A volte mi sovviene, guardando Skins -sì, tipico telefilm britannico, con adolescenti complessati che vivono esperienze al limite della veridicità, tronfi del loro universo fatto di sesso,droga e rapporti complicati-, di riflettere sull'esistenza. Oh, certo, che pensiero profondo riflettere sull'esistenza umana, andare alla ricerca di una risposta al quesito ancestrale:- Esiste un Dio e se esiste si cura di quello che faccio o è impegnato a giocare a scacchi con il suo coro di angioletti tutt'intorno?! Socrate sarebbe certamente fiero di me. Tuttavia è così. Non che eserciti e metta in moto la facoltà che mi rende diversa dagli altri animali solo quando guardo Skins, solo che oggi, per qualche strana ragione, vedere la puntata in cui muore il padre di Sid, quando lui entra in casa e vede il corpo di suo padre immobile, freddo, seduto sulla sua poltrona nella stessa posizione in cui l'aveva lasciato la sera prima, una mano che impugna ancora il bicchiere e l'altra che regge ciò che è rimasto del mozzicone di una sigaretta, bhè mi ha messo una tristezza enorme. Per come a volte la vita possa essere insulsa, per come sia profondamente insulso morire su una stupida poltrona in completa solitudine dopo aver combattuto nell'anonimato le tue piccole battaglie quotidiane a cui inevitabilmente finisci per attribuire una grande importanza! E chissà se poi Dio smetterà di giocare con i suoi angioletti per accoglierti e aprirti le porte del Settimo Cielo, dell'agognato Empireo??! Ma non vorrei finire, dato il mio materialismo in via di formazione a proposito di questo argomento, con l'essere troppo blasfema. Tuttavia mi resta inevitabile pensare se oltre al concetto racchiuso in quella spledida poesiola di Orazio, quella del Carpe Diem, per intenderci, resti qualcos'altro degno di considerazione..voglio dire, pensandoci, quei versi restano alcune tra le cose più intelligenti che siano mai state composte e tanto precocemente! E sinceramente non lo so, sono convinta di essere troppo giovane e troppo ignorante per trovare una risposta. L'unica soluzione è non interrogarsi affatto però, no, non è così che funziona e personalmente sono troppo ossessionata da questo pensiero che per andare avanti sia necessario essere ottimisti, mentre invece, ricordi ormai passati di liceo, mi si illuminavano gli occhi quando il mio buon vecchio professore di filosofia mi diceva: - Signorì, mi parli unppò di Schopenhauer (con inevitabile storpiatura salernitana della pronuncia!). Il mio poco salutare maestro di vita.
Ma non prestate troppa fede alle mie parole, se vi capita di vedere Skins, seguite il loro esempio: fate sesso, drogatevi e abbiate rapporti complicati! Oddio, non è che mi censurano? Scherzavo! Elogio alla moderazione.
Non chiederti -non è dato saperlo- quale fine a me e a te
abbiano gli Dei assegnato, Leucònoe, e non interrogare le cabale
di Babilonia. Meglio, qualsiasi cosa accadrà, sopportarla!
Molti inverni ci abbia Giove concesso, o ultimo questo
che ora contro opposte scogliere affatica il mare Tirreno,
filtra, saggia, i vini e per un breve spazio una speranza
lunga recidi. Noi parliamo, e già è fuggita l'invidiosa
età. Afferra l'oggi, meno che puoi credendo nel domani.
(Orazio - Carmina, I, 11)
(traduzione italiana -con la quale viene a mancare tutto il fascino e il ritmo dell'esametro!- a cura di P. Bufalini)
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