domenica 19 luglio 2009

bubble gum


Ecco, ora io, dopo questa orrenda giornata inutile- non so se lo sai, se l’hai capito, ma mi piace trascorrere intere orrende giornate inutili, lo trovo stimolante…- bhè sì insomma questa stupida domenica, mi sono messa a riguardare Annie Hall e mi rendo conto di quanto sia davvero uno dei miei film preferiti, di quelli che quando fai i test o devi compilare il tuo profilo e ti chiedono: quali sono i tuoi film preferiti? Bhè ci metterei Annie Hall, anche se poi quei così lì non li compilo mai seriamente, comunque, mi piace e non per quelle cose tipo tecniche cinematografiche ecc ecc di cui non mi sono mai interessata particolarmente, semplicemente per quel quid di inspiegabile presente in tanti film di Woody Hallen e, dicevo, ogni volta che lo riguardo c’è un nuovo pezzo o una frase che particolarmente mi piace. Il pezzo di stasera è la scena in cui, dopo essersi lasciato con Annie, è in cucina alle prese con le aragoste insieme a un’altra donna, a quest’altra donna che deve per forza trovare un perché alle affermazioni strampalate di Alvy: “Che significa? Io non capisco, dici sul serio o scherzi?” e lui che la guarda con una faccia che implora pietà. E sì, questo mi ha fatto riflettere, certo quelle riflessioni di pessima categoria, non su i massimi sistemi dell’universo, ma pur sempre di riflessioni si tratta, id est la mia impossibilità di comunicare. Voglio dire, non so se è colpa mia o delle persone che mi circondano, ma quando cerco di comunicare qualcosa di autentico, buon Dio mi riesce più difficile di quanto pensassi, specialmente ultimamente e ciò credo sia da correlare alla mia nevrosi in crescendo, quelle nevrosi dovute a tanti piccoli motivi per esempio sbalzi metropolitani-campagnoli, sentire le bocche che sbattono mentre mangiano,quell’orrenda musica della band di Gino o non so chi che giunge dal lago e non si arrende di fronte alle finestre chiuse, ci vuole un nonnulla per crearmi micro-nervosismi. Ma non divaghiamo, il problema è che amo comunicare andando avanti per ore a fare discorsi senza senso carichi di senso, mia madre lo può ben testimoniare, lei mi ascolta ben volentieri. Il problema si pone un po’ di più sul sociale, sì, poi mi viene da cantare “Sociability is hard enough for me”. Del resto, io non ci credo che si possano avere amici -nel senso di Amici- che siano tanto diversi da te, ben che meno un fidanzato e surrogati, del tipo “Gli opposti si attraggono, tantovalagattaallardochecilascialozampino” si può fare al più quando c’è un incontro d’anime tra due persone un po’ vuote, che possono condividere due vuoti e poi andare a farsi riciclare insieme, per il resto io non potrei mai mettermi con qualcuno che va ai concerti di Vasco Rossi. Oh ecco, vedi il mio stupido fanatismo pseudo-culturale?! Adesso neanche centrava, cerco di combatterlo ogni giorno con scarsi risultati, ormai ha fatto le radici, eppure per Dio sono nata e cresciuta ad Eupilio…
In fin dei conti questo discorso ha un suo senso debole, cioè quello che dopo vari anni in cui uno sperimenta più o meno con successo maschere, sorrisi e frasi sciocche, vorrebbe anche essere ripagato con il ritrovamento della sua Annie, nel mio caso certo gradirei se fosse un Annie di sesso maschile, indipendentemente come poi vada a finire, qualcuno con cui guardare il mondo dalla punta dei peli del coniglio (cfr. Sophie’s world ^_^), senza noie, senza “perché, non capisco, sei pazzo?”. Solo tante fini coincidenze e baudleriane corrèspondences, ahahha. E io che pensavo di averlo trovato, but that’s another fucking story…
Capisci, ora mi sembra tutto così banale, ed è mia, solo colpa mia, delle mie fissazioni,credo!

“What do you want? It was my first play. You're always trying to get things to come out perfectly in art because it's real difficult in life."

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