domenica 22 maggio 2011

I TEMPI IN CUI L'ONORE DI UN UOMO SI MISURAVA COI DUELLI

" A pensarci, perchè viviamo? Soltanto per soddisfare i capricci degli altri e stare in eterna schiavitù! George Sand ha quasi ragione. Che cos'è adesso la donna? Una creatura senza volontà, un giocattolo per le passioni e i capricci degli uomini. Soggetta a un mondo di giudici e indifesa nel mondo, deve nascondere la fiamma dei suoi sentimenti, o soffocarli nel fiore della sua giovinezza. Che cos'è la donna? Fin dall'adolescenza la si adorna come una vittima per venderla con profitto. La si accusa di amare soltanto se stessa e non le si permette di amare gli altri. Nel suo petto talvolta si agita la passione; la paura e la ragione scacciano quei pensieri e se in qualche modo, dimenticando il potere del mondo, ella lascia cadere il suo velo e si abbandona con tutta l'anima ai suoi sentimenti, addio felicità e serenità. Il mondo è sempre lo stesso: non vuole conoscere segreti; dall'apparenza e dall'abito valuterà l'onestà e il vizio, ma non sopporterà offese alla decenza e sarà implacabile il castigo... (Prova a leggere). No, non riesco a leggere... Mi ha turbata tutto questo ragioonare: lo temo come un nemico... e ricordando ciò che è stato, mi meraviglio di me stessa."

Così ragionava la Baronessa Stral all'inizio dell'atto II di quel "Un ballo in maschera" scritto da quel Lermontov cui fatale fu il colpo di pistola sparato dal nemico in duello. Giovane e tormentato, un pò come definì una volta sè stesso il mio caro vecchio professore di filosofia. Solo che lui, ecco, non ha fatto nessun duello e neanche, penso, si sia mai avvicinato a tale remota possibilità e in più assomiglia al commissario Winchester dei Simpson.

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