I
Ricordi dal sottosuolo dedicano al tema della
letteratura pagine capitali. Il protagonista ci informa di aver coltivato per tutta la vita "il bello e il sublime". egli ammira appassionatamente i grandi scrittori romantici. Ma è un balsamo velenoso ciò che quegli individui eccezionali versano sulle sue ferite psicologiche. I grandi slanci sviano dalla realtà senza liberare veramente, perché le ambizioni che risvegliano sono, in definitiva, terribilmente mondane. La vittima del romanticismo diventa sempre più inadatta alla vita ed esige contemporaneamente da essa cose sempre più esorbitanti.
L'individualismo letterario è una specie di droga di cui bisogna continuamente aumentare le dosi per procurarsi, a prezzo di sofferenze sempre accresciute, qualche dubbia estasi. La scissione fra "l'ideale" e la realtà sordida viene aggravata. Dopo aver fatto l'angelo, il personaggio del sottosuolo fa la bestia. Gli sdoppiamenti si moltiplicano. A questo, il
Sosia non era ancora arrivato.[...]
L'opera romantica (
Povera gente, La padrona, Le notti bianche, Il signor Procharcin, Umiliati e offesi e così via), dove la dualità della coscienza si rifletti in una netta divisione fra "buoni" e "cattivi", non può dunque salvare lo scrittore; essa lo chiude nel cerchio del suo orgoglio; perpetua il meccanismo di un'esistenza votata al fallimento e alla fascinazione. [...]
Tutte le opere del periodo romantico, con la parziale eccezione del
Sosia, non fanno che riflettere una dualità che le opere maggiori
rivelano. Il personaggio del sottosuolo è
al tempo stesso il personaggio "sognatore" e lirico delle opere sentimentali e il piccolo funzionario intrigante e ridicolo delle opere grottesche. Le due metà della coscienza sotterranea si sono unite. Non è la loro impossibile sintesi che lo scrittore ci presenta, ma la loro contrapposizione dolorosa in uno stesso individuo.
da René Girard
Dostoevskij, dal doppio all'unità