martedì 15 settembre 2009

Se fossi una scrittrice vorrei assomigliare a... e la sinistra, dammi tre parole:sole, cuore, amore

Il mio instancabile nomadismo mi porta su e giù continuamente tra Eupilio e Milano e la mia instancabile pazienza riesce a farmi accettare l'odiosissimo viaggio sulle Nord, sull'odiosissima tratta Milano-Asso, che sembra non finire mai. Penso che farebbe prima Dante a scendere negli Inferi, prendersi un caffè con Farinata degli Uberti, fare una passeggiata su per la collinetta del Purgatorio con il caro Bonagiunta e disegnare gli angioletti con Bea su in Paradiso, e nel frattempo io sarei ancora lì, confinata nell'amena stazione di Inverigo a imprecare e a chiedermi perchè diavolo di un diavolaccio quel treno è fermo sulle rotaie da almeno mezz'ora. E inoltre, a ben pensarci, l'andata e il ritorno mi costano più di un volo with Ryan Air che ne so, per Londra per esempio. Tralasciamo! Tuttavia bisogna pur trovare un'occupazione durante questo simpatico viaggetto tra i paesi della Brianza e c'è da dire che compreso nel prezzo le Ferrovie Nord ti offrono un'ampia gamma di possibilità: 1. Sbirciare il libro che sta leggendo il tuo vicino di sedile, certamente uno di quei business man in carriera con cravatta, completo e qualche affare tecnologico a completargli l'outfit, e ridere sotto i baffi quando scopri che si tratta di un divertente manuale che ti insegna l'atteggiamento corretto da tenere durante gli incontri di lavoro per riuscire a portarsi a casa un buon affare: sii sicuro di te stesso, non parlare troppo velocemente e mantieni un tono di voce grave e rispettabile...grave e rispettabile! Gesù, un vero manuale di sopravvivenza insomma... 2. Se non ti piace l'uomo in carriera alla disperata ricerca di un pò di self-esteem, puoi sempre ripiegare sul gruppo di quarantenni o giù di lì che prendono il treno come luogo privilegiato per tenere le loro personali conferenze su questioni casalinghe o più in generale familiari. Devo dire che prima di prendere il treno non sapevo cucinare quasi nulla, ascoltando loro Gualtiero Marchesi potrebbe assumermi come aiuto-chef....Tesoro, ma veramente tu metti solo 200 gr. di zucchero nel salame al cioccolato??! Almeno 250, due-cento-cinqu-anta, altrimenti rischia di risultare troppo amaro stella! E tuo marito? Tuo marito non ha ancora accettato la presenza di tua madre in casa..oh, gli uomini non cambiano mai...Ma hai provato la dieta del cocomero?? Me l'ha consigliata la ****, lei dice di aver perso 4 kg ma a me sembra sempre la stessa... E' incredibile qualsiasi treno prenda, un gruppo di questa categoria di donne è sempre presente e altrettanto incredibile è come non riescano a trascorrere un minuto, e dico un minuto, senza tenere la bocca chiusa, a volte me le immagino tirarsi i capelli, mordersi il braccio mentre urlano: Stai zitta un pò adesso, anch'io voglio dire la mia ricetta! Anche ioooooo....E io che prontamente intervengo e le salvo da questo disastro imminente e dico loro che è tutto a posto, che tutte le ricette verrano esposte ai presenti 3. Tuttavia debbo ammettere che lo spettacolo più variopinto di tipi umani si presenta nelle ore scolastiche, tu sei lì, tranquillo -ma pur sempre vigile nel caso qualche scarafaggio sbucasse improvvisamente dal sedile- ed ecco che loro, audaci, quasi violenti, ti circondano, ti piombano addosso e, per non scompattarsi (esiste questo verbo? vabbè..), senza pudore a tratti ti si siedono in braccio e protestare è inutile, il giorno dopo rischi anche di trovare una loro richiesta d'amicizia su facebook, per qualche arcano mistero, cosìcche non ti resta che infilarti le cuffie nell'orecchio a tutto volume e cantare Gino Paoli, noto anti-stress: Che cosa c'èèèèè, c'è che mi sono innamorato di te, c'è che ti voglio tanto bene... E chiaramente la dedichi al tuo nuovo e inaspettato compagno di sedile!
Ma alla fine di tutto questo sproloquio inutile io cosa volevo dire?! Ah sì, il titolo dice 'se fossi una scrittrice vorrei assomigliare a...' ,perchè oggi in treno, chiaramente dopo aver imparato i giusti tempi di cottura dell'anatra arrosto, mi sono concentrata nella lettura del polacco Kundera e io trovo il suo stile semplicemente meraviglioso, con quella sua naturale capacità di mescolare intelligenza ed ironia che gli invidio tanto. Raramente mi annoio leggendo una sua pagina e questo anche se nel frattempo sta parlando dell'Essere metafisico e della sua insostenible leggerezza (cit.), per questo se-fossi-una-scrittrice-vorrei-assomigliare-a, lui sarebbe uno dei primi nomi della lista (e comunque Fedor, rimane sempre Fedor!)

La nudità. Conservo un ritaglio del "Noveau Observateur" dell'ottobre 1993; è un sondaggio: hanno inviato a 1200 persone che si dichiaravano di sinistra un elenco di 210 parole e loro dovevano sottolineare quelle di cui subivano il fascino, quelle a cui erano sensibili, che trovavano attraenti e simpatiche; qualche anno prima era stato fatto lo stesso sondaggio: a quell'epoca fra le stesse 210 parole ce n'erano 18 sulle quali le persone di sinistra si erano trovate d'accordo confermando così l'esistenza di un comune sentire. Oggi le parole amate si sono ridotte a tre. Solo tre parole su cui la sinistra può trovarsi d'accordo? Che tracollo! Che declino! E quali sono queste tre parole? Sentite qua: ribellione; rosso; nudità.
Ribellione e rosso sono un'ovvietà. Ma che al di là di queste due parole l'unica a far battere il cuore della gente di sinistra sia la nudità, che l'unico patrimonio simbolico comune sia ormai la nudità, è stupefacente. E' questo dunque il solo retaggio di 200 magnifici anni di storia, solennemete inaugurati con la Rivoluzione Francese, è questo il retaggio di Robespierre, di Danton, di Jaurès, di Rosa Luxemburg, di Lenin, di Gramsci, di Aragon, di Che Guevara? La nudità? Il ventre nudo, i coglioni nudi, le chiappe nude? E' questo l'ultimo vessillo all'ombra del quale gli estremi drappelli della sinistra simulano ancora la loro grande marcia attraverso i secoli? Ma perchè proprio la nudità? Che cosa significa per le persone di sinistra questa parola che hanno sottolineato nell'elenco inviato loro da un istituto di sondaggi? Mi ricordo un corteo di giovani estremisti di sinistra che negli anni Sessanta, in Germania, per manifestare la loro collera contro qualcosa (non so più se una centrale nucleare, o contro una guerra, o contro il potere del denaro), si spogliarono e marciarono, nudi e urlanti per le strade di una grande città tedesca. Che cosa doveva esprimere la loro nudità? Ipotesi numero uno: rappresentava ai loro occhi la più cara di tutte le libertà, il più minacciato di tutti i valori. I giovani estremisti tedeschi attraversavano la città mostrando i genitali come i cristiani perseguitati andavano al martirio portando sulle spalle la croce di legno. Ipotesi numero due: i giovani estremisti tedeschi non volevano inalberare il simbolo di un valore, ma, semplicemente, scandalizzare un pubblico che detestavano. Scandalizzarlo, spaventarlo, indignarlo. Bombardarlo di merda di elefante. Scaricargli addosso tutte le fogne dell'universo. Strano dilemma: la nudità è il simbolo del più grande di tutti i valori o è la più grande immondizia da lanciare come una bomba di escrementi sulla turba dei nemici? E che cosa rappresenta per Vincent, che ripete a Julie: "Spogliati!", e aggiunge: "Facciamo un grande happening sotto gli occhi di questi malchiavati!" ? E che cosa rappresenta per Julie, che dolcimente e persino con una certa sollecitudine dice: "Perchè no?" e si sbottona il vestito?

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