lunedì 31 maggio 2010

Demone, come cadi bene


La giovinezza, il suo clichè, il fascino. nella bellezza vigorosa dei nostri corpi più o meno immaturi, lì nei nostri sogni e nei nostri desideri che ancora bruciano senza sgualcirsi, nell’illusoria persuasione di avere tempo. poco tempo in noi, tanto davanti a noi. Sta nelle strade che riserviamo di scegliere solo in un tempo indeterminato e intanto ci circondano.
La sua condanna. ritenere fondamentale per la nostra esistenza qualsiasi minuzia, si fa sentire quando qualsiasi scelta potrebbe metterci in croce o, al contrario, condurci alla massima beatitudine e solo dopo ci accorgiamo che non significa niente. Così ogni bisogno di conquista, ogni bisogna di certezza, di possedere. Di possedere un amore, di possedere un futuro, un corpo, un martini senza ghiaccio, l’estasi sublime della gioia del momento, sempre. La condanna di vedere un tramonto seduti su un prato e volere piangere per quanto è bello, perché quello non lo possiamo catturare. L’ansia di leggere un libro, una poesia, delle parole, sì sono solo parole, eppure ci vediamo ritratti noi, ci sentiamo privati di un pezzetto di anima che uno sconosciuto ha saputo racchiudere entro quei confini così precisi e così indefiniti, come un demone entro ogni lettera. Nello stesso tempo.
E come le due dimensioni si intersecano, si rincorrono, si uccidono a vicenda, l’una per sovrastare l’altra, ancora, ancora, ancora, senza appagamento. Desiderando di avere vent’anni per sempre, perché è come se fossimo fatti d’oro, siamo preziosi e questa preziosità ci è cara, non la vorremmo mai sciupare per darla in pasto alla vita reale, per farla stuprare dalla sua prosaicità. Dalla volgarità di questi tempi ingloriosi. Avere vent’anni per sempre, i giorni non passano, fra poco non sarà un anno in più passato a decifrare parole. Solo giorni senza tempo, la ciclicità sapore di tempi antichi e sacrali. Per sempre avere vent’anni e non avere bisogno di dormire,non averne bisogno rigirandosi continuamente tra le coperte sognando quel connubio perfetto composto di melodie senza note. Solo vigorosa bellezza. E asfodeli colorati su di un manto verde, sedersi tra gli asfodeli e ridere di Bartleboom. Essere leggeri.
Catturerai quel grande pesce, arriverà il momento di perderti nel tuo mare.

Ma ora - ora – voglio essere estremamente leggera.
W/Love
Monique

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