Mi sono presa un altro giorno di malattia, come si suol dire. Mi fa proprio bene fare la nottambula. Voglio dire, questa mattina mi sono poi effettivamente svegliata -anche se 'svegliata' è un termine poco consono in questo caso- alle 6.20, ma non riuscivo a stare in piedi e il mio apparato respiratorio era ancora tutto intasato. Dunque non potevo fare altro che rimettermi sotto le coperte e pensare di essere in un altro mondo privilegiato, come quando eravamo piccoli. Una magica nave diretta verso un non-so-dove felice. Mi sono risvegliata di nuovo che erano le 8.00, non tanto più tardi. Sono andata in camera di mia madre e mi sono messa a riguardare tutte quelle vecchie foto incorniciate, mai impolverate, che tiene in fila sulla mensola e cui non prestavo attenzione da tanto tempo. Ce n'era una dove io avrò avuto circa 5 anni, avevo due trecce acconciate stile Sailor Moon, portavo la sciarpettina azzura da cui -dice mia madre- non volevo mai separarmi, ed ero tutta presa nel tentativo di reggere il mio cane tenendolo con le mani per le zampe anteriori, con un risultato di penzolamento generale. E il contrasto tra la sua espressione penosa e di sopportazione e la mia di ardente trionfo... sembravo voler sfidare il mondo con il mio fedele amico quattrozampe e dondolante e le mie impavide treccine marinaresche. Mi sono messa a ridere per un buon dieci minuti, lì fissa a guardarla, di una risata sana e gioiosa, di quelle che hanno i cani negli occhi quando iniziano a scondizolare perchè sanno che li stai per portare a passeggio.
Le cose che fanno il lunedì mattina.
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