mercoledì 24 novembre 2010

Pathetic religion of sex and cryin'


Un tempo mi piaceva da morire Pete Doherty, nell'adolescenza. Una diavolo di stalker, con mille mila sue foto salvate sul pc.
Ad ogni modo, Pete Doherty capita nel mio discorso non perchè ora mi importi più di tanto di lui e di quale fine abbia fatto, ma semplicemente perchè ho pensato: poco tempo mi è rimasto per scrivere qui, tempo, voglia anche, ma non si può parlare proprio di voglia. C'era Pete Doherty, proprio lui per l'appunto, che diceva it's only blood from broken hearts that writes the words to every song.
E ora quel sangue lì, che mi piaccia o meno, si è rinsecchito e solo ora mi rendo conto dei miliardi di parole che ho speso per descriverlo quando era ancora nel suo rosso più vivo e quanto invece, divinamente inconscia, non gli abbia rivolto neanche la minima attenzione nel momento in cui la fonte si è esaurita. Anzi, è partita. A volte l'istinto è utile come la Bellezza per un cieco.
Non è che sia niente di straordinariamente positivo, niente di straordinariamente negativo, per ora a rigore non posso neanche chiamarla felicità, per ora non posso chiamarla niente e sicuramente non è il tempo ad avere qualche problema -lo diceva un qualche personaggio di Godard che ora non ricordo-!
C'era Pete Doherty, poi c'era Ferretti con il suo stato emotivo del non studio, non lavoro, non guardo la tv, non vado al cinema, non faccio sport. Ecco.
Almeno lui adesso ha trovato la fede.
vic
spiegazione di questo post è probabilmente in tanti tanti precedenti

Nessun commento:

Posta un commento