mercoledì 28 ottobre 2009

11.45


"Bene.
Se mi dici che ci trovi anche dei fiori in questa storia
Sono tuoi!
Ma è inutile cercarmi sotto il tavolo
Ormai non ci sto più
Ho preso qualche treno qualche nave o qualche sogno
Qualche tempo fa
Ricordo che giocavo coi tuoi occhi
Nella stanza e
Ti chiamavo mia
Ben oltre la coperta all'uncinetto
C'era il soffio della tua pazzia e
Allora la tua faccia vietnamita ricordava
Tutto quel che ho e
Adesso puoi rinchiuderti nel bagno
A commentare tutte le mie poesie
Però stai attenta a tendermi la mano
Perchè il braccio non lo voglio più."

lunedì 26 ottobre 2009

Autunno e il tempo che cambia


Avevo un pò di depressione cosmica in tasca mentre rientravo. Ho cercato le chiavi e ho trovato lei. Vorrei essere un pò meno lunatica, vorrei essere un pò meno gemelli. anche se poi i nostri oroscopi sono quasi sempre sbagliati e poi piove quando doveva esserci il sole. sarà per quello che continuo a scrivere qua sopra senza stancarmi di sparlare di me stessa. 'Io che cerco delle agenzie di copywriting per riuscire a venderti il mio carattere di merda, per leggerti chilometri di righe confusionarie d'amore. che non mi scrivi più'.

Programmazione e inettitudine. E' questo soprattutto che mi dà fastidio di tutto l'apparato, ci manca poco che arrivi a pianificare cosa dovere pensare mentre mi lavo i denti, mentre sono al volante, mentre scelgo un libro da prendere in prestito in Biblioteca, ma poi rimando e ritardo perchè io e il pragmatismo abitiamo in due mondi paralleli e invece vorrei tanto che fossimo vicini di casa. ma oltre a un morboso bisogno di catalogazione delle azioni che riempiono le nostre quotidiane vite, non ci siamo mai venuti incontro più di tanto. questo magari potrebbe spiegare perchè. perchè, perchè cosa? Tu lo sai che cosa vero? Se sono brava in qualcosa è nel non essere chiara in quello che dico e poi detesto quando gli altri lo fanno con me, non lo sopporto perchè non capisco mai le intenzioni. Mi metto a catalogare anche quelle. E' un gioco a tratti divertente e malizioso, che di solito finisce con una parola poco carina di sette lettere che inizia per F e finisce per O e che purtroppo è una delle mie parole ricorrenti.

Se perdo i capelli, mia madre mi dice che è colpa del tempo che cambia, se mi fa male il ginocchio mia madre dice che è colpa del cambio di stagione, se sono irascibile è colpa delle foglie che cadono, se mi fanno male i denti è colpa della neve che sta arrivando. La saggezza popolare ha il grande pregio di trovare spiegazioni del genere un pò per tutto. Se non ti vedo all'orizzonte mia madre forse mi irebbe che è colpa delle montagne che sono troppo alte e ingombranti.


TIME IS YOUR LOVE


Mi sono presa un altro giorno di malattia, come si suol dire. Mi fa proprio bene fare la nottambula. Voglio dire, questa mattina mi sono poi effettivamente svegliata -anche se 'svegliata' è un termine poco consono in questo caso- alle 6.20, ma non riuscivo a stare in piedi e il mio apparato respiratorio era ancora tutto intasato. Dunque non potevo fare altro che rimettermi sotto le coperte e pensare di essere in un altro mondo privilegiato, come quando eravamo piccoli. Una magica nave diretta verso un non-so-dove felice. Mi sono risvegliata di nuovo che erano le 8.00, non tanto più tardi. Sono andata in camera di mia madre e mi sono messa a riguardare tutte quelle vecchie foto incorniciate, mai impolverate, che tiene in fila sulla mensola e cui non prestavo attenzione da tanto tempo. Ce n'era una dove io avrò avuto circa 5 anni, avevo due trecce acconciate stile Sailor Moon, portavo la sciarpettina azzura da cui -dice mia madre- non volevo mai separarmi, ed ero tutta presa nel tentativo di reggere il mio cane tenendolo con le mani per le zampe anteriori, con un risultato di penzolamento generale. E il contrasto tra la sua espressione penosa e di sopportazione e la mia di ardente trionfo... sembravo voler sfidare il mondo con il mio fedele amico quattrozampe e dondolante e le mie impavide treccine marinaresche. Mi sono messa a ridere per un buon dieci minuti, lì fissa a guardarla, di una risata sana e gioiosa, di quelle che hanno i cani negli occhi quando iniziano a scondizolare perchè sanno che li stai per portare a passeggio.
Le cose che fanno il lunedì mattina.

1.9.9.6.

La notte è fatta per dormire. Non per vagare inquieta tra quattromura e cuffie nelle orecchie. Tuttavia. Non faccio apposta a non dormire, domani mi dovrei svegliare alle 6.20, bere caffè, prendere treno Asso-Milano, metro direzione Rho-Fiera 2 minuti e ricominciare a fare le cose che si cominciano al lunedì e finiscono il venerdì. Manca un'ora e un minuto alle 6.20, questo non mi consola. La notte è stata fatta per pensare a certe frasi senza senso che mi riempiono la testa e la intasano peggio della provinciale a Monza la domenica quando gioca l'Inter o il Milan. Prima o poi li elimineranno quei tre semafori e ci costruiranno coreografiche rotonde su cui andremo a piantare i semi delle nostre piante tropicali. Non è ancora abbastanza buio fuori dalla finestra per convincermi che devo riposare i miei begli occhietti spenti. E Facebook mi fa venire la Nausea, mi fa pensare alle coincidenze che poi esistono solo nella mia fantasia, alle coincidenze che mi invento io, lui nato da una coincidenza e diventato così importante c'era scritto in un libro di Milan Kundera. e ci sono tutti quei link che le persone pubblicano coi cuoricini, amami, ti voglio, ti abbraccio, mi manchi, non puoi capire quanto ti desidero. originali. quelli davvero se ne vedo ancora uno vomito. E poi vengono a dire a me che sono egocentrica, bhè...
La notte è fatta per entrare in simbiosi con la mia ombra sulla parete cerulea adesso un pò grigiastra.

In fear every day, every evening. He calls her aloud from above, carefully watched for a reason, pain's taking devotion and love. Surrendered to self preservation from others who care for themselves. A blindness that touches perfection, but hurts just like anything else.
Isolation, Isolation, Isolation


domenica 25 ottobre 2009

E certe pagine di certi libri pt.2

"Adessimo se fossimo in un telefilm ti dicevo che ti amavo. Così, coniugando anche male i verbi. E noi siamo meglio di un telefilm, e infatti non ci diciamo niente. poi guardando attraverso i tuoi occhi che sono praticamente trasparenti. Come i tuoi polsi. poi non ho il preservativo e tu sei molto fiscale. e mi viene da ridere. mentre Dente in sottofondo canta delle cose allegre e lacrimogene. prima di dormire siamo talmente fatti che non riusciamo a parlare, solo gaurdarti mentre mi scardini con tutti gli oggetti contundenti che trovi la gabbia toracica. Poi chissà che lavoro faremo. E vorrei traslocare. Con novecento euro al mese ti porterei a mangiare fuori ogni sera, a mangiare anche dei fiori, nelle pizzerie cinesi dove trattano tutti bene. e sarei sempre sugli eurostar e sulle frecce rosse a sfogliare riviste, per venirti incontro. E Paul qui è un casino anzi un casinò. Le eclissi immense per cancellare le facce e gli arcobaleni domestici, i cani che dormono a pancia in su. non riesco a stare dietro ai cd da spedire. Fammi leggere quello che hai scritto, di sfregature e di mezzi pubblici. Fammi fare colazione con la tua bocca viola. Il modo con cui pronunci alcune parole, che sembri una straniera trapiantata. E abbasso le saracinesche dei negozi sui miei occhi e mi nascondo e mi asciugo trai tuoi capelli biondi per piangere di nascosto. Ma tanto te ne accorgi e mi dici di no. e ci siamo sdraiati vicini con i cuori arresi, con i capelli appiccicati alla fronte. Le occhiaie ti donano moltissimo. poi mi chiedi Vuoi scopare? e sai che è una domanda retorica. poi i lavavetri per i miei occhi. E i piccioni che mi si appoggiano sulle spalle e mi accompagnano in stazione."
"Gli organi cardiaci si devono ambientare come un migrante sudafricano a Milano. Vorrei tanto rivederti e portarti con me in posti orrendi. dove vado a fare dei concerti tipo davanti a trenta persone di cui dieci fanno la fila per la birra, altre dieci parlano tra loro e altre dieci ascoltano ma non si sa cosa pensano e cosa sentono. poi in qualche altro modo tecnologico ci abbracciamo appoggiando la fronte sullo shermo del computer. Il computer che ha sempre la febbre come i cani. E a settembre ci scambieremo le case, troveremo altri lavori e vinche chi trova quello meno pagato. ma mi batti perchè tu lavori gratis. Dormivo con lei in macchina a Recanati dopo un concerto di De Gregori e non potevo prendere sonno, facevo la guardia da non si sa cosa a non si sa cosa."

Certe pagine di certi libri, che è come se ti cambiassero le impronte digitali mentre li leggi.


"Magari ti porto anche in Tibet e ci facciamo sopprimere dal governo cinese. Tra di noi potrebbe finire con una constatazione amichevole, con una constatazione del nostro niente. Sciolte nell'acido le nostre resistenze. e per favore stai attenta che non ti stuprino. Fraintendersi. Fraintendersi. Fiammiferi per i funerali di quei quintali di foglie morte. Dio dei cieli nebbiosi e dei terreni letamati. dicevi - Da questo posto ce ne dobbiamo andare tutti e due e soprattutto io. - Rovinosamente realizzavo i miei sogni più incredibili. e adesso siamo nei treni e nelle macchine che scappano dalle nostre ex città. che per rivederci siamo diventati involontariamente tra i maggiori azionisit di trenitalia. E viviamo come degli alluvionati, nelle nostre scelte esasperate, nel crollare delle mensole attaccate di notte, nelle poche confidenze, nei posti dove non ti aspettavano. Dove lavorerai, se mai lavorerai. E gli occhi sono delle specie di vetrine, ma senza i manichini dietro. Ti auguro un patetico natale. moriremo per folgorazione appesi ai cavi dell'alta tensione per distrazione e abiteremo per qualche anno nel nylon, come la frutta ammaccata della standa. E le tue mani in frigorifero e il nostro amore lancinante. credi di piangere ma era che pioveva un pò per tutti. Mi scrivi che linciavate gli alberi a novembre perchè vi restituissero i palloni da calcio. Mi scrivi delle cose allegre e struggenti. Coniviviamo come degl animali, io e te e i nostri scudi di plexigas. Io te e il tuo cellulare. poi ti dico anche che non è detto che ho ragione anche se parlo convinto. Respiriamo profondamente come i monaci buddhisti, per non farsi andare di traverso l'universo. Ti regalo le lune che non sono ancora piene. Il ponte vecchio di Firenze. Anche se dici che Firenze no ti piace più di tanto.
Mi sono bagnata un dito con la saliva per capire da che parte tossiva il vento, ma non c'era vento. Dai tombini ci guardano alcuni bambini. Piove nelle cabine elettorali. E ci schieriamo contro le nuvole contro i contribuenti. Ti ricordi quando volavamo sulle ortiche. Ti tratterò male e tu mi affogherai. Delle nuvole cariche di pioggia ci inseguono. Avevo una cosa da scrivere che mi sono dimenticato, e le assi rotte del palco mi facevano un pò paura. Ho scritto col catrame sulle strade di Milano che mi mancherai. E per metterti allegria ho costruito una casa in camera nostra coi libri di Pasolini. Ti sei accorta che è sempre settembre, che adesso dobbiamo trovare qualche altra America e una camera meno rumorosa con una finestra che dà sull'interno. Le altalene sono appese ai fili spinati, ai tuoi dubbi. Tu e i tuoi piatti rotti. Tu e i tuoi letti rotti. e le nostre fughe solitarie."
Vasco Brondi

venerdì 23 ottobre 2009

Il Flusso di coscienza arriva a giustificare più o meno ogni cosa.


31/07/'09

h 00:01 -> quindi siamo già al primo Agosto, il 32 di luglio avremmo dormito sù sul pontile conoscendo un gruppo di ragazzi danesi.
Nave -> Lounge Bar -> ho una sigaretta in bocca indoor -> Ciro, è pieno di baristi napoletani -> flux of cosciousness!!!
Oh ondeggiamenti sublimi, sublimi capacità di giocare a carte, soprattutto mie, POTA! Facciamo amicizia con dei Bresciani che abbiano un accendino. i Bresciani ci hanno fregato un posto a sedere. Oh cazzo dice C.!
2 saccoapelo x4 persone. What the hell??!
Siamo sulla via dell'andata e sarà scomodo.



domenica 18 ottobre 2009

IL PIANO DI BERLUSCONI E QUELLO DI BOSSI E FINI

di Gad Lerner

Berlusconi è tutto tranne che uno sciocco. Faremmo dunque un torto alla sua intelligenza liquidando alla voce "delirio narcisistico" alcune sue recenti boutades inverosimili, del tipo: "Io sono il miglior presidente del Consiglio in centocinquanta anni di storia"; "Sono in assoluto il maggior perseguitato della magistratura della storia di tutte le epoche del mondo"; "Peccato che in questa mostra non si trovi un ritratto di San Silvio d'Arcore". Fino al culmine, la sera della bocciatura del Lodo Alfano, di gridarsi da solo nel microfono: "Viva gli italiani, viva Berlusconi".
Macchiettistico? In effetti neppure Mussolini ha mai gridato "Viva il Duce", nè il Fuhrer usava il saluto "Heil Hitler". Ma se Berlusconi sfida il ridicolo, esasperando il ricorso alle iperboli, è per un calcolo razionale preciso: sente il bisogno di misurare il grado di potere suggestivo che gli resta. Reclama l'applauso dei sostenitori, nel momento difficile, adoperando l'inverosomiglianza come metro dell'amore, della fedeltà e dell'obbedienza.
E' un capo che si rivolge al suo popolo comunicandogli: senza di me non vai da nessuna parte, dunque se io ti dico che il bianco è nero, tu assentirai, perchè siamo riuniti nello spirito, abbiamo un destino comune.
Non sono sicuro che Berlusconi potrà tirare la corda così fino alla fine della legislatura. Mercoledì 7 ottobre, poche ore prima che la Corte Costituzionale lo privasse del salvacondotto giudiziario rappresentato dal Lodo Alfano, si erano incontrati a pranzo coloro che in teoria dovrebbero essere i suoi più stretti alleati, Gianfranco Fini e Umberto Bossi. Pur diversissimi fra loro, hanno reso noto un accordo che sabota la principale arma politica di Berlusconi: niente elezioni anticipate, hanno detto. E tanto basta. Fini e Bossi sanno meglio di noi che la leadership di Berlusconi è potente ma logorata. Se hanno deciso di opporsi pubblicamente a una reinvestitura elettorale nella primavera 2010 è perchè ciascuno di loro ha interesse a lasciare che tale leadership si consumi. Fini punta a costruire una destra istituzionale d'impronta più "europea". Bossi, abilissimo, intuisce che il suo sostegno al Berlusconi barricadero potrà valergli la strada facendo l'eredità di grosse quote di potere nelle Regioni, nei capoluoghi e nelle Fondazioni bancarie del Nord.
Scommetterei che la Lega Nord, con grande perizia tattica, riuscirà a spolpare e ingoiare Berlusconi fino all'ultimo ossetto, dopo averlo sostenuto e incoraggiato sulla via senza ritorno dello scontro istituzionale con il Quirinale, la Corte Costituzionale, la magistrastura, la diplomazia internazionale. Berlusconi, "miglior statista degli ultimi centocinquanta anni", non è molto diverso dal "Dio Po", dall'invenzione della Padania, dal kolossal Barbarossa nel cui fotomontaggio Bossi appare tra i cavalieri medievali della Lega Lombarda. La politica trasformata in emozione, il culto di una sovranità assoluta - il popolo lo vuole! - a prescindere dall' equilibrio democratico dei poteri, la riduzione della dialettica istuzionale a scontro fra destra legittima e sinistra illegittima, preconizzano una fase avventuruosa della storia italiana. Non a caso risuonano, come negli anni Trenta del Novecento, le denunce "patriottiche" di presunte cospirazioni anti-nazionali, con tanto di allarme per il "golpe" e il "complotto di poteri forti".
Non è paranoia. E' manipolazione delle coscienze: ormai veniamo chiamati a difendere come patrimonio nazionale perfino il patrimonio personale del leader.

Mistero buffo. buffo Mistero

Dai ricordi (buffi e no) di un allievo sul maestro.
Paolo Rossi

...Però vedi, caro Dario, quarant'anni fa la censura ti censurava censurandoti, non lasciandoti gridare nemmeno: " Aiuto, mi stanno censurando.". Cosa che adesso puoi urlare, trasmettere, scrivere, comunicare. Tanto non c'è più nessuno in grado di comprendere e ascoltare. Quarant'anni fa le parole oltre a un suono, un respiro, una forza avevano anche un significato. Comunista voleva dire comunista. Fascista voleva dire fascista. Oggi c'è il "comunquista": comunista che dal Suv, con il megacellulare, fa telefonate di sinistra. E c'è il "fascistra": uomo di destra che quando parla con un cardinale diventa all'improvviso di sinistra. E poi quarant'anni fa, Dario, c'era il re e c'era il buffone, e ognuno faceva il suo. Oggi il re vuol fare tutto lui. Comunque Dario, io sono sempre sulla stradas dove mi hai insegnato a stare. Quello che da te ho imparato, ad altri adesso sto ad insegnare. Sono con una compagnia che recita D'ora in poi ( come sarebbe se fosse diverso?)... Sai, avrei potuto fare un monologo sul precariato, riempire i teatri e dividere con pochi. Mi è parso più giusto per quelle idee così dovermi comportare, dato che poi corre voce in giro - lo dico anch'io - che tra un pò il Mistero Buffo dovrei rifare. Per questo, ancor di più mi comporto così. E più ci penso, più credo che gli anni Settanta devono ancora cominciare.

Ora faccio la parte di Facchinetti - pardonnez moi - : sosteniamo e andiamo a vedere il buon teatro italiano!

sabato 17 ottobre 2009

Alice is lost in translation


I've gotta get over
I've gotta get over
I've got to get better
Will I love you forever?
I've gotta find genius
I've gotta get better
I've gotta stop smoking
I've gotta get better
Caramel Caramel...
Where is the magic?
I've gotta get better
Oh lord give me magic
I'll love you forever
I've gotta find mounts hill
And live by the mountains
I'll love you forever
You are...And you are...


venerdì 16 ottobre 2009

City


"Restai a Chicago quindici giorni. Per quindici giorni vivemmo senz'avvenire, e senza farci domande; col nostro passato fabbricavamo storie, che ci raccontavamo". (Simone de Beauvoir)

E' anche questo, il momento magico dell'innamoramento. Incontrarsi in una terra sconosciuta, una "no man's land", e raccontarsi: trasformare il passato - i dolori, la gioia improvvisa, i ricordi cristallini dell'infanzia - in una storia. E regalarla. Regalartela.


Anche i giornali gratuiti donati gentilmenti dagli omini fuori dalle ATM stations a volte contengono un pò di poesia. ^^


martedì 13 ottobre 2009

SCREAM


Non mi manca niente. Non ho niente.
Cos'è poi niente, cosa tutto? Cosa deve mancare, cosa è giusto che manchi? Non mi manca niente e non ho niente da perdere oppure non ho niente, ma nello stesso tempo nulla?
Chi lo sa.
Due opposizioni estreme, ti strabuzzano il cervello, proprio strabuzzare è il verbo. Eppure così accade nella vita umana. A quanto pare comprenderle è per chi si vuole arrogarsi il fastidioso compito. Le opposizioni laceranti e primarie, più laceranti delle lame, meno primarie dei colori. Altrimenti ci chiameremmo dei e vivremmo su nell'Olimpo e potrebbe capitare che Zeus sia il nostro vicino di casa e sentirlo litigare con Era perchè va con tutte quelle troiette di ninfette. E con ciò mi verrebbe da fare dei ragionamenti sull'arguta visione ciclica che avevano i Greci della vita, prima che si intromettesse Agostino, santo, pace all'anima sua. E prima ancora dei Greci però mi viene in mente Sartre quando dice: com'è emozionante che questa durezza sia così fragile, tutto può distruggerla, niente può spezzarla. Tante cose stanno così, le opposizioni laceranti e primarie, i sentimenti, i sentimenti, i sentimenti. Le opposizioni laceranti e primarie, soprattutto quelle. Gira tutto intorno a questo, come quando mentre balli gira tutto intorno alla stanza. Soprattutto se hai assunto acidi o cose del genere. Eraclito aveva fottutamente ragione, sempre per le opposizioni s'intende.
Tutta questa innumerabile lista di geni, che hanno elaborato tali alti pensieri metafisici. Vi immaginate Eraclito che va in bagno, Sartre che fa porcate con la De Beauvoir, bhè il secondo già me lo immagino di più.
L'importante è collegare tutto, tutto, ogni cosa. L'importante è interrompere i meccanismi di coerenza a cui ci hanno abituato fin da quando eravamo infanti. Non siamo altro che in una foresta di simboli. That's it.

venerdì 9 ottobre 2009

Je est un autre

Trovo che chi mi conosce poco e legge qui, oppure, non so, chi per caso si è imbattuto in questa nera pagina web per caso, per volere della tùche, che è tanto buona quanto malvagia, abbia il privilegio di conoscermi meglio di alcuni che credono di conoscermi al meglio -scusi il giuoco di parole. Swallow your pride babes! Cosa voglio dire? Semplicemente che queste fittizie persone arriverano a conoscere solo delle parti di me, che resteranno pur sempre parti, ma per lo meno autentiche e incontaminate, al contrario non riesco mai a essere autentica e incontaminata con chi mi conosce, così sottoposta alle mille visioni che gli altri si sono creati su di me.

Con ciò non intendo dire che conoscermi sia in sè per sè un privilegio, quello sta a Dio dirlo, ma se spesso gli scrittori si celano dietro maschere, io spesso sono quello che scrivo e quello che penso è quello che scrivo e quello che faccio non è sempre quello che penso, quello che non faccio ma poi penso e scrivo sì, e quando sarà il momento di scindere le due cose, forse le scinderò. Se poi si debba considerare un difetto non riuscire sempre ad esprimere quello che si è in altro modo, va da sè che non me ne potrebbe importare di meno! Con ciò non intendo neanche dire che io sia una scrittrice -magari-, al contrario, sono solo un povero bambino che piange, sono la corrazza Corazzini che mi porta dentro la tempesta, sono etimologicamente Monica..ahaahahah, sì tutto ciò mi diverte molto, tuttavia, a parte queste bazzeccole volevo anche scrivere, o meglio riportare, ciò che scrisse colui che scrittore fu, e non fu un Poeta, lui si rese Poeta, dissero di lui che un colpo del suo dito sul tamburo scatenava tutti i suoni e generava la nuova Armonia, colui che sta al di sopra di tutto quello che poi è successo nel '900. (letterariamente parlando, s'intende).

(Dalla lettera a Georges Izambard del 13 maggio 1871)
E' falso dire: Io penso: si dovrebbe dire io sono pensato. - Scusi il giuoco di parole.
IO è un altro. Tanto peggio per il pezzo di legno che si ritrova violino, e Sprezzo agli incoscienti, che cavillano su ciò che ignorano completamente!
Lei non è Insegnante per me. Le offro qualcosa: è satira, come lei direbbe? Poesia? Fantasia, sempre.
[...]
Se l'ottone si sveglia tromba, non è affatto colpa sua. Per me è evidente: assisto allo schiudersi del mio pensiero: lo osservo, lo ascolto: lancio una nota sull'archetto: la sinfonia fa il suo sommovimento in profondità, oppure d'un balzo è sulla scena.
Se i vecchi imbecilli non avessero trovato del "me stesso" soltanto il significato falso, non avremmo da spazzar via milioni di scheletri che, da tempo infinito, hanno accumulato i prodotti della loro orba intelligenza, e se ne proclamano gli autori!
Eccetera eccetera (tengo solo a precisare che nel 1871 Arthur Rimbaud aveva 16 anni e qualche mese!)

Insomma, se l'ottone si risveglia tromba e il legno violino non è colpa loro. Parimente se veniamo scissi in tanti piccoli universi senza rendercene conto, senza poter fare nulla per migliorare la situazione, non è colpa nostra! Mi viene in mente una scena di Will Hunting, ci sono Will appunto e Sean (lo psicologo) nel suo studio, stanno esaminando la cartella clinica di Will o qualcosa del genere e a un certo punto Sean -Robbie Williams- gli dice: "You see this, holy shit..it's not your fault...look at me son, it's not your fault, it's not your fault!" Certo, contesto del tutto differente, ma bella quella scena.
E comunque questa storia delle scissioni mi irrita perchè alla fine chi lo sa se riesci mai a essere veramente ciò che pensi di essere e mi irrita il relativismo che ha creato più danni, in alcuni casi, di Mussolini e Hitler messi insieme; la scrittura è uno dei pochi modi per ritrovare una confortante Unità. Credo.

Vitangelo Moscarda.

lunedì 5 ottobre 2009

Palazzeschi for fun

CHI SONO?

Chi sono?
Son forse un poeta?
No certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell'anima mia:
follia.
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non à che un colore
la tavolozza dell'anima mia:
malinconia.
Un musico allora?
Nemmeno.
Non c'è che una nota
nella tastiera dell'anima mia:
nostalgia.
Son dunque...che cosa?
Io metto una lente
dinanzi al mio core,
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell'anima mia.

domenica 4 ottobre 2009

Riuscite a riscontrare qualche somiglianza?!

(Sempre tratto dalla Guida galattica per gli autostoppisti)

Zaphod Beeblebrox, avventuriero, ex hippy, gran tempista (truffatore?, anche sì), abilissimo nel farsi pubblicità, una frana nei rapporti umani, spesso pensava di avere avuto un unico scopo nella vita: non morire di fame.
Lui, presidente?
No, nessuno era impazzito: era giustissimo che fosse diventato presidente.
(Presidente, ovvero presidente a pieno titolo del Governo Galattico Imperiale.
Il termine imperiale è mantenuto ancora, benchè sia ormai un anacronismo. L'imperatore, per diritto ereditario, è moribondo da molti secoli. Negli ultimi attimi di coma profondo fu chiuso in un campo di stasi che lo mantiene in questo stato di perpetua immutabilità. Tutti i suoi eredi sono morti da un pezzo: ciò significa che, senza nessuna drastica rivoluzione, il potere si è spostato di uno o due gradini verso il basso ed è conferito adesso ad un organo che prima fungeva solo da consigliere dell'imperatore, cioè a un'assemblea governativa eletta dal popolo e capeggiata da un presidente eletto dall'assemblea stessa. Questo solo all'apparenza, perchè in realtà il potere non è affatto conferito nè all'assemblea nè al presidente.
Il presidente, in particolare, è soltanto un prestanome: non esercita in effetti il benchè minimo potere. E' sì scelto dal governo, ma le qualità che deve dimostrare di avere non sono quelle tipico del leader: la sua fondamentale qualità è saper provocare scandali. Per questa ragione scegliere un presidente non è facile: bisogna poter scegliere una persona che sappia provocare il furore nella gente, ma che sia anche in grado di affascinarla. Il suo compito non è esercitare il potere, ma stornare l'attenzione della gente dal potere stesso. In questo senso Zaphod Beeblebrox è uno dei migliori presidenti che la Galassia abbia mai avuto: ha già passato in carcere per truffa due dei dieci anni della presidenza....)

Peccano che il nostro non sia solo un prestanome.

sabato 3 ottobre 2009

Drown - Smashing Pumpkins




Vorrei tanto inizare a fare un corso di recitazione. C'è il solo problema che le mie economie scarseggiano: Milano è cara e sto diventando sempre più parsimoniosa, quando vado a fare la spesa all'Esselunga sono peggio di mia madre, prendo il caffè che costa 4,95 invece di quello da 4,99. Ad ogni modo, ho preso questa sana e motivata decisione dal momento che ho ponderato che diventare attori è la soluzione ad ogni tipo di problema. Ciò strettamente in relazione al fatto che trovo molto saggio ciò che l'illustre Lord George Byron disse a proposito dell'umana esistenza, ossia: 'What is life, but a show?'. Come non concordare con questa considerazione così genuinamente sincera?! Ed è tanto più parossistico ammetterlo, dal momento che vivendo in questo modo si suppone di vivere suppergiù nella bugia, ma è così, è così, i confini tra le due dimensioni si confondono e continuamente si sovrappongono. Anche Britney Spears in fondo ha chiamato il suo album Circus, rientra tutto nella commedia 'What is life, but a circus?'. Anche con lei c'è da concordare e perdotatemi se ho temporaneamente messo sullo stesso piano l'illustre Byron e la prorompente Britney. E, stando così le cose, la soluzione migliore è affinare le nostre qualità di attori, così tutto risulterà più sopportabile. La vita cantando 'You're the one that I want' su un palco a Broadway e ballando la Carmen all'Operà di Parigi, recitando 'Com'è vero che amo più l'onore del nome mio io non temo la morte' al Globe. Tutto si consuma e si risolve in uno spettacolo ben riuscito. Poi lo dico, ma non ne sono per niente convinta, non del tutto insomma. Avete presente il testo di Caruso? Oh Gesù, quanta tristezza quella canzone, giuro, c'è un pezzo poi, un pezzo che dice: ' Potenza della lirica, dove ogni dramma è un falso, con un pò di trucco e con la mimica puoi diventare un altro. Ma due occhi che ti guardano così vicini e veri, ti fa scordare le parole, confondono i pensieri...' Ecco, penso che stiano più così le cose, non so se mi spiego.
Tuttavia, questo non mi distoglie dal fatto che vorrei lo stesso intraprendere una carriera da attrice bruciata e fumare tante sigarette lunghe e sottili e poi andare in giro con una maglietta bianca con scritto a caratteri rossi ben evidenti: NON FATEVI PRENDERE DAL PANICO

giovedì 1 ottobre 2009

Smart book


Lontano nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo.

A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, cè un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dale scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione.

Questo pianeta ha, o meglio aveva, un fondamentale problema: la maggior parte dei suoi abitanti era afflitta da una quasi costante infelicità. Per risolvere il problema di questa infelicità furono suggerite varie proposte, ma queste perlopiù concernevano lo scambio continuo di pezzetti di carta verde, un fatto indubbiamente strano, visto che a essere infelici non erano i pezzetti di carta verde, ma gli abitanti del pianeta.

E così il problema restava inalterato: quasi tutti si sentivano tristi e infelici, perfino quelli che avevano gli orologi digitali.

Erano sempre di più quelli che pensavano che fosse stato un grosso errore smettere di essere scimmie e abbandonare per sempre gli alberi. E c'erano alcuni che arrivavano a pensare che fosse stato un errore perfino emigrare nella foresta, e che in realtà gli antenati sarebbero dovuti rimanere negli oceani.

E poi, un certo giovedì, quasi duemila anni dopo che un uomo era stato inchiodato a un palo per avere detto che sarebbe stato molto bello cambiare il modo di vivere e cominciare a volersi bene gli uni con gli altri, una ragazza seduta da sola a un piccolo caffè di Rickmansworth capì d'un tratto cos'era che per tutto quel tempo non era andato per il verso giusto, e finalmente comprese in che modo il mondo sarebbe potuto diventare un luogo di felicità. Questa volta la soluzione era quella giusta, non poteva non funzionare, e nessuno sarebbe stato inchiodato ad alcunchè.

Purtroppo però, prima che la ragazza riuscisse a raggiungere un telefono per comunicare a qualcuno la sua idea, successe una stupida quanto terribile catastrofe, e di quell'idea non si seppe mai più nulla.

Questa non è la storia della ragazza.

Eìla storia di quella stupida quanto terribile catastrofe, e di alcune delle sue conseguenze.

E' anche la storia di un libro, un libro intitolato Guida galattica per gli autostoppisti, un libro non terrestre e mai pubblicato sulla Terra, e che, fino al momento della terribile catastrofe, era completamente ignorato dai terrestri.

Tuttavia, si trattava di un libro notevolissimo.

In effetti, era probabilmente il libro più notevole che fosse mai stato stampato dalla grande casa editrice dell'Orsa Minore, della quale pure nessun terrestre aveva sentito parlare.

Ma non è soltanto un libro notevolissimo, è anche un libro di enorme successo, più popolare di Costruitevi la seconda casa in Cielo, più venduto di Altre 53 cose da fare a Gravità Zero, e più controverso di Anche Dio può sbagliare, Altri grossi sbagli di Dio, Ma questo Dio insomma chi è?

In molte delle civiltà meno formaliste dell'Orlo Estremo Est della Galassia, la Guida galattica per gli autostoppisti ha già soppiantato la grande Enciclopedia galattica, diventando la depositaria di tutto il sapere e di tutta la scienza, perchè nonostante presenti molte lacune e contenga molte notizie spurie, o se non altro alquanto imprecise, ha due importanti vantaggi rispetto alla più vecchia e più accademica Enciclopedia.

Uno, costa un pò meno; due, ha stamapte in copertina, a caratteri grandi che ispirano fiducia, le parole NON FATEVI PRENDERE DAL PANICO.

Ma la storia di quel terribile, stupido giovedì, la storia delle sue straordinarie conseguenze, e la storia di come quelle conseguenze siano indissolubilmente legate al detto libro, cominica in modo molto semplice.

Comincia da una certa casa.


Incipit di "Guida galattica per gli autostoppisti"
Douglas Adams
Libro che consiglio per chi non l'ha mai letto
Che mi trova d'accordo sulla teoria dei macachi ^^