Con ciò non intendo dire che conoscermi sia in sè per sè un privilegio, quello sta a Dio dirlo, ma se spesso gli scrittori si celano dietro maschere, io spesso sono quello che scrivo e quello che penso è quello che scrivo e quello che faccio non è sempre quello che penso, quello che non faccio ma poi penso e scrivo sì, e quando sarà il momento di scindere le due cose, forse le scinderò. Se poi si debba considerare un difetto non riuscire sempre ad esprimere quello che si è in altro modo, va da sè che non me ne potrebbe importare di meno! Con ciò non intendo neanche dire che io sia una scrittrice -magari-, al contrario, sono solo un povero bambino che piange, sono la corrazza Corazzini che mi porta dentro la tempesta, sono etimologicamente Monica..ahaahahah, sì tutto ciò mi diverte molto, tuttavia, a parte queste bazzeccole volevo anche scrivere, o meglio riportare, ciò che scrisse colui che scrittore fu, e non fu un Poeta, lui si rese Poeta, dissero di lui che un colpo del suo dito sul tamburo scatenava tutti i suoni e generava la nuova Armonia, colui che sta al di sopra di tutto quello che poi è successo nel '900. (letterariamente parlando, s'intende).
(Dalla lettera a Georges Izambard del 13 maggio 1871)
E' falso dire: Io penso: si dovrebbe dire io sono pensato. - Scusi il giuoco di parole.
IO è un altro. Tanto peggio per il pezzo di legno che si ritrova violino, e Sprezzo agli incoscienti, che cavillano su ciò che ignorano completamente!
Lei non è Insegnante per me. Le offro qualcosa: è satira, come lei direbbe? Poesia? Fantasia, sempre.
[...]
Se l'ottone si sveglia tromba, non è affatto colpa sua. Per me è evidente: assisto allo schiudersi del mio pensiero: lo osservo, lo ascolto: lancio una nota sull'archetto: la sinfonia fa il suo sommovimento in profondità, oppure d'un balzo è sulla scena.
Se i vecchi imbecilli non avessero trovato del "me stesso" soltanto il significato falso, non avremmo da spazzar via milioni di scheletri che, da tempo infinito, hanno accumulato i prodotti della loro orba intelligenza, e se ne proclamano gli autori!
Eccetera eccetera (tengo solo a precisare che nel 1871 Arthur Rimbaud aveva 16 anni e qualche mese!)
Insomma, se l'ottone si risveglia tromba e il legno violino non è colpa loro. Parimente se veniamo scissi in tanti piccoli universi senza rendercene conto, senza poter fare nulla per migliorare la situazione, non è colpa nostra! Mi viene in mente una scena di Will Hunting, ci sono Will appunto e Sean (lo psicologo) nel suo studio, stanno esaminando la cartella clinica di Will o qualcosa del genere e a un certo punto Sean -Robbie Williams- gli dice: "You see this, holy shit..it's not your fault...look at me son, it's not your fault, it's not your fault!" Certo, contesto del tutto differente, ma bella quella scena.
E comunque questa storia delle scissioni mi irrita perchè alla fine chi lo sa se riesci mai a essere veramente ciò che pensi di essere e mi irrita il relativismo che ha creato più danni, in alcuni casi, di Mussolini e Hitler messi insieme; la scrittura è uno dei pochi modi per ritrovare una confortante Unità. Credo.
Vitangelo Moscarda.
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