mercoledì 30 settembre 2009
Capisco come chi non ha veramente dei problemi possa appoggiare ciecamente un uomo che promette di risolverli, tanto che lo faccia o meno resta loro quasi del tutto indifferente. Sono, platonicamente parlando, nella loro confortante caverna e non è un loro desiderio rendersi più critici o consapevoli provando ad uscire alla luce del sole. Questo è quanto. Questa mattina guardavo Omnibus su La7 e un tizio -pardonnez moi ma proprio non ricordo il nome- ha fatto un'osservazione credo intelligente, su cui non avevo mai riflettuto. Il Pdl ha scelto demagogicamente di chiamarsi popolo e non partito: partito è un luogo chiuso, dove circolano certe idee circoscritte , il successore del cosidetto gabinetto; scegliere invece la denominazione popolo implica volersi riconoscere una totalità onnicomprensiva e di conseguenza porsi come l'unica voce possibile, senza neanche creare la potenzialità di una concorrenza. Bhè io credo che questo la dica lunga su come ideologicamente si stia portando avanti un tipo di propaganda tipica dei regimi totalitaristi, non che questo sia un regime totalitarista perchè quelli sono stati ben peggio come la storia ci insegna, tuttavia è innegabile che le radici si inseriscano su quel terreno. E in conclusione chiamarsi popolo della libertà mi suona tanto come una presa per il culo quant'è vero che 2+2=4, la libertà dov'è? Un' illustre tradizione di pensatori ha provato a dare una risposta a questo quesito tanto irrisolvibile, il nostro caro Pdl, per fare prima, vorrebbe fare un drastico taglio sul campo delle scelte, così si elimina la possibilià di arbitrio, così non si ha più un oggetto su cui esercitare la propria libertà e la libertà sono loro! bello...Liberté, egalité, fraternité
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