Per una volta vorrei essere completamente seria, per una delle poche cose per cui vale la pena di essere seri.
Venerdì si stava facendo lezione, letteratura inglese. Ebbene, il prof. ha esordito dicendo: "Sinceramente ragazzi mi trovo in serio imbarazzo a fare lezione in queste condizioni. Noi siamo qui, a leggere bellissime poesie di Keats e Wordsworth e fuori insorge sempre di più la protesta. E chissà per quanto ancora potremo andare avanti a studiare tutte queste cose, visto ciò che stanno facendo all'università. "
E ha continuato spiegandoci in che situazione versano i docenti, la scarsità degli stessi all'interno del sistema universitario, gli stipendi miseri o praticamente inesistenti della maggior parte dei ricercatori che tentano di inserirsi in modo stabile in quel mondo, la decadenza della qualità dell'insegnamento e dei programmi di studio proprio a causa di questi continui tagli ai fondi, tagli che costringono i professori a caricarsi di più corsi insieme in una volta, con la conseguente mancanza di tempo materiale per fare nuove ricerche e nuovi studi atti a preparare dei nuovi programmi avanzati più interessanti e stimolanti. Questo è quello che sta succedendo a un'università statale come la nostra: retrocedere a un livello quasi liceale per la mancanza di finanziamento e tutto ciò fa veramente accendere la rabbia come raramente è capitato prima. Succede poi che "i grandi e i potenti" si stupiscano se gli studenti insorgono, se decidono di passare la notte sul tetto della facoltà a meno cinque gradi, se si mettono a scalare il Colosseo e la Torre di Pisa, come se, provocati, non dovessimo reagire, dovessimo accettare muti e consenzienti che la signora Gelmini ci privi anche del diritto a una seria preparazione universitaria. E poi, poi ci tocca vedere in tv Emilio Fede che inneggia aspramente contro queste forme di estremismo chiaramente rosso, sottolineando come in un paese DEMOCRATICO come l'Italia queste forme di inciviltà siano inaccettabili, gli studenti andrebbero menati! (sì, effettivamente caro Fede sono stati menati, manganelli e violenza non sono stati risparmiati!)
Ebbene, di fronte a queste parole ignobili l'unica cosa che si può fare non è altro che andare avanti imperterriti: con le proteste, le manifestazioni, senza ascoltare quelli che le definiscono atti fini a sè stessi e privi di qualsiasi utilità, perchè, al contrario, sono di fatto l'unico mezzo che noi studenti possediamo per dimostrare che il signor Emilio Fede ha un concetto tutto suo di democrazia, che questa è la vera democrazia: stare insieme e condividere un credo e battersi per mantenerlo, non abbandoniamo del tutto la nostra coscienza di partecipare attivamente. La cultura è storicamente qualcosa di generalmente inviso al sistema costituito perchè insegna alle menti a pensare con la propria testa e a crearsi delle opinioni, cosa di cui le persone di potere farebbero volentieri a meno per ovvie ragioni. Così il signor Bondi prova a dire che la cultura è un optional, ma forse lo sarà per lui, forse vorrebbe che sia così, ma non lo è, è chiaro che non lo è: la cultura è pane e vita, vadano a leggersi il Convivio il signor Bondi e la signora Gelmini, se ancora non l'hanno fatto. L'italia sorge su queste pietre, di cultura e sapere che alcuni tra i più grandi intellettuali mai esistiti gettarono proprio qui, nel nostro paese, già a partire dalla seconda metà dell' XI secolo e non può far altro che arrabbiare, arrabbiare profondamente che adesso invece violentino così la cultura e la definiscano un optional. Diciamo che noi che di cultura viviamo, che amiamo dal profondo ciò che studiamo perchè pensiamo che sia uno dei pochi modi per imparare davvero a pensare in modo critico, cioè con capacità di discernere senza accettare tutte quelle demenze che ci lanciano addosso, bhè noi più che arrabbiati siamo proprio incazzati. Il signor Bondi dice che con la cultura non si mangia, io dico che seguendo i pensieri criminali del signor Bondi ci troveremmo a essere in mezzo a un popolo di scimmie e basta, allora sì che saranno finalmente contenti, con le scimmie!
Io preferisco leggere questi di pensieri:
di Dario Fo
LE UOVA DEL NUOVO '68
"Ne prenda atto e si rassegni chi ha paura della forza della parola e del gesto. Gli slogan urlati, le uova lanciate non partono dalla pancia. Hanno origine dalla testa. Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Palermo: gli studenti stanno protestando contro l'assassinio dei propri diritti con una consapevolezza che generazioni di loro predecessori avevano relegato ad un ricordo cristallizzato nelle foto in bianco e nero.
Occorre tornare al '68 per ritrovare una tensione positiva come quella avvertita in questi giorni. Ragazzi e ragazze sono di nuovo in piazza, con la parola "piazza" che fa tremare chi ha paura della democrazia e fa tirare un sospiro di sollievo e di speranza a chi ha l'intelligenza di leggere tra le righe. Quanto succede oggi è del tutto simile a quanto accadeva nel '68: i giovani ora salgono sui tetti, praticano forme di protesta che sono tate già adottate anche dagli operai. Gli studenti, soprattutto, ci ricordano che la politica ci ha disgustato, ma che non basta urlare. Loro lo hanno capito. Pensano, poi agiscono. Non li muove un risentimento meccanico, greve, viscerale, ma proveniente dall'area del razionale: è pensato, elaborato, è un gettarsi in una mischisa che è prima di tutto intellettuale.
Ed è un risentimento necessario: incarna l'impossibilità di rimanere fermi di fronte alla violenza e al grottesco di un governo che sta portando avanti il suo programma di distruzione scientifica del sapere. Ogni parola, ogni slogan, ogni uovo lanciato è un mattone fatto della stessa materia di cui è fatto il futuro: sono colpi di cazzuola e manciate di cemento a sostegno di un'istruzione da puntellare ad ogni costo perchè non crolli in un cumulo di macerie."