martedì 10 aprile 2012

Sono incazzata, perché non fanno più quelle incredibili mele e pere di Cezanne. Soprattutto le mele.

Bisogna gioire! Gioire, ecco cosa bisogna fare. Ma guarda che bel verbo e che bel sostantivo + articolo,  la gioia. Su per l'ugola, poi ti riempie la bocca, uno scoppio e fuoriesce tutto, qualora ti metta a cantare l'inno alla gioia di Beethoven. Freude, freude freude!
Ecco cosa bisogna fare.
Amici miei.
Quando le avversità ti colpiscono bisogna cambiare sostantivo, non avversità, bensì originalità.
Dunque tutto cambia.
Adesso ti fanno credere che i computer e le cose con sopra una mela siano l'unica realtà che conta, linee e formule matematiche. Vi svelo un segreto, con un computer e tutto il resto si può anche non vivere.
Ma "mio padre legge ancora il dizionario tutti i giorni. Crede che la vita dipenda dal tuo potere di padroneggiare le parole". Ecco come stanno le cose.
Tutto dipende dal titolo. Cezanne, prendiamo lui. Anche lui considerava le cose in modo originale, considerava anche le mele in modo originale, non era un semplice mucchietto di mele: ogni mela aveva la sua prospettiva, ogni mela aveva vita e luce propria. Eppure stavano lì tutte insieme e la mela verde conferiva del verde alla mela accanto, come quelle persone verdi che passano nella tua vita per poi diventare rosse e tu conservi un po' di quel verde sulla tua tavolozza colorata. Questo era il principio e di questo bisogna gioire, si capisce, perché quel verde rappresenta la libertà individuale che ti è rimasta di respingere tutto ciò che non sia verde e il verde ti fa bene. Ma, di nuovo, quante assurdità. Le mele di Cezanne non centrano poi molto, le ho tirate fuori per via del titolo e del mondo della apple e per il fatto che dopo le abbuffate pasquali mangiare delle mele di certo non potrà farvi male.

VIC

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