sulle mie tenebre incestuose
Ed il futuro stava fuori dalla new wave da liceale
Così speravo di ammalarmi o per lo meno che si infettassero i bar.
Novembre mio facevi freddo, la fronte a frigo e il polso a zero
Sporcare specchi era narcosi
"Potrei scambiare i miei 'le ore' con te?"
Tremavo un pò di doglie blu e di esistenza inutile
Vibravo di vertigine, di lecca-lecca e zuccheri
Vespe d'agosto in caldo sciame, per provinciali bagni al fiume
Mi pettinavo un pò all'indietro, superficiali ricreative pietà
Sabato sera dentro un buco e disco-gomma americana
Leccavo caramelle amare e primavere già sfiorite di te
E già ti odiavo dal profondo, avevo piombo da sparare
Se stereofonica posavo di imbarazzanre giovinezza lamè
E fantascienza ed erezioni che mi sfioravano le dita
Tasche sfondate e pugni chiusi
"Avrei bisogno di scopare con te"
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