venerdì 18 maggio 2012

VINO

E' difficile dipingere con le parole, come è difficile dirti a parole quello che provo nel vedere delle immagini, che sono sensazioni senza alcun fine e senza nessun valore epistemologico. A un certo punto, si stava quando i Vittoriani iniziavano a essere visti perdenti alle elezioni, a quel punto allora un certo borioso che si definiva arguto, stiloso peggio di un trend setter (ho scoperto che adesso come professione uno può fare il trend-setter), ma anche un pò filosofo, si è messo a dire proprio questo, che l'arte deve essere create fine a sé stessa e vadano a farsi inculare i poeti vate, adesso ci siamo noi trend-setterz. Il problema è che poi si è fatto inculare anche lui da un giovincello bello e dannato e non ne sono uscite niente che scaramucce per lui. Del tipo che finii in prigione. Insomma che lui diceva "L'arte non rispecchia la vita, ma rispecchia voi ipocriti e fratelli spettatori"
(il corsivo è mio, anzi no di Baudelaire) e sono cazzi vostri sostanzialmente se volete iniziare a scavare sotto la superficie. Quindi quando trovi, mio fratello spettatore, un così ingegnoso gioco di parole è meglio che ridi, sguaiatamente anche, prima di capire che stai ridendo di te stesso.
Poi i Vittoriani sono caduti nell'oblio, sono arrivati i fan di Edward, nome che ai tempi ancora non era associato a un vampiro, e più o meno la situazione si mantenne la stesse, se non che nell'aria qualcuno iniziava a fiutare già l'inganno, ma è con la fine dei Georgiani che tutto lo schifo ebbe davvero inizio. La colpa fu di un colpo di pistola, adesso nella vostra mente si affolleranno frammenti di ricordi che recitano qualcosa come 14 giugno, Sarajevo, Austria, non doveva farlo cazzo!, la-goccia-che-fece-traboccare-il-vaso. Scoppiò la prima guerra mondiale; si mise Freud in mezzo ai piedi. Voi lo capite quanto potreste essere più felici adesso se Freud avesse deciso di non diventare l'ombra dietro la quale compiamo ogni nostro passo? No, non lo potete capire finché vi preoccupate di prendere il tè alle cinque in punto. Passons.
Si mise Freud in mezzo, che lo vogliamo o meno, esseri liberi quali non siamo per niente, e l'idea che forse tutti quei milioni di persone uccise dentro le trincee fosse stata dettata da ragioni irrazionali che sfuggono al nostro controllo iniziò a far spaventare a morte varie persone, specialmente i poeti, quei pochi rimasti, quelli che almeno da Wordsworth in poi, si sa, avevano una spiccata personalità, più in alto volavano dei commoners. Non era più il tempo di mettere in scena gag sul matrimonio in cui una vedova ringiovanisce di almeno dieci anni alla morte del marito, era tempo di dar voce alla tragedia, di dar voce alla terra guasta di cui si era scoperto così indelicatamente di essere gli abitanti. Lavoro non facile, non puoi mica scrivere un sonetto di 14 versi con rima incatenata su quanto faccia schifo tutto questo. Suonerebbe vizioso. Bisogna inventarsi qualcosa di nuovo, bisogna che tutto sia difficile così come lo è là fuori, bisogna scuotere il lettore dalla sua ignavia pecorile! Scuotiamolo! Scagliamoci lance contro.
E' successo in breve tempo che Einstein ha scoperto la teoria della relatività e tutti questi artisti hanno voluto applicare la legge scientifica nell'arte, questo lo dicono i manuali, ma probabilmente è una cazzata. Comunque comparvero, nell'arte, le signorine d'Avignone, il Ballet Mecanique in musica, l'arte delle arti, e Leopold Bloom divenne la persona inesistente che noi potremo arrivare a conoscere meglio di qualsiasi altra persona che mai conosceremo. L'orrore forse poteva ancora in qualche modo essere riscattato da un sentimento di umanità che ci permetteva di entrare nella mente di un altro, chissà. Tutti frammenti accostati per far fronte alle proprie rovine. E ha funzionato? No, non lo so, cosa ne posso sapere io mentre bevo un bicchiere di vino il venerdì sera.
La cosa certa è che di tutto questo quando Il ritratto di Dorian Gray è uscito negli Uci Cinema qualche anno fa ha riscosso grande successo tra i tamarri della nostra generazione, e quindi non so, a volte dubito che il Re Pescatore torni mai a riprendersi.
Ad ogni modo, i poeti, finchè esistettero, cercarono di dipingere con le parole ed essere ciclici
                                                                                                                                     felici?
I,  Tiresias

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