venerdì 9 ottobre 2009

Je est un autre

Trovo che chi mi conosce poco e legge qui, oppure, non so, chi per caso si è imbattuto in questa nera pagina web per caso, per volere della tùche, che è tanto buona quanto malvagia, abbia il privilegio di conoscermi meglio di alcuni che credono di conoscermi al meglio -scusi il giuoco di parole. Swallow your pride babes! Cosa voglio dire? Semplicemente che queste fittizie persone arriverano a conoscere solo delle parti di me, che resteranno pur sempre parti, ma per lo meno autentiche e incontaminate, al contrario non riesco mai a essere autentica e incontaminata con chi mi conosce, così sottoposta alle mille visioni che gli altri si sono creati su di me.

Con ciò non intendo dire che conoscermi sia in sè per sè un privilegio, quello sta a Dio dirlo, ma se spesso gli scrittori si celano dietro maschere, io spesso sono quello che scrivo e quello che penso è quello che scrivo e quello che faccio non è sempre quello che penso, quello che non faccio ma poi penso e scrivo sì, e quando sarà il momento di scindere le due cose, forse le scinderò. Se poi si debba considerare un difetto non riuscire sempre ad esprimere quello che si è in altro modo, va da sè che non me ne potrebbe importare di meno! Con ciò non intendo neanche dire che io sia una scrittrice -magari-, al contrario, sono solo un povero bambino che piange, sono la corrazza Corazzini che mi porta dentro la tempesta, sono etimologicamente Monica..ahaahahah, sì tutto ciò mi diverte molto, tuttavia, a parte queste bazzeccole volevo anche scrivere, o meglio riportare, ciò che scrisse colui che scrittore fu, e non fu un Poeta, lui si rese Poeta, dissero di lui che un colpo del suo dito sul tamburo scatenava tutti i suoni e generava la nuova Armonia, colui che sta al di sopra di tutto quello che poi è successo nel '900. (letterariamente parlando, s'intende).

(Dalla lettera a Georges Izambard del 13 maggio 1871)
E' falso dire: Io penso: si dovrebbe dire io sono pensato. - Scusi il giuoco di parole.
IO è un altro. Tanto peggio per il pezzo di legno che si ritrova violino, e Sprezzo agli incoscienti, che cavillano su ciò che ignorano completamente!
Lei non è Insegnante per me. Le offro qualcosa: è satira, come lei direbbe? Poesia? Fantasia, sempre.
[...]
Se l'ottone si sveglia tromba, non è affatto colpa sua. Per me è evidente: assisto allo schiudersi del mio pensiero: lo osservo, lo ascolto: lancio una nota sull'archetto: la sinfonia fa il suo sommovimento in profondità, oppure d'un balzo è sulla scena.
Se i vecchi imbecilli non avessero trovato del "me stesso" soltanto il significato falso, non avremmo da spazzar via milioni di scheletri che, da tempo infinito, hanno accumulato i prodotti della loro orba intelligenza, e se ne proclamano gli autori!
Eccetera eccetera (tengo solo a precisare che nel 1871 Arthur Rimbaud aveva 16 anni e qualche mese!)

Insomma, se l'ottone si risveglia tromba e il legno violino non è colpa loro. Parimente se veniamo scissi in tanti piccoli universi senza rendercene conto, senza poter fare nulla per migliorare la situazione, non è colpa nostra! Mi viene in mente una scena di Will Hunting, ci sono Will appunto e Sean (lo psicologo) nel suo studio, stanno esaminando la cartella clinica di Will o qualcosa del genere e a un certo punto Sean -Robbie Williams- gli dice: "You see this, holy shit..it's not your fault...look at me son, it's not your fault, it's not your fault!" Certo, contesto del tutto differente, ma bella quella scena.
E comunque questa storia delle scissioni mi irrita perchè alla fine chi lo sa se riesci mai a essere veramente ciò che pensi di essere e mi irrita il relativismo che ha creato più danni, in alcuni casi, di Mussolini e Hitler messi insieme; la scrittura è uno dei pochi modi per ritrovare una confortante Unità. Credo.

Vitangelo Moscarda.

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