lunedì 25 ottobre 2010
domenica 24 ottobre 2010
CIGARETTE SMOKER = FIONA
Credo di essere completamente sconvolta dalla realtà.
Diciamocelo: io non vivo tanto spesso nella realtà, mentalmente parlando. Ma accade, ahimè, che ogni tanto la Realtà, ora personificata in suprema Signora del Male, si risenta di questa mia assenza e allora viene e inizia a scuotermi violentemente, ce l'ha con me e mi lascia in queste condizioni pietose di annebbiamento/stordimento, un pò come quando ti tirano un pugno di quelli forti (non che io ne abbia mai ricevuto uno, ma suppongo).
Ho bisogno di trovare qualche sconosciuto, assolutamente sconosciuto, a cui raccontare questa cosa.
Secondo Hermann Hesse questo sarebbe il momento di leggere Dostoevskij (se qualcuno ha letto il saggio di Hermann Hesse sull'Idiota capirà il perchè). E' il momento, cazzo, non potrebbe esserci circostanza migliore.
La realtà penetra con veleno. diretto all'aorta.
Non lo so, mi verrebbe da chiamare in causa l'intera schiera di dei che abitano l'Olimpo per questi mesi. Tutti, quei fottuti bastardi, che mi diano almeno un antidoto.
Cos'è successo a complicarmi così le cose?
a) mi è morto il gatto che si chiamava Zeus
b) la mia migliore amica mi ha rubato il ragazzo che mi piaceva che si chiamava Hermes
c) mi sono rotta una gamba mentre ero intenta a festeggiare il dio Bacco
d) altro
Vi dirò solo che...
Al diavolo, neanche scrivere qui è un antidoto.
Gli dei non centrano niente.
venerdì 22 ottobre 2010
IL MIO MAESTRO pt.1
C'è un saggio di Hermann Hesse su Dostoevskij che io trovo fantastico.
Eccone una parte:
"Il borghese che legge Delitto e Castigo e che, steso sul canapè, attinge a questo mondo spettrale un brivido piacevole, non è il vero lettore di Dostoevskij, come non lo è il dotto e il raffinato che ammira la psicologia dei suoi romanzi e scrive buoni saggi sulla sua Weltanschauung. Dobbiamo leggere Dostoevskij quando ci sentiamo a terra, quando abbiamo sofferto sino ai limiti del tollerabile e tutta la vita ci duole come un'unica piaga bruciante e cocente, quando respiriamo la disperazione e siamo morti di mille morti sconsolate. Allora, nel momento in cui - soli e paralizzati in mezzo allo squallore - volgiamo lo sguardo alla vita e non la comprendiamo nella sua splendida, selvaggia crudeltà e non ne vogliamo più sapere, allora, ecco, siamo maturi per la musica di questo terribile e magnifico poeta."
Etichette:
Dostoevskij,
ecco,
Hermann Hesse,
La Nausea
giovedì 21 ottobre 2010
MY FAIR LADY
" Vedo che questa lettera mi sta portando dove non intendevo arrivare. Non volevo litigare con te. Non volevo discutere. Fa così male. Speravo di essere più equilibrata nei tuoi confronti ma quando mi rivolgo a te, e tu non ci sei, risuona ancora in me quella voce, il senso di offesa, la nostalgia di un'occasione perduta. Mi interromperò qui. Non sono disposta a sentirmi parlare in questo modo ( e non sono ancora capace, purtroppo, di cancellare quello che provo per te)".
CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO
David Grossman
Ce l'ha lui dalla parte del manico.
Lo consiglio per chi ha perso qualcosa. Magari lo ritrova.
martedì 19 ottobre 2010
TRAVEL. WORLD. LET'S GO!
Mi piace terribilmente fotografare piccoli momenti di vita quotidiana. Quando le persone si svegliano al mattino e si preparano il caffè è uno dei migliori. Io che mi sveglio al mattino dopo che il piumone ha a lungo lottato per tenermi con sè (il piumone, nient'altro...-.-), metto la moka sul fuoco e intanto canticchio insieme a Mr. E in sottofondo, quello che per me assomiglia a Dio.
In questi momenti mi sembra tutto abbastanza piacevole e, soprattutto, accettabile. Va bene.
Poi che capiti quel che deve capitare.
LOVE, VIC
"I like the way this is going
I dont care about the past,
none of it was made to last,
it's not what who you've known,
but who you're knowing,
I like the way this is going
I like the way this is going"
none of it was made to last,
it's not what who you've known,
but who you're knowing,
I like the way this is going
I like the way this is going"
ps: la prima immagine: è poco realistica
lunedì 18 ottobre 2010
VIVA I NATIONAL, DAVVERO!
Citazione (non ho il testo davanti ai miei occhi, ma dovrebbe essere proprio così):
"Spero che le tue canzoni ti portino lontano.
E io invece volevo starti vicino".
E' un po' come quando gli altri mi vengono a dire:
"Io credo che da oggi puoi dire fine". (cit.)
E io invece volevo scrivere PRIMO CAPITOLO.
[...]
Oggi ho scoperto che mi piacciono i National. Molto anche.
NON TI PUOI IMMAGINARE DI QUANTE ALLUSIONI A TE IL MONDO SIA PIENO.
E a me, non va più di tanto questa cosa. Sinceramente mi fa proprio paura.
Gli altoparlanti del mio stereo trasmettono i National oggi.
Poi ho pensato quanto siamo più o meno tutti troppo megalomani. Vediamo scritto qualcosa e pensiamo subito sia diretto a noi, solo che il 90% delle volte non è proprio così.
vic
GOODBYE LENIN!
Di nuovo. Oggi mi sento troppo nerd, l'ho già detto. Ho la testa che vortica in questi giorni, sul serio. Ho troppo, troppo, troppo. troppe idee. Mia sorella mi ha consigliato di chiedere a mio padre di procurarmi un pezzo di marmo e iniziare a scolpire. Potrei anche farlo volendo. Certo. Prendo il mio pezzo di marmo, inizio a vagare per le foreste tedesche (proprio le foreste tedesche devono essere) e intanto scolpisco. Faccio il Boccadoro della situazione insomma e Boccadoro non viene fuori da qualche film porno di bassa schiatta, è il Boccadoro di Narciso e Boccadoro by Hermann Hesse tanto per intenderci. Ma non lo so, però brucia.
Avete presente "I prigioni" di Michelangelo? Splendidi nel ricordare in quale condizione ci si ritrova a lungo andare.
Domani non ho voglia di andare all'università, in realtà per qualche strano motivo, non ho voglia neanche di andare a Milano. Per qualche strano motivo ho voglia di restare a cullarmi qui nel mio paesino, nelle mie montagne, vedere i visi dei miei genitori, bermi una tazza di tè con il mio cane moribondo accanto, svegliarmi presto e fare una passeggiata al lago con una giacca di qualche taglia più grande della mia. Cose così, ma non confondermi nell'alienazione della città. E credo sarà esattamente quello che farò.
Dev'esserci stata qualche strana scossa perchè le cornici dei quadri in salotto erano appese tutte storte.
1) Comunque boh, io credo che esistano poche melodie più squisitamente sublimi dell'intro di Nude. Thom Yorke è un genio e mi piacerebbe tanto conoscere sua moglie Rachel.
2) Maratone sulle tue arterie, sulle diramazioni autostradali. sui lavori in corso. solo per farti venire.
Ma venire in che senso?
3) Con la magia che mi sale su per tutta la schiena, per favore, ti prego, potresti leggere la mia mente?!
Ho voglia di qualcosa e di qualcuno da chiamare veramente "casa".
vic
domenica 17 ottobre 2010
sono nata per regalarti un cottage in Svezia
lascio in giro ovunque pezzi di carta che parlano di te. carboncino o inchiostro che ti ricordino.
perchè non so descriverti meglio se non entro consonanti ruvide spezzate, linee distorte rovesciate che solo a un certo punto si incontrano.
non so descriverti meglio delle frasi in cui ti racchiudo per non perderti del tutto. sul frigorifero della cucina, a coprire le crepe del soffitto, sullo specchio del bagno con il rossetto rosso. cercami sotto il materasso.
posso affittarti una galleria d'arte? voglio che ti guardino senza poterti toccare.
posso affittarti una città bellissima solo per noi? affittarti un pomeriggio che sà di tè alla vaniglia e un amore che Prèvert ne arrossirebbe. voglio che ci guardino senza poterci toccare.
vic
sabato 16 ottobre 2010
A tre anni volevo fare il cuoco, a cinque volevo già essere Napoleone.
Vorrei riferire quanto sia stato bello, edificante, illuminante, gratificante, generalmente -ante ecc. andare a vedere la mostra di Dalì a Palazzo Reale. Vorrei. Esprimere a parole quell'incredibile lavoro che lui fece con pennelli, colori, palle di pelo e quant'altro. Si prodigano già i libri di storia dell'arte in questo, con le loro parole difficili e l'ipotassi. Vorrei, e per lui è tanto semplice, figuratevi che basta una sola parola: genio.
Dalì era un geniaccio e lo era per i suoi quadri, per ogni suo gesto, per la sua casa, per i suoi baffi, per il modo in cui articolava parole, per le sue parole, un afflato di genio che lo circondava tutto e circondava il suo mondo fatto di oggetti strambi come la tomba-look-a-like nella quale riposava, di fronte all'altare della madonna. Era un genio perchè nelle interviste citava Rimbaud e Rimbaud è stato uno dei più geni di tutti, insieme a Raffaello per esempio, e ci vuole anche del genio per riconoscere che Rimbaud e la storia del ritorno al grembo, alla madre era veramente geniale...e aveva 17 anni, roba che poi ti senti un fallito.
Comunque...
Per non parlare dei titoli. I titoli delle sue opere: DUE PEZZI DI PANE ESPRIMONO IL SENTIMENTO DELL'AMORE e lì i pezzi di pane, VENERE DI MILO CON CASSETTI, LA PIETA' ECO-GEOLOGICA, LUCE CRIMINALMENTE MALINCONICA DI UN SOLE AL TRAMONTO e via di seguito. Titoli geniali che quasi mi sarebbe bastata la targhetta con scritto il titolo dell'opera per rimanere soddisfatta.
E' bello perchè paghi sette euro circa, però poi è come se ti trovassi sul serio in un sogno: ciò che Dalì faceva era sfruttare tutte le irregolarità percettive dei nostri sensi o deformare la percezione stessa creando immagini che si componevano-scomponevano una nell'altra, deformava gli oggetti fino a rendere il senso del loro essere labile come i confini di un sogno, accostava l'inaccostabile, poneva una bambina minuscola che salta la corda in un enorme tela dove a regnare è il blu, l'azzurro e una totale mancanza della dimensione del tempo o dello spazio quale la possa avere un uomo d'affari che lavora a Cordusio.
Nella realtà ci sforziamo, per quanto è possibile, di non lasciare che troppa ambiguità ci renda poco credibili, lui costringeva lo spettatore a essere ambiguo, a pensare con ambiguità, a farsi cullare dalla stessa. ritrovare così il surreale.
Lui diceva che anche i sogni possono fungere da soggiorno, e un pò c'è da credergli.
"La scoperta delle immagini invisibili era scritta nel mio destino. Vedere le immagini prendere una forma sempre più precisa quando fissavo le macchie di umidità di un vecchio muro costituì uno dei miei giochi preferiti e più avvincenti della mia infanzia. Potevo vedere tutte le cose...tanto è prolifica la fonte delle visioni paranoiche"
SALVADOR DALì
IO NON SONO PAZZO
"Dalla Rivoluzione francese si è sviluppata la viziosa tendenza rincretinente a pensare che i geni (a parte la loro opera) siano degli esseri umani più o meno simili in tutto al resto dei comuni mortali. Ciò è falso. E se ciò è falso per me che sono, nella nostra epoca, il genio dalla spiritualità più vasta, un vero genio moderno, è ancora più falso per i geni che incarnarono l'apogeo del Rinascimento, come Raffaello genio quasi divino. Questo libro testimonierà che la vita quotidiana di un genio, il suo sonno, la sua digestione, le sue estasi, le sue unghie, i suoi raffreddori, il suo sangue, la sua vita e la sua morte sono essenzialmente differenti da quelli della restante umanità."
SALVADOR DALì
DIARIO DI UN GENIO
"Il mio obiettivo?
Sistematizzare la confusione
e contribuire all'assoluto discredito
del mondo reale".
(nell'immagine: Salvador Dalì con sua moglie Gala; Battaglia tra le nuvole)
VIC
venerdì 15 ottobre 2010
BUONANOTTE, VIAGGIA BENE
Non mi viene in mente niente di interessante da scrivere, cazzo. anche perchè poi l'ispirazione non conosce via e non conosce movimento, esiste in modo istantaneo, presenzia in modo instantaneo, un pò come faceva Dio, quando a catechismo mi spiegavano che aleggiava sulle acque, era tutto buio e lui aleggiava, col barbone e vestito di bianco, stava lì, e poi è successo tutto il casino che è successo: l'Eden, i serpenti, la città di Babilonia, Nerone che incendia i cristiani, le streghe sui roghi, Hitler che odia gli ebrei e Woody Allen che è un ebreo represso.e poi anche io, che sono qui a scrivere che non so cosa scrivere. Indi, potrei evitare di farlo. Solo che è venerdì sera e non mi va di uscire per tre motivi essenziali:
1. Me ne potrebbe fregare di meno ora come ora di finire a un qualche party dove c'è gente del tipo che si mette i crocefissi al collo e poi dice 'minchia io sono ateo, ma mi metto il crocefisso al collo perchè è trasgressivo e io me ne frego un po' di tutto', folle di beoti che fanno a gara per chi si concia peggio per essere alternativi risultando poi un assemblaggio di umanità molto alternativamente tutta uguale agli altri e trovano compiacimento in questo. trovano compiacimento nel citare Charles Bukowski affinchè li legittimi. Vabbè fate pure. Mi state tutti sulle palle, sappiatelo, quasi quanto i fashion bloggers. e poi sto continuando a citare continuamente la storia di 'Dio', che sinceramente io mi figuro uguale a Mr.E cantante degli Eels. Ah, questi rotti in culo mi stanno ancora più sulle palle perchè poi intasano la home page di Fb con mille album con mille foto (sempre tutte uguali chiaramente) dove fanno vedere come si divertono, mentre a me FB serve per controllare la situazione.
2. Avevo pensato di infilarmi i miei guanti di gomma gialla e pulire la cucina.
3. Ieri sera si è usciti, no. Dopo una settimana di vecchietudine dentro passata a rimandare ogni sera il varco della porta di casa perchè: "No, zero, cioè io sono troppo stanca, l'università mi distrugge. Dai, domani, va bene?! Baci baci", ieri sera sì è partiti con il piede giusto "Andiamo in birreria a Corvetto, fighissima, finalmente beviamo bla bla bla, siamo a Milano cazzo, non usciamo mai bla bla bla". Bhè un finale tutto da intuire: non abbiamo fatto in tempo a mangiare una pizza che tutta la poesia era scomparsa, i reumatismi sono tornati, si è sfoderata la copertina e in men che non si dica sul tavolo della cucina si stava giocando a scopa e io, non essendo mai stata un'arguta giocatrice di carte, anzi, mai stata una giocatrice di carte del tutto, mi sono ritrovata stesa sul divano con un bicchiere di nuovo cocktail pampero-sprite a guardare chi ha incastrato Peter Pan, peraltro sbavando come una povera vecchietta arrapata quale mi sento dentro all'entrata in scena di Riccardo Scamarcio. "Scamarciooo, perchè tu piaci tanto alle donne?" Eh, bambino te lo dico io perchè. Comunque vabbè, questo è stato il momento più eccitante della serata: vedere Scamarcio all'interno di un programma tipicamente medio-borghese per me che ho un blog che si chiama come si chiama. ah-ah-ah. capita.
capita, solo che tutto ciò messo insieme mi ha inibito dall'uscire anche questa sera, appuntamento con lo sgrassatore Chante Clair, tanto...
Sì, ma da settimana prossima si cambia. Siamo a Milano, cazzo. quindi
domenica sera programmone: Step Up 3D al cinema e, nel dubbio, io mi metto un crocefisso al collo.
Buonanotte e tanti cari venerdì sera eccitanti a voi.
E' bello avere vent'anni, anzi ventuno.
domenica 10 ottobre 2010
FLASH DELIRIUM. PRIMA O POI CI SI ARRIVA
le ragioni sono tutte corse via. il sentimento non l'ha mai fatto.
oh sì, sono molto intelligente, molto intelligente, molto intelligente...
occhi rossi, occhi gonfi di chi ha guardato veramente. MontaLE.
altri che non capiscono, qualsiasi altro.
"sei troppo semplice nel ragionare"
non, calendari pieni di crocette di illusioni di speranze
non, trovarsi a fare quattro chiacchere con la realtà
non, lo sforzo di ogni atomo, ogni atomo a cui mancherà
e le chiacchere, quello che poi ti vengono a dire
...a niente
neanche a un avvicinamento vicino e sussurato
vellutato, alla ciliegia
solo a un omicidio di parole
sono triste.
controllore, non mi guardi in viso per favore.
controllore!
domenica 3 ottobre 2010
C'ERA UNA VOLTA E C'E' ANCORA
Colpisce questa forza prorompente, questo bisogno di narrazione che si afferma anche in opere che programmaticamente rifiutano quasi la narrazione sentendola come finzione, poco autentica, falsificante, obbediente a regole pericolose di abbellimento del racconto, creazione di attesa e suspense, gusto della sorpresa e del facile scioglimento di nodi che, di solito, nella vita autentica restano molto più a lungo aggrovigliati. La storia della letteratura della modernità è ricca di rifiuti della narrazione, di esperimenti per frammentarla, mascherarla, mostrarne i meccanismi e le facili lusinghe. E però, dopo tante sentenze capitali o dichiarazioni di morte presunta, che hanno percorso quasi tutte le avanguardie del Novecento, il racconto e il romanzo hanno fatto continuamente ritorno. Un grande biologo americano, da poco scomparso, Stephen Jay Gould, ha sostenuto con convinzione che il bisogno di raccontare fa parte della natura stessa dell'uomo:
Siamo creature che raccontano storie; la nostra specie avrebbero dovuta chiamarla Homo narrator (o forse Homo mendax per riconoscere l'aspetto fuorviante che c'è nella narrazione di storie) anzichè con il termine spesso non appropriato di Homo sapiens. La modalità narrativa ci riesce naturale, come uno stile per organizzare pensieri e idee.
Non molto diverso il parere di un altro studioso americano molto noto, il pedagogista Jerome Bruner, il quale ha sostenuto che raccontare storie su di noi stessi e sugli altri è "la maniera più precoce e naturale con cui noi uomini organizziamo la nostra esperienza e le nostre esperienze"; "gli esseri umani danno un significato al mondo raccontando storie su di esso".
da Guida breve allo studio della letteratura
Remo Ceserani
Lode alla scrittura nei secoli dei secoli, amen.
Iscriviti a:
Post (Atom)