sabato 14 agosto 2010

SILK


Tutto ciò che Hervé Joncour disse, sul suo viaggio, fu che le uova si erano dischiuse in un paese vicino a Colonia, e che il paese si chiamava Eberfeld.
Quattro mesi e tredici giorni dopo il suo ritorno, Baldabiou si sedette davanti a lui, sulla riva del lago, al limite occidentale del parco, e gli disse
-Tanto a qualcuno la dovrai raccontare prima o poi la verità.
Lo disse piano, con fatica, perchè non credeva, mai, che laverità servisse a qualcosa.
Hervé Joncour alzò lo sguardo verso il parco.
C'era autunno e luce falsa, tutt'intorno.
-La prima volta che vidi Hara Kei indossava una tunica scura, stava seduto a gambe incrociate, immobile, in un angolo della stanza. Sdraiata accanto a lui, col capo appoggiato sul suo grembo, c'era una donna. I suoi occhi non avevano un taglio orientale, e il suo volto era il volto di una ragazzina.
Baldabiou stette ad ascoltare, in silenzio, fino all'ultimo, fino al treno di Eberfeld.
Non pensava nulla.
Ascoltava.
Gli fece male sentire, alla fine, Hervé Joncour dire piano
- Non ho mai sentito nemmeno la sua voce.
E dopo un pò:
- E' uno strano dolore.
Piano.
- Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai.
Risalirono il parco camminando uno accanto all'altro. L'unica cosa che Baldabiou disse fu
- Ma perchè diavolo fa questo freddo porco?
Lo disse a un certo punto.

Nessun commento:

Posta un commento