Lunedì vado a vedere gli Wavves aka. Nathan Williams per lo più e sono contentissima e berrò tantissimo e non vedo l'ora di saltare quando inizierà a cantare "Laaaaugh, I bet you laaaugh, I bet you laugh right behind my back..I'm an idiot!"
Per il momento leggo/studio Robinson Crusoe invece. Ho appena fatto una mega apologia sul valore della cultura e surrogati, non dovrei dirlo, ma dico lo stesso che mi sta annoiando in maniera indicibile, non fosse altro per il fatto che facendo una lettura critica a riguardo, è comparsa mille volte la parola borghese. Per esempio: 'Defoe è sempre molto attento al suo pubblico borghese e di conseguenza quando vuol sottolineare la forma assai composta ed organizzata che il testo scritto deve assumere per acquisire il suo valore di comunicazione e, se stampato, di merce, fa riferimento ad una struttura espressiva come quella del diario, alla quale la pratica religiosa allenava costantemente il puritano e che era uno dei pochi libri ammesso nella sua casa' pfff; 'il tono serio di un esercitazione letteraria su una virtù conosciuta a scuola, il disprezzo dei beni del mondo, messa in bocca al mercante borghese (che ci comunica poi di averlo preso quel denaro), 'la classe borghese e il self-made man'.
Un romanzo che anzichè essere un avventuroso racconto per ragazzi, alla fin fine non fa altro che parlare di predestinazione e del fatto che con sete di denaro si apre la vicenda e con tanto denaro si chiude. Denaro, denaro, denaro e in Inghilterra era stata fondata la Bank of England. Mi spiace ma le mie papille gustative letterarie prediligono altro, i sonetti di Shakespeare, for instance, vanno già meglio.
Comunque gran testone il signor Crusoe, io sarei schiattata dopo un giorno.
I will never die, I'll go surfing in my mind!
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