giovedì 12 novembre 2009

shook them loose


Ho riaperto una pagina a caso e ho cominciato a leggere. Ogni volta mi piace allo stesso modo, mi rimpiazza Dostoevskij o Kundera quando le mie masturbazioni mentali start to get unbearable. Qui leggo, non c'è un ordine e questo mi conforta. La sera poi. E' bello dedicarsi allo scompenso mentale la sera, perchè tutto ciò che fa paura e risulta normalmente insopportabile in modo quasi volgare, cessa di essere così radicale. Sarà che della fatal quiete tu sei l'immago. Let me sleep please! Let me sleep, move over, you're taking up my rest! Ma non funziona. Ci crederesti, sto scrivendo col pc appoggiato sul cesso perchè internet prende solo qui stanotte.

"Mi dici che non è uno strazio anche se i palchi sono troppo alti, sono edifici antisismici in una bufera e se ti ricordi di me perchè ti fa male la bocca. gli ombrelli sfasciati attiravano la nostra attenzione ma erano invendibili. un detergente intimo per dimenticarti di tutto. Che anche se sei diventata una donna bionica ti si arruginiscono le guance. i rosari attaccati agli specchietti retrovisori non so se funzionano. In poche parole volgari mi capita raramente di pensarti. Chi sarà di noi la memoria dei viaggi in macchina ascoltando Vinicio Capossela. sarai un monumento nelle mie viscere, darò il tuo nome a migliaia di piazze e a milioni di vie.La materia grigia nelle betoniere e misurare col sismografo il rumore di frizione dei nostri cuori che tossiscono, come per attirare l'attenzione. La melodia che hai composto andando via. non moriremo tra le braccia di questa città. Mi hai scritto una cosa stanotte che l'ho letta appena svegliato. Ogni tanto ti piace spedirmi contro i tuoi aerei strappalacrime di carta riciclata. A volte pensi che siamo come quegli animali nei documentari che non capisce mai se si stanno massacrandoo se stanno facendo l'amore."

Questa era la pagina aperta a caso e questa sono io e il mio recente bisogno di profondo sentimentalismo, dai toni fortementi 'hey-sembra-una-cazzo-di-tragedia-di-seneca', l'insatisfaction, che non riesco a spiegare in altro modo se non con la storia del bisogno di uova. L'inizio di 'Lisztomania', sì, sono io.

Let me sleep please!


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