martedì 6 settembre 2011

A me piace cantare Fausto Leali sotto la doccia



A me non piace il crime. Io non ho un i-phone. So usare un pochino Photoshop, ma comunque non possiedo un Mac. A dirla tutta il mio pc è vecchio, lento.
Cosa ci faccio io in quest’epoca?! Mi sento inadeguata.
Poi mi lamento abbastanza di stare in Italia? E la voglia di emigrare?! No, certo che no, mi devo impegnare di più, solo che sono pigra, Gesù, così pigra. Non ci faccio niente o quasi io qui. Con le scimmie mi dovevano mandare, ecco dove! In un falansterio, ecco dove!
Ascolto la musica. Perdo troppo tempo, cosa faccio qui, adesso? Hic et nunc, horror vacui, parole a caso degli insegnanti di un liceo Volta.
Mi hanno parlato di post-modernismo diverse volte, ma io non ho ancora capito cosa cazzo vuol dire.

Sei la luce più blu al limitar del tunnel. Ti avevo bisogno bianca o, che so, arancione, un bel colore caldo e confortante, confortevole.
Parlami ogni tanto perdio.
Ma che poi il diavolo ti porti, non mi importa.

Ciò che vorrei è essere Molcalin. Molcalin e non Cackij, lo dico davvero. Neanche uno facesse apposta, lo giuro sull’onore delle schiene distrutte di tutte quelle ragazze che fanno foto alla moda; lo giuro sull’onore di tutti quei secoli passati lasciando inalterate le fondamentali lamentele. Quanto tempo e le lamentele sono sempre identiche a sé stesse, sempre la solita solfa! Come quel buon vecchio amico delle nuove generazioni che diceva Secoli di poesia e siamo sempre al punto di partenza. Anzi, peggio, si è persino parlato di scimmie.

Il crime in prima serata non lo guardo mai, non mi piace, sono anche un po’ miope.

VIC

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