Musica, letteratura e queste montagne, sono le uniche cose che continuano ad avere vagamente un senso per me.
Il resto no.
La vita ti insegna che non ha senso.
La più brutta lezione.
Poi, .... Philip Roth, American Pastoral, se volete sapere il seguito.
Non resta che cercare espressione. Cercare un modo di esprimersi. Sfruttare ogni forma.
Prova a: 1) danzare come un orso ballerino
2) strillare come un pappagallo
3) schiamazzare come una scimmia
T. S. Eliot, Portrait of a lady.
Non sappiamo più parlare se non per citazione interposta. C'era un'idea ieri da mettere giù. La letteratura richiede doti ormai dimenticate. Ti devi mettere in una sorta di isolamento, allontanarti da tutti e ritrovarti in silenzio e concentrazione e per un po' - durata! - con questa "cosa" misteriosa. Ed è in effetti tutto l'opposto a cui i tempi attuali ci hanno abituato. Questo è un punto; per cui, per altro, se avessi il mio cottage di legno in riva al mare, non sarebbe male. L'altro è che nella letteratura è conservato il meglio che l'essere umano abbia potuto donare alla civiltà. Alla costruzione di una civiltà. La mente umana è capace di cose strane e straordinarie e nella letteratura abbiamo la concentrazione di quanto di più straordinario e strano si sia potuto concepire. Una volta venuti a contatto con queste vertiginose altezze, trovo che sia difficile riabituarsi alla vita in pianura. Mi spiego? Le persone che vivono laggiù possiedono bagagli più vuoti, sono meno dotati di certe cose. Non è qualcosa di necessariamente vero, ma, trovo, sia generalmente vero. Bisognerebbe essere in grado di ritagliarsi la propria cerchia di persone verso le quali si nutre una sincera stima, a volte sei fortunato, capita che ti succeda, tuttavia, trovo, sia generalmente complicato e comunque dettato da quel non senso generale dell'esistenza di cui sopra.
E allora ti viene voglia di scappare per un po'.
sabato 7 dicembre 2013
IMAGINATION-MASTURBATION
Non è cercando l'amore, "amore, amore, amore!" - da cui tutti sono ossessionati - ossessionati - sessuatizzati - che si ritrova la platonica unità. Ma quali sciocchezze, vi vengono in mente, a Dicembre, solo perché tra un po' è Natale e non si può fare a meno di alimentare la propria ossessione, mentre si sta come imbecilli a fissare fuori dalla finestra queste incredibili giornate di sole che la Natura ci sta regalando. Buttatevi dalla finestra! profondamente parlando...
Là non vi è unita, nell'amore. Là vi è divisione, al più. Prima, sei tutto d'un pezzo, quando per i fatti tuoi vai aggirandoti per musei, ti innamori di tele, ti innamori di libri, stai seduto al cinema a vedere l'ultimo film del tuo regista preferito. Sei ancora intero, sei platonicamente idealmente intero. Poi se ti innamori di una personcina, poni, dalla barba bionda e gli "occhi biondi", succede che inizialmente ti servirebbe del nastro adesivo per tenere insieme tutte le tue membra che, dall'eccitazione e dal fermento in ebollizione e dalla gioia, sembrerebbero voler scappar via come ha fatto il naso di Gogol' e poi a un certo punto quest'esplosione avviene per davvero. Bam! Ti lasci andare, senza carri armati, senza caschetti protettivi, ributti il nastro adesivo nel cassetto, assaggi quell'attimo di epica gloria, ti senti Achille senza il suo tallone ed ecco che, improvvisamente, tutte le fratture creatisi iniziano a farsi sentire. Gli spifferi gelidi di Dicembre si divertono a fare avanti e indietro tra le deliziosissime crepe che hai pensato bene di farti venire in nome della gioventù! della passione! della ritrovata unità! Ma quale unità, è un'idea più forviante degli attuali partiti di sinistra. E' così, se sei innamorato, sei cracked open e devi imparare a farci i conti, per quanto ti piaccia l'idea di cottage di legno su spiagge esoticamente nordiche, il profumo del latte con un dei bastoncini di cannella e coperte di lana.
Là non vi è unita, nell'amore. Là vi è divisione, al più. Prima, sei tutto d'un pezzo, quando per i fatti tuoi vai aggirandoti per musei, ti innamori di tele, ti innamori di libri, stai seduto al cinema a vedere l'ultimo film del tuo regista preferito. Sei ancora intero, sei platonicamente idealmente intero. Poi se ti innamori di una personcina, poni, dalla barba bionda e gli "occhi biondi", succede che inizialmente ti servirebbe del nastro adesivo per tenere insieme tutte le tue membra che, dall'eccitazione e dal fermento in ebollizione e dalla gioia, sembrerebbero voler scappar via come ha fatto il naso di Gogol' e poi a un certo punto quest'esplosione avviene per davvero. Bam! Ti lasci andare, senza carri armati, senza caschetti protettivi, ributti il nastro adesivo nel cassetto, assaggi quell'attimo di epica gloria, ti senti Achille senza il suo tallone ed ecco che, improvvisamente, tutte le fratture creatisi iniziano a farsi sentire. Gli spifferi gelidi di Dicembre si divertono a fare avanti e indietro tra le deliziosissime crepe che hai pensato bene di farti venire in nome della gioventù! della passione! della ritrovata unità! Ma quale unità, è un'idea più forviante degli attuali partiti di sinistra. E' così, se sei innamorato, sei cracked open e devi imparare a farci i conti, per quanto ti piaccia l'idea di cottage di legno su spiagge esoticamente nordiche, il profumo del latte con un dei bastoncini di cannella e coperte di lana.
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mercoledì 20 novembre 2013
LA DOLCE VITA
- Vorrei vivere in una città nuova e non incontrare più nessuno.
- A me invece Roma piace tantissimo, è una specie di giungla, tiepida, tranquilla, dove ci si può nascondere bene.
- Anche io vorrei nascondermi, ma non ci riesco, non ci riesco.
E adesso cosa si fa?
- Facciamo un giro, restiamo.
- Uffa, anche Roma che noia! Mi ci vorrebbe un isola.
- Se la compri.
- Ci ho pensato. Ma poi ci andrei?
- Sa qual è il suo guaio? Di avere troppi soldi.
- E il tuo di non averne abbastanza. Intanto ecco qua tutti due.
- Questo non è mica un guaio. Siamo rimasti così in pochi a essere rimasti scontenti di noi stessi. Cosa ha fatto qui?
- Niente. Senta, lei non dovrebbe preoccuparsi, con tutti i quattrini che ha, anche se casca, casca in piedi.
- Credi proprio?
- Ah sì.
- Io non riesco neanche a reggermi in piedi. Ci vorrebbe una carica vitale che io non ho per girare a testa alta. Quando faccio l'amore, ecco sì nell'amore c'è questa tensione. Solo l'amore mi dà questa forza.
- Allora viva l'amore.
Ah!
- A me invece Roma piace tantissimo, è una specie di giungla, tiepida, tranquilla, dove ci si può nascondere bene.
- Anche io vorrei nascondermi, ma non ci riesco, non ci riesco.
E adesso cosa si fa?
- Facciamo un giro, restiamo.
- Uffa, anche Roma che noia! Mi ci vorrebbe un isola.
- Se la compri.
- Ci ho pensato. Ma poi ci andrei?
- Sa qual è il suo guaio? Di avere troppi soldi.
- E il tuo di non averne abbastanza. Intanto ecco qua tutti due.
- Questo non è mica un guaio. Siamo rimasti così in pochi a essere rimasti scontenti di noi stessi. Cosa ha fatto qui?
- Niente. Senta, lei non dovrebbe preoccuparsi, con tutti i quattrini che ha, anche se casca, casca in piedi.
- Credi proprio?
- Ah sì.
- Io non riesco neanche a reggermi in piedi. Ci vorrebbe una carica vitale che io non ho per girare a testa alta. Quando faccio l'amore, ecco sì nell'amore c'è questa tensione. Solo l'amore mi dà questa forza.
- Allora viva l'amore.
Ah!
martedì 19 novembre 2013
ESSERE FELICI ALLA SAMUEL BECKETT E ASCOLTARE BILL EVANS.
L'ermeneutica del sapere la persona che ti piace insieme ad un'altra.
Magari prima neanche ti piaceva, magari non così tanto, ma dopo questa scoperta diventa la tua ossessione, il tuo paradiso non corrotto ma ormai perso, il tuo gelato Haagen Dazs in una desolata serata d'inverno a casa da sola. Oh, quello che non diventa! Inafferrabile potere della gelosia. Oh, quale esperienza che ti trascende da te stessa, assolutamente consigliabile in vari stadi della vita. Cadi così in basso, così in basso che se sei fortunato e preghi il buon Dio dopo qualche pianto trovi anche nuove vie di uscita, nuove vie di espressione. Sperimenti. In russo terrore e passione hanno la stessa radice, ma non so se è venuto prima il terrore o prima la passione, chiedete a qualche Aristotele, almeno avrò qualcosa con cui passare il suo tempo.
Vorrei disperatamente dei soldi. I soldi sono manna dal cielo, se hai soldi non vivi sotto lo stesso giogo di chi non li ha. Questa è l'unico assioma veramente valido da un po' di tempo a questa parte. Dunque vorrei dei soldi e qualche scintilla di genio per ben sperperarli e prima di tutto per guadagnarli. Dopo averli guadagnati, senz'altro me ne andrei. Pensandoci ora, senz'altro me ne andrei. Per esempio a Berlino insieme a Franco. Si sta bene là, d'inverno, d'estate, sempre. Così si spezza per un momento quella routine a forma di corda attorno al collo di commiserazione, di repressione, di insoddisfazione, mettiamoci un po' di tutto, di pensare a GGG da Gerusalemme. Ecco un altro pilastro portante del mio collasso emotivo. Non è che si può rammendare il proprio cuore troppe volte di fila a distanza di pochi mesi, giusto?! Prima un coglione, poi un altro, schmuck dopo schmuck, rischi di finire come Luigi Tenco e non va bene, poi chi li fa i compiti di traduzione russa al posto mio? Bhè sì, insomma, a saperlo fare bisogna sapere reagire adeguatamente a certe news. La persona che ti piace insieme a un'altra. Una pollastrella di sangue nordico risiedente nella stessa città in via dell' abbiamo-spuntoni-in-testa, colei che ha preferito a quella cosa vagamente in carne e ossa con anche un'essenza sfuggente che sono solita, sono soliti dire ME, e - queste sono mie supposizioni, ma molto presumibilmente vere - da quando è tornato a casa lassù e l'ha rivista non vuole neanche più tenersi in contatto con ME, mi ha tagliato completamente fuori dalla sua vita, straccio logoro da buttare via, straccio logoro che con le ultime sue forze pulitrici gli aveva dedicato quella bellissima canzone di Lou Reed, Berlin, che dice "I'm gonna miss you babe when you're gone". Mi manca sì, e mi aveva detto prima di salire sul treno forse già con l'idea di abbandonarmi per sempre, chi lo sa, fammi sapere assolutamente quando andrai a Berlino...allora, sai, ho pensato che una canzone che si chiama Berlin, che dice I'm gonna miss you babe when you're gone era un'idea carina, un'idea tenera. Ma che cazzo penso? Io non devo pensare alle idee carine e tenere, devo smettere di fare questo, anche questo, al massimo devo pensare che il mio amante ha un'altra, il mio caro ex amante, devo razionalizzare, se razionalizzo lo odio, non lo amo più, non lo voglio più...che resta allora? Che resta di Firenze? Ponte Vecchio, sotto le stelle, ponte traditore. Franco, meglio che anche noi due cambiamo meta.
Grazie grazie schmuck.
Happy days, another one.
Forse dovrei smetterla di lamentarmi e fare-
qualcuno altro da sessionare sotto le coperte magari
togliamo i forse e i magari.
Mi dispiace un po' perché non conosco purtroppo, al momento, nessun altro che ami ascoltare Bill Evans durante le sessioni di terapia.
VIC
lunedì 18 novembre 2013
Comunque vada, suite
C'è da scrivere bimba mia. Non della felicità, la cui intrinseca essenza non sono capace di raccontare, ma dei momenti che l'hanno preceduta e della disperazione che le è seguita. Di una maglietta rossa come la copertina Adelphi di Jakob Von Gunter. Non so se sono capace neanche di fare questo, ma, essenzialmente, penso che sia meglio provarci, perché di rosso, gioia mia, attorno a me io vedo solo le fiamme di un inferno terreno.
Dell'idillio che avemmo insieme sotto diverse stelle, della musica in crescendo, della musica poi sconsacrata.
Confesserò tutti i miei peccati. La vergogna da un'altra parte.
domenica 17 novembre 2013
Pausa caffè
Il me parle tout bas
Je vois la vie en rose.
Sorry, I don't speak French.
domenica 27 ottobre 2013
ESPERIENZE-NON ESPERIENZE DI VITA.
Detesto i privati di capacità decisionale. Distinguetevi da una roccia o un pezzo di biancheria steso al sole. Voglio un vagare, sì un vagare, ma dissimile da quello di Dante, al diavolo l'espiazione, proprio al diavolo, quinto canto. Ero piena di aspettative per ieri sera e quella prima ancora e ancora n, ero piena di aspettative in generale, ma le aspettative sono delle puttane, lo sapete no?! Tanto vale essere in grado di trovare la felicità nel ridipingere bottigliette di vetro di succhi di mirtillo usate, ridipingerle di bianco e farne un pezzo di arredamento, questo è il nostro giorno perfetto, d'autunno, in un garage. A febbraio vado a Berlino a respirarne l'atmosfera, pensare a Berlino mi fa pensare a Low di David Bowie e Perfect Day di Lou Reed e il comunismo quando c'era, Lou Reed quando c'era ancora. E' morto, ma non capisco del tutto se è una cazzata inventata dagli Internet users o se è vero. In ogni caso, Perfect Day è una bellissima canzone, dimentichi che è scontata e ricordi che è bellissima.
E' stato un giorno perfetto e sono contenta di averlo speso con te.
Sono stati cinque giorni in fondo perfetti e sono contenta di averli spesi con te.
Devo andare a Berlino, devo partorire il mio bambino.
Proprio un giorno perfetto, non ho più bisogno di 'ti chiedo scusa'. Mi fai continuare, mi fai andare avanti, mi fai continuare, mi riempi di materiale. Mi fai scappare da me, mi fai sentire qualcun altro, mi trasformi in arte.
Questo centra relativamente poco con quanto succede o è mai successo, questo in realtà centra con tutto e con nessuno, è un classico, come Carmelo Bene, come bere il Valpolicella: dio Solitudine io mi prostro ai tuoi piedi, tu sei sempre con me e invece che combatterti con scarsi risultati, inizierò a cercare di convivere con te!
Mi trasformi in arte, e io vado a smettere di cercare. Mi dis-fò, come Carmelo Bene.
Smettere, smettere sempre. Smettere durerà finché dureranno le istanze aziendali nella nostra società consumistica industriale pluralista.
Berlino!
E' stato un giorno perfetto e sono contenta di averlo speso con te.
Sono stati cinque giorni in fondo perfetti e sono contenta di averli spesi con te.
Devo andare a Berlino, devo partorire il mio bambino.
Proprio un giorno perfetto, non ho più bisogno di 'ti chiedo scusa'. Mi fai continuare, mi fai andare avanti, mi fai continuare, mi riempi di materiale. Mi fai scappare da me, mi fai sentire qualcun altro, mi trasformi in arte.
Questo centra relativamente poco con quanto succede o è mai successo, questo in realtà centra con tutto e con nessuno, è un classico, come Carmelo Bene, come bere il Valpolicella: dio Solitudine io mi prostro ai tuoi piedi, tu sei sempre con me e invece che combatterti con scarsi risultati, inizierò a cercare di convivere con te!
Mi trasformi in arte, e io vado a smettere di cercare. Mi dis-fò, come Carmelo Bene.
Smettere, smettere sempre. Smettere durerà finché dureranno le istanze aziendali nella nostra società consumistica industriale pluralista.
Berlino!
sabato 28 settembre 2013
METODO EPICO
I'm all lost in the supermarket, I can't no longer shop happily.
Oggi l'economia è fatta per costringere tanta gente a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose per lo più inutili, che altri lavorano a ritmi spaventosi, per poter comprare, perché questo è ciò che dà soldi alle società multinazionali, alle grandi aziende, ma non dà felicità alla gente. Io trovo che c'è una bella parola in italiano che è molto più calzante della parola felice, ed è contento, accontentarsi, uno che si accontenta è un uomo felice.
Potete andarvene a fanculo. Per quanto mi riguarda. Resto indipendente come il 4 luglio.
Il piccolo Stanley era stanco e affamato,ma sapeva che solo portando Britney Spears al polo Nord si sarebbe salvata.
- Tutto ok signorina Spears?
Ti vogliamo sempre freak e non allineata
L'amore è come la grazia di Dio, l'astuzia non serve
M'hai detto "Ti amo", ti dissi "Aspetta"
Stavo per dirti "Eccomi", tu m'hai detto "Vattene"
Honey, I've been killing spiders since I was 30!
Quanto a ciò di cui senti la mancanza, è qualcosa di grande, di eccelso, di vicino a dio, il non essere turbato. Questa stabilità dell'animo, sulla quale c'è quel volume egregio di Democrito, i Greci la chiamano ευθυμια, io la chiamò tranquillità.
There will be time. There will be time to prepare a face to meet the faces that you meet.
Non so neanch'io perché il male sia brutto e il bene sia bello, ma so perché in certi signori come gli Stavrogin il senso di questa distinzione si cancelli e si perda - continuava Satov, tutto tremante. - Sapete perché allora vi sposaste in modo così obbrobrioso e basso? Proprio perché in questo caso l'obbrobrio e l'idiozia raggiungevano la genialità! Oh, non restate certo a girellare sui margini, voi; vi buttate dentro, giù, a capofitto. Vi siete sposato per la passione del supplizio, per la passione dei rimorsi, per lussuria morale. E' stato uno schianto dei nervi... La sfida al senso comune era troppo seducente! Stavrogin e una schifosa zoppina deficiente e miserabile!
Io sono un uomo malato...astioso. Sono un uomo malvagio. Credo di essere malato di fegato. Del resto non ne so un accidente della mia malattia e non so neppure esattamente cosa mi faccia male.
Solo le persone infelici non sanno ballare
Essi non capiscono che ciò che è differente concorda con sé stesso: armonia dei contrari, come l'armonia dell'arco e della lira.
Jesus Christ you have confused me, cornered, wasted, blessed and used me.
Amami come se fossimo ancora in quel bar a Berlino a fumare Pall Mall.
Yes, yes, yes, I will.
Non è straordinario come il corso di una vita può mutare in una notte? Mai, mai avrebbe volontariamente rinunciato a questa meravigliosa follia che è chiavare.
Are we then so serious?
Oggi l'economia è fatta per costringere tanta gente a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose per lo più inutili, che altri lavorano a ritmi spaventosi, per poter comprare, perché questo è ciò che dà soldi alle società multinazionali, alle grandi aziende, ma non dà felicità alla gente. Io trovo che c'è una bella parola in italiano che è molto più calzante della parola felice, ed è contento, accontentarsi, uno che si accontenta è un uomo felice.
Potete andarvene a fanculo. Per quanto mi riguarda. Resto indipendente come il 4 luglio.
Il piccolo Stanley era stanco e affamato,ma sapeva che solo portando Britney Spears al polo Nord si sarebbe salvata.
- Tutto ok signorina Spears?
Ti vogliamo sempre freak e non allineata
L'amore è come la grazia di Dio, l'astuzia non serve
M'hai detto "Ti amo", ti dissi "Aspetta"
Stavo per dirti "Eccomi", tu m'hai detto "Vattene"
Honey, I've been killing spiders since I was 30!
Quanto a ciò di cui senti la mancanza, è qualcosa di grande, di eccelso, di vicino a dio, il non essere turbato. Questa stabilità dell'animo, sulla quale c'è quel volume egregio di Democrito, i Greci la chiamano ευθυμια, io la chiamò tranquillità.
There will be time. There will be time to prepare a face to meet the faces that you meet.
Non so neanch'io perché il male sia brutto e il bene sia bello, ma so perché in certi signori come gli Stavrogin il senso di questa distinzione si cancelli e si perda - continuava Satov, tutto tremante. - Sapete perché allora vi sposaste in modo così obbrobrioso e basso? Proprio perché in questo caso l'obbrobrio e l'idiozia raggiungevano la genialità! Oh, non restate certo a girellare sui margini, voi; vi buttate dentro, giù, a capofitto. Vi siete sposato per la passione del supplizio, per la passione dei rimorsi, per lussuria morale. E' stato uno schianto dei nervi... La sfida al senso comune era troppo seducente! Stavrogin e una schifosa zoppina deficiente e miserabile!
Io sono un uomo malato...astioso. Sono un uomo malvagio. Credo di essere malato di fegato. Del resto non ne so un accidente della mia malattia e non so neppure esattamente cosa mi faccia male.
Solo le persone infelici non sanno ballare
Essi non capiscono che ciò che è differente concorda con sé stesso: armonia dei contrari, come l'armonia dell'arco e della lira.
Jesus Christ you have confused me, cornered, wasted, blessed and used me.
Amami come se fossimo ancora in quel bar a Berlino a fumare Pall Mall.
Yes, yes, yes, I will.
Non è straordinario come il corso di una vita può mutare in una notte? Mai, mai avrebbe volontariamente rinunciato a questa meravigliosa follia che è chiavare.
Are we then so serious?
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martedì 11 giugno 2013
Inutilità della puntualità
Ho visto il giovane Werther oggi. Arrivo in biblioteca, vado a prendere l'acqua ed eccolo lì. Gioia? Dolore? Ma no, boh, de void. L'incontro di due estranei. Adesso è a questo affare qui che penso, Roby.
Poi torno a casa, molto più tardi, e vedo che sulla bacheca in cucina c'è una frase che lui ha scritto tempo fa.
(Ah, allora non è un'illusione, c'era un tempo in cui stavamo insieme, pensavo di essermelo sognato.)
Come va? Stai facendo esami? Sì, sì, esami...ciao, ciao, buona giornata con tre punti esclamativi. Il vero peccato è la banalità.
Poi vedo Ofelia, per tre volte, tre volte! Sei meglio tu, è meglio lei, ma a fanculo.
Poi vado a comprarmi la birra al supermarket, mi chiedono l'id alla cassa. Ho 24 anni tra poco, il cuore all'estero e mi chiedono l'id.
Ma d'altra parte, this is life babe!
Non è finita. Nella successione di eventi poi torno a casa, vedo la frase ancora scritta lì ("cercò la sua serenità dal terzo piano", la serenità) più fragile di un pulcino giallo appena nato e senza avere ancora aperta la birra minuziosamente identificativa della mia età, prendo il cellulare e con un po' di incertezza che vive nelle mie dita, nel mio cervello e nel mio ambiente gastrico digito e invio la fatale sentenza: "Non mi piace essere estranei".
Ma tu, dove vuoi andare senza la tragedia nelle vene e la birra nello stomaco?!
Poi torno a casa, molto più tardi, e vedo che sulla bacheca in cucina c'è una frase che lui ha scritto tempo fa.
(Ah, allora non è un'illusione, c'era un tempo in cui stavamo insieme, pensavo di essermelo sognato.)
Come va? Stai facendo esami? Sì, sì, esami...ciao, ciao, buona giornata con tre punti esclamativi. Il vero peccato è la banalità.
Poi vedo Ofelia, per tre volte, tre volte! Sei meglio tu, è meglio lei, ma a fanculo.
Poi vado a comprarmi la birra al supermarket, mi chiedono l'id alla cassa. Ho 24 anni tra poco, il cuore all'estero e mi chiedono l'id.
Ma d'altra parte, this is life babe!
Non è finita. Nella successione di eventi poi torno a casa, vedo la frase ancora scritta lì ("cercò la sua serenità dal terzo piano", la serenità) più fragile di un pulcino giallo appena nato e senza avere ancora aperta la birra minuziosamente identificativa della mia età, prendo il cellulare e con un po' di incertezza che vive nelle mie dita, nel mio cervello e nel mio ambiente gastrico digito e invio la fatale sentenza: "Non mi piace essere estranei".
Ma tu, dove vuoi andare senza la tragedia nelle vene e la birra nello stomaco?!
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giovedì 6 giugno 2013
UN UOMO
"Dimmi, l'amore cos'è?". "Forse portare in borsa due saponette di tritolo." "Brava. Portarle o affidarle. Te le ho affidate di proposito, per dimostrarti che l'amore è amicizia, è complicità. L'amore è una compagna con la quale si divide il letto perché si divide un sogno, un impegno. Io non voglio una donna con cui essere felice. Il mondo è pieno di donne con cui si può essere felici, se è la felicità che si cerca. Infatti ho avuto tante donne che a pensarci bene cinque anni di carcere sono stati un riposo. Però non ho mai avuto una compagna. E voglio una compagna. Una compagna che mi sia compagno, amico, complice, fratello. Sono un uomo in lotta. Lo sarò sempre. Lo sarei ovunque e comunque. Anche in paradiso. Non so concepire un modo diverso per vivere e morire [...] Il tritolo non c'entra. Il tritolo è un momento nell'esistenza di un uomo in lotta. Del resto non mi piace il tritolo. Non mi piace la violenza, qualsiasi forma di violenza: non sarei mai capace, io, di far saltare in aria un autobus di bambini come fanno alcuni in nome della patria o di qualche altra fottuta ideologia. Non credo alla guerra. Non credo alle rivoluzioni fatte col sangue. Sono convinto che servano solo a cambiare il padrone. Mi danno fastidio le fucilate, gli scoppi: te lo dissi che ai Garibaldi io preferisco i Cavour. Ma quando c'è di mezzo la libertà, perché l'unica cosa che conti è la libertà, quando..."
"Cosa vuoi farne Alekos?" "Cosa? Ascoltami, cinquecento grammi di tritolo sono una miseria. Però si possono fare moltissime cose con cinquecento grammi di tritolo. Basta un detonatore, una miccia, un po' di fantasia. E una compagna che ci aiuta. Ho bisogno di te. Mi servi." "Per andare a spasso a raccattare scatole di Golden Virginia senza dare nell'occhio?" "No, per molto di più. Per non essere solo. Se mi aiuti, se non mi lasci solo, ti dico che voglio farne."
Quella voce. Quegli occhi. C'era un dèmone in quella voce, in quegli occhi: una passione lucida, fredda, incontrollabile, da ossesso che in nome della sua fede può commettere qualsiasi assurdità, rovinare la propria vita e quella degli altri, sacrificarvi i propri sentimenti e quelli degli altri, la propria intelligenza e l'intelligenza degli altri. Ma le tue parole chiudevano la più straordinaria dichiarazione d'amore che una creatura possa ricevere. Valevano mille abbracci in un letto, mille notti d'incanto, mille piante di gelsomino, mille s'agapò-tora-ke-tha-s'agapò-pantote. E il dinosauro che la notte prima avevo visto urlare, avanzare nelle foreste della preistoria calpestando alberi come fili d'erba non era un dinosauro: era un uomo. Un uomo solo, per giunta. Così solo che negarglisi sarebbe stato infame. "Una compagna che mi sia compagno, amico, complice, fratello. Mi aiuterai?" "Certo" risposi. "Bene. Hai presente l'Acropoli...?"
"Cosa vuoi farne Alekos?" "Cosa? Ascoltami, cinquecento grammi di tritolo sono una miseria. Però si possono fare moltissime cose con cinquecento grammi di tritolo. Basta un detonatore, una miccia, un po' di fantasia. E una compagna che ci aiuta. Ho bisogno di te. Mi servi." "Per andare a spasso a raccattare scatole di Golden Virginia senza dare nell'occhio?" "No, per molto di più. Per non essere solo. Se mi aiuti, se non mi lasci solo, ti dico che voglio farne."
Quella voce. Quegli occhi. C'era un dèmone in quella voce, in quegli occhi: una passione lucida, fredda, incontrollabile, da ossesso che in nome della sua fede può commettere qualsiasi assurdità, rovinare la propria vita e quella degli altri, sacrificarvi i propri sentimenti e quelli degli altri, la propria intelligenza e l'intelligenza degli altri. Ma le tue parole chiudevano la più straordinaria dichiarazione d'amore che una creatura possa ricevere. Valevano mille abbracci in un letto, mille notti d'incanto, mille piante di gelsomino, mille s'agapò-tora-ke-tha-s'agapò-pantote. E il dinosauro che la notte prima avevo visto urlare, avanzare nelle foreste della preistoria calpestando alberi come fili d'erba non era un dinosauro: era un uomo. Un uomo solo, per giunta. Così solo che negarglisi sarebbe stato infame. "Una compagna che mi sia compagno, amico, complice, fratello. Mi aiuterai?" "Certo" risposi. "Bene. Hai presente l'Acropoli...?"
Oriana Fallaci
mercoledì 5 giugno 2013
ARAGOSTE
Jeezuz, sapete, a volte ti manca così tanto una persona che ti verrebbe voglia di chiamarla anche nel mezzo della notte con voce spaventata e farla venire di corsa solo per farle uccidere con la scopa un ragno gigantesco che non vuole uscire dal tuo bagno.
Non ho grandi certezze nella vita a parte che che Annie Hall rimarrà il mio film preferito di sempre, è perfetto per me, perfetto.
Non c'è rimedio al sentirsi miserabili, o forse sì, d'accordo, però capita di sentirsi senza rimedi no, capitano certi momenti no?! E quella è la parte peggiore. Quella e quando ci si chiede con chi si possa cucinare aragoste divertendosi così tanto.
mercoledì 29 maggio 2013
Analismi II
Dottoreeeeeeeeeeeeee, ho dei problemi, mi vengono in mente solo le cose brutte, so buttare giù solo quelle, ma non è possibile, non è possibile! Mi hanno detto recentemente che 'La vita è bella' e mi hanno anche detto che non mi stavano mica prendendo per i fondelli! Dottore, questo a essere sincera me l'ha detto il mio ragazzo quando ci siamo lasciati per il fatto che procedevamo per inerzia, procedevamo secondo la prima legge di Newton sa, e poi dopo qualche giorno ho scoperto che stava uscendo con un'altra, cioè che, per così dire, era intervenuta una forza esterna a modificare tale nostro precedente stato, secondo lei dovrei credere che non mi stava prendendo per, mmmhh, i fondelli? Mi-di-ca-lei.
Quest'oggi non sono riuscita a parlare con anima viva, ero tutta presa dal manuale del buon giornalista che mi consigliava di avere A) un'astuzia da roditore; B) modi accettabili nel trattare con gli altri; C) un po' di abilità letteraria, se non altro ho chiamato mio padre e mia madre per fare a loro tanti auguri di buon anniversario, non sono mica da buttare via 37 anni di sacro matrimonio, poi mi vengono a dire che l'amore non esiste! A essere di nuovo sincera, questo me l'ha sempre detto il mio ex ragazzo mentre parlavo con lui del fatto che adesso vede un'altra, ma non mi sono mica adirata, oh no, ho mantenuto modi accettabilisìmi, il signor Randall sarebbe stato più che fiero di me. Del resto, non è mica così che funziona, la saggezza popolare che dice chiusa una porta si apre un portone?! Vorrei assoldare un plotone io, signor dottore. Da piccola, in una recita dell'asilo che narrava della nascita di Gesù, il mio ruolo era quello della porta, dovevo fare la porta dell'osteria alla quale Maria, incinta e affaticata, bussa per chiedere asilo, ma no! non c'è posto per il suo pancione miracolosamente gravido. Credo di avere il complesso di essere una porta.
Ma torniamo alla mia giornata. A un certo punto ero così stufa marcia delle discussioni sull'importanza che un giornalista non debba temere i numeri, le statistiche, sapere che cosa siano le distribuzioni e le deviazioni standard che ho commesso l'errore di accendere il tubo catodico. C'era Dottor House in onda e il telecomando già l'avevo lasciato distante, stavo lì a guardare quel coglione fumandomi una sigaretta dopo l'altra, il malessere era tale che a un certo punto mi si sono strette le budella e ho maledetto le alghe che ho mangiato ieri sera al giapponese 'Senso', ottimo posto. Che amarezza dottore, non sapevo far altro che continuare a guardare Dottor House e controllare minuziosamente l'ultima volta che il mio ex ragazzo si era collegato a uatsappo e stabilire se per caso nel frattempo, chissà mai, stava intrattenendosi con la sua nuova fiamma luccicantisìma, il portone per intendersi. Mi è persino venuto in mente di aprire il cassetto e tirare fuori, oh no, questo non glielo posso dire, sarà che la creatività richiede coraggio, ma questo non glielo dico, oggi non glielo dico, ferma nelle mie intenzioni. 18:04, bene, tutto chiaro nella mia testa: "Amo', sto arrivando!", amo'??! Ma cosa dici? Ma come parli?! Tutti impazziti.
Oh Gesù, ho mangiato così tanti carboidrati a cena...
Stasera volevo guardare 'La vita è meravigliosa' di Frank Capra, stiamo parlando di uno tra i 100 film più belli di sempre del Times? New York Times? qualcosa del genere.
Lei cosa ne pensa?
Poi, se mi succede ogni tanto qualcosa di piacevole, per favore me lo dica, me lo ricordi di annotarmelo, nuotare per esempio accanto a ippocampi marini dal sapore preistorico e pesci dai colori iridescenti, me lo ricordi!
Quest'oggi non sono riuscita a parlare con anima viva, ero tutta presa dal manuale del buon giornalista che mi consigliava di avere A) un'astuzia da roditore; B) modi accettabili nel trattare con gli altri; C) un po' di abilità letteraria, se non altro ho chiamato mio padre e mia madre per fare a loro tanti auguri di buon anniversario, non sono mica da buttare via 37 anni di sacro matrimonio, poi mi vengono a dire che l'amore non esiste! A essere di nuovo sincera, questo me l'ha sempre detto il mio ex ragazzo mentre parlavo con lui del fatto che adesso vede un'altra, ma non mi sono mica adirata, oh no, ho mantenuto modi accettabilisìmi, il signor Randall sarebbe stato più che fiero di me. Del resto, non è mica così che funziona, la saggezza popolare che dice chiusa una porta si apre un portone?! Vorrei assoldare un plotone io, signor dottore. Da piccola, in una recita dell'asilo che narrava della nascita di Gesù, il mio ruolo era quello della porta, dovevo fare la porta dell'osteria alla quale Maria, incinta e affaticata, bussa per chiedere asilo, ma no! non c'è posto per il suo pancione miracolosamente gravido. Credo di avere il complesso di essere una porta.
Ma torniamo alla mia giornata. A un certo punto ero così stufa marcia delle discussioni sull'importanza che un giornalista non debba temere i numeri, le statistiche, sapere che cosa siano le distribuzioni e le deviazioni standard che ho commesso l'errore di accendere il tubo catodico. C'era Dottor House in onda e il telecomando già l'avevo lasciato distante, stavo lì a guardare quel coglione fumandomi una sigaretta dopo l'altra, il malessere era tale che a un certo punto mi si sono strette le budella e ho maledetto le alghe che ho mangiato ieri sera al giapponese 'Senso', ottimo posto. Che amarezza dottore, non sapevo far altro che continuare a guardare Dottor House e controllare minuziosamente l'ultima volta che il mio ex ragazzo si era collegato a uatsappo e stabilire se per caso nel frattempo, chissà mai, stava intrattenendosi con la sua nuova fiamma luccicantisìma, il portone per intendersi. Mi è persino venuto in mente di aprire il cassetto e tirare fuori, oh no, questo non glielo posso dire, sarà che la creatività richiede coraggio, ma questo non glielo dico, oggi non glielo dico, ferma nelle mie intenzioni. 18:04, bene, tutto chiaro nella mia testa: "Amo', sto arrivando!", amo'??! Ma cosa dici? Ma come parli?! Tutti impazziti.
Oh Gesù, ho mangiato così tanti carboidrati a cena...
Stasera volevo guardare 'La vita è meravigliosa' di Frank Capra, stiamo parlando di uno tra i 100 film più belli di sempre del Times? New York Times? qualcosa del genere.
Lei cosa ne pensa?
Poi, se mi succede ogni tanto qualcosa di piacevole, per favore me lo dica, me lo ricordi di annotarmelo, nuotare per esempio accanto a ippocampi marini dal sapore preistorico e pesci dai colori iridescenti, me lo ricordi!
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La vita è meravigliosa un film di Frank Carpra,
Senso ristorante giapponese
Analismi
Adesso mi segua avanti, mi segua, sono più sveglia che mai, ho preso più thè verde che mai, per mantenermi in forma dopo tutte quelle sigarette, antiossidanti, ecco cosa ci serve!
Dottore, mi segue?
Succede che ho capito mentre guidavo in macchina l'altro giorno che bisogna crederci a certe cose, a certe stronzate. Volevo appuntarmi il pensiero per renderlo più stabile, per immobilizzarlo, ma poi non ne ho avuto tempo così lo racconto a lei adesso in maniera un po' più fumosa.
Dottore, il fatto è che la domanda che voglio pormi non è Ci credo? oppure Posso crederci?, ma è Devo crederci? E la risposta è sì perdio! Devi, stupida imbecille. Devi dire di sì alla vita, come faceva quel pazzo furioso che faceva tour sù per l'Alta Engadina, come Valeria che litiga con Riccardo e gli dice che Sì! Sì, perdio, lei ha un cuore e di smetterla di insultare sua sorella che a lui non ha mai fatto niente di male.
Ora non so neanche più bene a cosa mi riferissi dottore quando ho fatto quel pensiero, c'era un oggetto specifico nella mia mente ed ora tutto è invece rientrato in una categoria più generale, ma penso vada bene lo stesso, non crede anche lei?
Nel frattempo c'è un'altro pensiero che mi frulla nel gulliver in maniera più o meno costante, non è proprio un pensiero, sono parole lette in un libro recentemente che tornano ogni due per tre a disturbare la mia memoria. Queste parole sono: "Oh cagna impulsiva! impertinente svergognata! avventuriera sprovveduta!".
Cosa pensa che significhi? Perché vede, conoscendo la situazione qual è, conoscendo tutto, lei mi viene a parlare di sogni, mi viene a parlare di Freud e della mia infanzia, ma dico! le sembro per caso una sprovveduta?! Io lo so chi è quella cagna, dottore, lo so bene, e non creda che mi lusinga farmi certe immagini in testa, ma davvero non ne posso fare a meno. Ora lei mi dica perché mai dottore non dovrebbe tornarsene da dove è venuta, mi dica dove sta la soluzione a questo guazzabuglio e non tiri in ballo né Freud né la box né questioni razziali perché di quelle non ho mai sofferto!
Dottore, mi segue?
Succede che ho capito mentre guidavo in macchina l'altro giorno che bisogna crederci a certe cose, a certe stronzate. Volevo appuntarmi il pensiero per renderlo più stabile, per immobilizzarlo, ma poi non ne ho avuto tempo così lo racconto a lei adesso in maniera un po' più fumosa.
Dottore, il fatto è che la domanda che voglio pormi non è Ci credo? oppure Posso crederci?, ma è Devo crederci? E la risposta è sì perdio! Devi, stupida imbecille. Devi dire di sì alla vita, come faceva quel pazzo furioso che faceva tour sù per l'Alta Engadina, come Valeria che litiga con Riccardo e gli dice che Sì! Sì, perdio, lei ha un cuore e di smetterla di insultare sua sorella che a lui non ha mai fatto niente di male.
Ora non so neanche più bene a cosa mi riferissi dottore quando ho fatto quel pensiero, c'era un oggetto specifico nella mia mente ed ora tutto è invece rientrato in una categoria più generale, ma penso vada bene lo stesso, non crede anche lei?
Nel frattempo c'è un'altro pensiero che mi frulla nel gulliver in maniera più o meno costante, non è proprio un pensiero, sono parole lette in un libro recentemente che tornano ogni due per tre a disturbare la mia memoria. Queste parole sono: "Oh cagna impulsiva! impertinente svergognata! avventuriera sprovveduta!".
Cosa pensa che significhi? Perché vede, conoscendo la situazione qual è, conoscendo tutto, lei mi viene a parlare di sogni, mi viene a parlare di Freud e della mia infanzia, ma dico! le sembro per caso una sprovveduta?! Io lo so chi è quella cagna, dottore, lo so bene, e non creda che mi lusinga farmi certe immagini in testa, ma davvero non ne posso fare a meno. Ora lei mi dica perché mai dottore non dovrebbe tornarsene da dove è venuta, mi dica dove sta la soluzione a questo guazzabuglio e non tiri in ballo né Freud né la box né questioni razziali perché di quelle non ho mai sofferto!
domenica 19 maggio 2013
Pencil sharpener
Gli stati della mente sono troppo vulnerabili per arrivare da qualche parte senza imprecare.
Le persone qui attorno forse non mi conoscono troppo bene. Queste quattro pareti sì, non ho bisogno che di un letto in una camera d'albergo, un grande grandissimo letto in una camera d'albergo e uno specchio. Queste quattro pagine, sì, mi conoscono.
Non resiste più di quattro o cinque pagine il mio stato mentale attuale ed è già altro.
Vorrei prenderti e dirti in corretto francese fluente: "Permettez-moi de souffrir! et l'appeler Destin..."
Va come deve andare?!
Il mio karma si fa eracliteo. Bon.
Le persone qui attorno forse non mi conoscono troppo bene. Queste quattro pareti sì, non ho bisogno che di un letto in una camera d'albergo, un grande grandissimo letto in una camera d'albergo e uno specchio. Queste quattro pagine, sì, mi conoscono.
Non resiste più di quattro o cinque pagine il mio stato mentale attuale ed è già altro.
Vorrei prenderti e dirti in corretto francese fluente: "Permettez-moi de souffrir! et l'appeler Destin..."
Va come deve andare?!
Il mio karma si fa eracliteo. Bon.
venerdì 17 maggio 2013
ART LOVERS
Guardate il video realizzato da un mio amico e poi, in generale, aprite gli occhi!
http://www.youtube.com/watch?v=WnLO4GahBQQ&feature=youtu.be
domenica 31 marzo 2013
kings and queens
Gigliola. Ragazza sveglia, piena d'iniziativa, come comunemente viene definita una ragazza come Gigliola, Anche lui, del resto, sveglio e pieno d'iniziativa, almeno così aveva creduto quando avevano deciso di sposarsi, anche questo dire "decidere" si dice così perché si dice, ma non è una vera e propria decisione, è un'iniziativa anche questa, l'iniziativa, appunto, di sposarsi, che vuol dire andare a letto insieme tutte le sere, aprire gli occhi insieme tutte le mattine, salutarsi con "buongiorno amore" o qualcosa del genere, ma niente biscotti Mulino Bianco, macine e altre cazzate, imbevuti nel latte schiumante, il caffè preso insieme al bar sotto casa, che tra loro, familiarmente, chiamano "il nostro baretto", insieme al metrò stazione Molino Dorino, ma con uscita a due fermate diverse, per ritrovarsi la sera, magari in centro città, toast integrale e spremuta di pompelmo, il cinema, L'ultimo dei Mohicani, appunto e per esempio, "Accoglilo, è Uncas, mio figlio", con relativo sottofondo buono a incamerarsi, o Apocalipse Now, con Cavalcata di Valchirie, eccessivamente eroica per tutti i giorni, a essere onesti, uscire con l'orrore appiccicato alla pelle che li accompagna fino alle due camere-notte con bagno, saletta e cucinotto nel comprensorio mattonellato e balconato di Molino Dorino - oppure la televisione.
Così. Succede proprio che i libri con la parola "demoni" nel titolo e/o nella cui trama si insinuano bombe da far esplodere (anche un album ci aggiungerei) mi piacciono in modo insano/perverso e inizio a pensare che nella mia vita precedente io fossi tipo una brigatista.
I demoni
Genna, Monina, Parazzoli
Così. Succede proprio che i libri con la parola "demoni" nel titolo e/o nella cui trama si insinuano bombe da far esplodere (anche un album ci aggiungerei) mi piacciono in modo insano/perverso e inizio a pensare che nella mia vita precedente io fossi tipo una brigatista.
sabato 30 marzo 2013
GRIMES
Masturbations, masturbations,
the withered leaves of our sensations.
Mi manchi T. S.
Masturbations, puritan masturbations.
Masturbations, oggi avevo bisogno di
te, ma tu sei troppo solipsistico.
Oggi avevo bisogno di te in una nuova
atmosfera che non ci faccia calcificare anche arterie reni e tessuti.
Ma come sempre avevi altro e di meglio
da fare, canti e conti da far tornare.
MY LIFE JOURNAL con copertina rigida.
Sogni di California su uno skate con la mia mora migliore amica mi passano per la mente, sole, sole, palme,
cuffie nelle orecchie e pelle abbronzata. Non ha niente a che vedere
con il marzo ostile fuori dalla finestra. Ma con determinazione e
impegno si avvera tutto, anche i sogni della California, anche volare
giù da una finestra giocando a chi per primo si arresta, secondo me, se mi impegno, si può fare.
Ho la testa così piena che sarebbe
meglio iniziare a girare il mondo, che il mondo in testa ho.
Lascerei così fluire liberamente come
magma primordiale tanto cose calcificate, social networks alla
vitamina D e ormone paratiroideo. rincorrerei anche io mia madre,
nella tenebra passata presente e futura del fiume Congo.
Sai, madre, sono andata là fino al
punto che non intravedo niente di veramente valido per l'esistenza
che non sia inscritto nella dimensione dell'arte e della scrittura.
Sai, madre mia, non mi sfugge nessuna suggestione, il potenziale di
farla diventare visione, mi perdonerai per questi schizzi.
La mia Africa.
Amore piangi, perché mi sto
allontanando.
Ma come fan presto, amooore, ad appassir le rose.
martedì 26 febbraio 2013
RILESCIONS
A parte la forza e il coraggio, c'è la questione della rigidità. L'irrigidimento, vi dirò, non funziona, sgancia terribili colpi all'epigastro e non fa mai salire su quell'astro. Il y a un Pierrot. Sono diventata una specie di tronco di acero canadese che non lo smuovi neanche ci fosse una ciurmaglia di castori pronti a rosicchiare. Lì tutto dritto e impettito.
Questo non è amore e non può far nascere amore, non lasciarsi andare davanti alla persona che si predica di volere così tanto.
Che si rimanga pure aceri canadesi altrove nell'esistenza, ma di fronte alla persona in questione è meglio essere piuttosto dei salici piangenti, non per il "piangente", ma per la flessuosità e sinuosità e flexibility dei suoi rami, si capisce. Si capisce qualcosa in più ogni giorno, si diventa un po' più salice ogni giorno.
Ma poi soprattutto bisogna mantenere il contatto terr-se stessi, che, in ogni caso e in qualsiasi condizione plantifera uno si trovi, vagare troppo in orbita sul pianeta dell'amore può lasciare molto scottati, e, una volta scottati, viene il piglio di volersi buttare nel fiume come Ofelia per trovare refrigerio e da salice diventi acqua, passaggio solitamente facilitato anche da una prossimità geografica, scagliato nel grande cerchio della vita, cibo per pesci, e non era questo che volevi, essere scagliato nel grande cerchio della vita, non l'hai mai chiesto a nessuno. THAT IS NOT WHAT I MEANT AT ALL, THAT IS NOT IT AT ALL!!!
Ci sono queste due cose fondamentalmente da tenere presente, insieme al BEWARE THE EXPECTATIONS, si capisce. Il problema, e non delle relazioni, ma dell'esistenza tout court, è che si prosegue per la selva oscura accompagnati dal Virgilio delle aspettative, in ogni girone e in ogni cielo in cui si ritrovi ci sono le rispettive aspettative per cui se vengono rispettate = gioia, in caso contrario = dolore. Quindi ritornando alle nostre aspettative relazionali, il fatto di non scegliere una data che sigilli l'inizio di un amore, la quale, chissà, in futuro si potrà ricordare con amarezza ed essere correlativo oggettivo del nostro sdegno - perché è più romantico essere particolarmente segnati dal dolore, che so, il 22 luglio, piuttosto che un periodo indefinito qualunque -; il fatto che ogni volta bisogna mettere la tua fantasia creatrice a dura prova per trovare nuove perifrasi per indicare a persone terze la natura di quello che in un universo parallelo chiameremmo con la consueta, sì forse un po' banale e arbitraria, ma certo in fondo comoda, etichetta "il mio ragazzo" del tipo "Sì, lui è una persona che frequento con regolarità da un po' di tempo, tipo due anni, ma, sai, non si sente ancora pronto per una relazione seria, allora cioè, non posso proprio dire che stiamo insieme, anche se passiamo regolarmente del tempo insieme, però non siamo davvero fidanzati, facciamo sesso, ma non la metterei proprio solo su quel piano, c'è il cuore anche, per dirla così, bah', anche se a volte non so, comunque ci frequentiamo, stiamo insieme ma non stiamo insieme"; il fatto che dalla sua bocca non escano mai parole che assomiglino alle altrettanto consuete etichette "tesoro, amore, cara, cucciolotta mia, babbuina del mio cuore" e correlati né oralmente né tanto meno per iscritto sono tutti fatti, estrapolati dal grande calderone, che non si accordano alle aspettative legate alla categoria: storia d'amore.
E questo per dire che le aspettative sono pericolose in una vita che dovrebbe essere legata al principio dell'invenzione, dell'essere proteiforme più di quanto lo sia l'arte che poi in fondo tanto libera non è.
E questo per dire, più di tutto, in una citazione colta, che come ci ha insegnato 500 Days of Summer, spesso non ci sono "storie d'amore", ma storie sull' amore e, comunque vadano, il bene rimane, catturato dentro quelle irrinunciabili sensazioni che se fossero state almeno vagamente palpabili uno le avrebbe rinchiuse dentro una bella scatoletta di cartone con dei fiori disegnati sopra da aprire in momenti di vergognosa tristezza.
Poi, a dir la verità, questo tipo di positività alla "think pink" nella mia esperienza personale, se va bene, dura circa 2 o 3 giorni, poi ritorno a svegliarmi al mattino con un coretto che mi ronza in testa e che fa più o meno così:
Questo non è amore e non può far nascere amore, non lasciarsi andare davanti alla persona che si predica di volere così tanto.
Che si rimanga pure aceri canadesi altrove nell'esistenza, ma di fronte alla persona in questione è meglio essere piuttosto dei salici piangenti, non per il "piangente", ma per la flessuosità e sinuosità e flexibility dei suoi rami, si capisce. Si capisce qualcosa in più ogni giorno, si diventa un po' più salice ogni giorno.
Ma poi soprattutto bisogna mantenere il contatto terr-se stessi, che, in ogni caso e in qualsiasi condizione plantifera uno si trovi, vagare troppo in orbita sul pianeta dell'amore può lasciare molto scottati, e, una volta scottati, viene il piglio di volersi buttare nel fiume come Ofelia per trovare refrigerio e da salice diventi acqua, passaggio solitamente facilitato anche da una prossimità geografica, scagliato nel grande cerchio della vita, cibo per pesci, e non era questo che volevi, essere scagliato nel grande cerchio della vita, non l'hai mai chiesto a nessuno. THAT IS NOT WHAT I MEANT AT ALL, THAT IS NOT IT AT ALL!!!
Ci sono queste due cose fondamentalmente da tenere presente, insieme al BEWARE THE EXPECTATIONS, si capisce. Il problema, e non delle relazioni, ma dell'esistenza tout court, è che si prosegue per la selva oscura accompagnati dal Virgilio delle aspettative, in ogni girone e in ogni cielo in cui si ritrovi ci sono le rispettive aspettative per cui se vengono rispettate = gioia, in caso contrario = dolore. Quindi ritornando alle nostre aspettative relazionali, il fatto di non scegliere una data che sigilli l'inizio di un amore, la quale, chissà, in futuro si potrà ricordare con amarezza ed essere correlativo oggettivo del nostro sdegno - perché è più romantico essere particolarmente segnati dal dolore, che so, il 22 luglio, piuttosto che un periodo indefinito qualunque -; il fatto che ogni volta bisogna mettere la tua fantasia creatrice a dura prova per trovare nuove perifrasi per indicare a persone terze la natura di quello che in un universo parallelo chiameremmo con la consueta, sì forse un po' banale e arbitraria, ma certo in fondo comoda, etichetta "il mio ragazzo" del tipo "Sì, lui è una persona che frequento con regolarità da un po' di tempo, tipo due anni, ma, sai, non si sente ancora pronto per una relazione seria, allora cioè, non posso proprio dire che stiamo insieme, anche se passiamo regolarmente del tempo insieme, però non siamo davvero fidanzati, facciamo sesso, ma non la metterei proprio solo su quel piano, c'è il cuore anche, per dirla così, bah', anche se a volte non so, comunque ci frequentiamo, stiamo insieme ma non stiamo insieme"; il fatto che dalla sua bocca non escano mai parole che assomiglino alle altrettanto consuete etichette "tesoro, amore, cara, cucciolotta mia, babbuina del mio cuore" e correlati né oralmente né tanto meno per iscritto sono tutti fatti, estrapolati dal grande calderone, che non si accordano alle aspettative legate alla categoria: storia d'amore.
E questo per dire che le aspettative sono pericolose in una vita che dovrebbe essere legata al principio dell'invenzione, dell'essere proteiforme più di quanto lo sia l'arte che poi in fondo tanto libera non è.
E questo per dire, più di tutto, in una citazione colta, che come ci ha insegnato 500 Days of Summer, spesso non ci sono "storie d'amore", ma storie sull' amore e, comunque vadano, il bene rimane, catturato dentro quelle irrinunciabili sensazioni che se fossero state almeno vagamente palpabili uno le avrebbe rinchiuse dentro una bella scatoletta di cartone con dei fiori disegnati sopra da aprire in momenti di vergognosa tristezza.
Poi, a dir la verità, questo tipo di positività alla "think pink" nella mia esperienza personale, se va bene, dura circa 2 o 3 giorni, poi ritorno a svegliarmi al mattino con un coretto che mi ronza in testa e che fa più o meno così:
Etichette:
acero canadese,
bilancia,
bilico,
equilibrio,
essere acqua,
essere pianta,
Forse il REALISMO,
leone,
mugugni,
salice piangente,
toto cotugno,
vergine,
versi
domenica 24 febbraio 2013
Una vita che finisce nella carta. Approfondire.
take the time, take the time take the time to make the time
a light so dim.
una luce così debole.
ennui.
Può convivere una ragionata sterilità, ragionata nel senso che ci si è ragionati sopra e a furia di ragionarci si è diventati sterili senza più neanche pensarci, CON un profondissimo sentire?
Mi sembra di essere arrivata alla stessa situazione di Daisy Buchanan e, per così dire, io ritorni a qualsiasi cucchiaino da caffè che possa arricchirmi di un brivido. Chissà, lo leggeranno, ne faranno questioni amletiche, diranno le sue influenze giovanili sono state queste e quest'altre, lì si rintracciano delle derivazioni sememiche dal sèma tale, e la tesi, quella su Eliot.
Devo ragionare sul fatto che l'arte può davvero riuscire in qualche modo a riempire dei vuoti e portare gli spazi ammorbati dall'ennui all'antico splendore, mettendo a posto, buttando quel che non serve, lucidando e comprando un microonde nuovo.
The city sunset over me. Night and day, night and day I dream of making love, love to you baby.
a light so dim.
una luce così debole.
ennui.
Può convivere una ragionata sterilità, ragionata nel senso che ci si è ragionati sopra e a furia di ragionarci si è diventati sterili senza più neanche pensarci, CON un profondissimo sentire?
Mi sembra di essere arrivata alla stessa situazione di Daisy Buchanan e, per così dire, io ritorni a qualsiasi cucchiaino da caffè che possa arricchirmi di un brivido. Chissà, lo leggeranno, ne faranno questioni amletiche, diranno le sue influenze giovanili sono state queste e quest'altre, lì si rintracciano delle derivazioni sememiche dal sèma tale, e la tesi, quella su Eliot.
Devo ragionare sul fatto che l'arte può davvero riuscire in qualche modo a riempire dei vuoti e portare gli spazi ammorbati dall'ennui all'antico splendore, mettendo a posto, buttando quel che non serve, lucidando e comprando un microonde nuovo.
The city sunset over me. Night and day, night and day I dream of making love, love to you baby.
domenica 20 gennaio 2013
homage a james j.
Vi sono persone innamorate, ma non esiste l'amore. Vi è soltanto l'atteggiamento individualmente mutevole che le singole persone assumono nelle loro vite. Nelle loro opere d'arte di vita schifida ma bella che si ritrovano. Forte.
A furia di leggere Irvine Welsh inizierò a farmi di eroina. Scherzo, ma dai?! Ho la moralità ben piantata peggio delle radici di un acero canadese secolare. Forte anche questo.
Sono piena di discorsi con me stessa e con un paio di altre persone con cui mi è possibile ancora farli, dicono che certe case editrici magari...mah, una vita basata sulla viscion di film e reviscion of buks. Se ho un problema che è proprio volgare ma non è uno di quei tipo di problemi che si risolvono come si risolvono quelli delle elementari che se hai cinque caramelle e due te le ruba il tuo compagno di banco quante te ne rimangono e a quanto ammonta la tua amarezza, bhè quanto ammonta la tua amarezza sì, li scrivo nel mio taccuino degli E VA BHE' e ci pongo una pietra sopra come Pietro aveva fatto con la Chiesa occidentale, che Dio l'abbia in gloria.
Parliamo di cose belle, parliamo del tuo uomo. No dai sul serio non diciamo cazzate, torniamo a Dublino, riprendiamo Berlino, è vero, è verisìmo, un'idea fissa può essere la canzone di Guccini che mi sballonzola in testa "Vedi caRa, è difficile spiegaRe, è difficile paRlare dei fantasmiii di una mentee", ma l'amore non è mica un'idea fissa, tra soci vengono fuori certe chiarezze, come mettere lum+ allo schermo del computer.
E VA BHE'. Si può essere anche coglioni innamorati, non essere paghi e innamorati pur tuttavia.
ma cos'è che ti agita?? io non è che sono agitata, a me sta solo sul culo la solitudine e il fatto che però la maggior parte delle persone che ho intorno mi stanno sul culo
A furia di leggere Irvine Welsh inizierò a farmi di eroina. Scherzo, ma dai?! Ho la moralità ben piantata peggio delle radici di un acero canadese secolare. Forte anche questo.
Sono piena di discorsi con me stessa e con un paio di altre persone con cui mi è possibile ancora farli, dicono che certe case editrici magari...mah, una vita basata sulla viscion di film e reviscion of buks. Se ho un problema che è proprio volgare ma non è uno di quei tipo di problemi che si risolvono come si risolvono quelli delle elementari che se hai cinque caramelle e due te le ruba il tuo compagno di banco quante te ne rimangono e a quanto ammonta la tua amarezza, bhè quanto ammonta la tua amarezza sì, li scrivo nel mio taccuino degli E VA BHE' e ci pongo una pietra sopra come Pietro aveva fatto con la Chiesa occidentale, che Dio l'abbia in gloria.
Parliamo di cose belle, parliamo del tuo uomo. No dai sul serio non diciamo cazzate, torniamo a Dublino, riprendiamo Berlino, è vero, è verisìmo, un'idea fissa può essere la canzone di Guccini che mi sballonzola in testa "Vedi caRa, è difficile spiegaRe, è difficile paRlare dei fantasmiii di una mentee", ma l'amore non è mica un'idea fissa, tra soci vengono fuori certe chiarezze, come mettere lum+ allo schermo del computer.
E VA BHE'. Si può essere anche coglioni innamorati, non essere paghi e innamorati pur tuttavia.
ma cos'è che ti agita?? io non è che sono agitata, a me sta solo sul culo la solitudine e il fatto che però la maggior parte delle persone che ho intorno mi stanno sul culo
Jack White non mi piace
....tutti, come me, dicevano che sentono la tua mancanza. PER FAVORE possiamo riavere il nostro vecchio Mark?
Stai bene.
Un caro saluto
Hazel xxxx
Il vecchio Mark? E chiccazzo sarebbe?
Ma con la penna e il taccuino bianco, qui a non fare altro che guardare fuori, non mi sono mai sentito così concentrato e vivo. Era quasi uguale quando scrivevo le tesine all'uni, ma adesso è diverso. Invece di costruire fatti da sviluppare, contestarli e alla fine formulare un'ipotesi, scrivendo nel giornale a ruota libera cose personali su me stesso mi sento di arrivare più vicino a una specie di autenticità. Quando scrivi puoi usare la tua esperienza, ma staccandola da te stesso. Afferri certe verità. Altre le metti assieme. Gli episodi che inventi riescono a chiarire e spiegare non meno, anzi a volte di più, di quelli che sono successi davvero.
Poi ritorno sull'Ulisse. Se riuscirò a uscire da questa merda di posto, sarà tutto merito di James J.: è troppo bello chiudersi dentro la sua Dublino, un giorno o l'altro ci vado, a Dublino, e verifico.
Irvine Welsh, Skagboys
zen, grigio, taccuini, changes di david bowie, stop making sense, diete detox, leggere leggere leggere e fanculescion a tutti
domenica 13 gennaio 2013
venerdì 11 gennaio 2013
SKAGB.
Era penoso. Io ero penoso. La gente mi scansava. Ero passato dall'essere considerato uno arguto e simpatico, a un cinico palloso: freddo e caustico. Mi nutrivo di antipatia. Non c'era niente di buono o normale o comune che non volessi mettere in ridicolo. Criticavo tutto quanto, ed ero un critico della peggior specie, di quelli che la bile che sputano vien fuori fino all'ultima goccia dal loro senso di fallimento e sfigataggine, che si solleva tipo il vapore dal piscio di un tossico.
giovedì 3 gennaio 2013
l buoni propositi del nuovo anno #2
Sono convinta che gli anni, nel loro susseguirsi, siano più o meno circolari.
Dunque cambiamenti a grande scala: fatalmente impossibili. Si procede come lumache, come puttane senza più marciapiedi, ma questa, sì, era di Emil Cioran.
L'anno scorso a quest'ora scrivevo versi di leopardiana liricità disturbata dall'avvento della psicologia. Scrivevo:
Amami subito e fanculo le attese
Amami nonostante le disilluse circostanze
e Freud, il viennese.
Si arriva al primo dell'anno stanchi, spenti, fiduciosi nelle persone come una iena lo è che un'altra iena le riservi la parte migliore della carcassa, incazzati poi.
Soprattutto incazzati per il coraggio e il successo che mancano (?) e perché le persone attorno a noi sembrano sempre un po' più felici e i social network straripano di loro foto mentre limonano.
Gli altri limonano su facebook e io credo solo parzialmente alla felicità, dunque non è che mi crei invidia il loro copulare mediatico che sigilla la loro unione e mostra tutti gli itinerari dei loro viaggi di coppia.
No, mi chiedo solo perché non siano un po' più incazzati anche loro.
W. S. Burroughs uno di noi. Più o meno.
martedì 1 gennaio 2013
I buoni propositi del nuovo anno
Realistic goals that you can keep!
1- La dieta detox come Gwyneth Paltrow.
2- Ridipingere le pareti di bianco e glicine
3- tre...
Risolvere certi problemi volgari che ci tormentano da parecchi anni. Nuove prime volte. Signorina Primavolta. Quando uno non fa altro che ascoltare quei tre con le maschere da scheletro ultimamente. La sensazione di essere pronti e ben disposti verso le "prime volte".
Spesso non ho idea di quello che dico o dei gesti che compio, colpa dei nervi. Dico e faccio cose che non penso a causa dei nervi credo. Da quasi qualsiasi punto si guardi la faccenda, neanche a me piace molto.
Non ne posso più di mandare avanti la vecchia baracca, se solo si riuscisse davvero a cambiare, a evitare la Noia, a smettere di essere abitanti del ventesimo secolo. Mi piace la Pulizia, c'è quell'atteggiamento laforguiano di misurare il circondario con dei parametri di Pulizia, oltreché strappare pezzi di tappezzeria da inviare a mia sorella. Spesso la Pulizia è faticosa e si passa per la Sporcizia, ma a tutto c'è un limite, questo è certo, non importa se senza ragioni. C'è un altro atteggiamento, fitzgeraldiano, di preoccuparsi del coraggio. Preoccupati del coraggio (figlia mia), non preoccuparti della public opinion, del past, del future, del growing old. Bold. Mi piacerebbe leggere molta più poesia così da sapere più di quello che so solo vagamente, volgarmente, mi piacerebbe davvero, dio solo sa perché non lo faccio, perché mi perdo. C'è un certo atteggiamento verdenaliano del non avere attitudine verso l'azione e quando comunque ci si prova la si distrugge con l'analisi. L'analisi, un problema volgare che proprio... A quel punto c'è da tornare all'atteggiamento fitzgeraldiano del preoccuparsi oltre che del coraggio che già da solo è una fatica di Ercole da coltivare, anche dell'efficienza. Figlia fortunata. Anno fortunato, il duemila e credici.
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