mercoledì 7 settembre 2011

CHE DISGRAZIE L'INGEGNO, VALE A DIRE CHE SPESSO E' MEGLIO ESSERE STUPIDI. SAPESSI CHE NOVITA'!




Che disgrazia l'ingegno è un'opera che mi sta molto a cuore. Mi sta a cuore anche la possibilità che un nome così poco conosciuto come quello di Griboedov, geniale commediografo che abbandonò troppo presto questo infausto mondo, possa essere rispolverato o semplicemente si insinui nelle giovani menti di queste nostre generazioni. Amen.

ATTO IV, scena XIV


[...]
CACKIJ (dopo un pò di silenzio) - Non riesco a tornare in me... scusatemi. Ascolto, ma non comprendo! Come se ancora mi si volesse spiegare ogni cosa... Mi si confondono i pensieri, non so che cosa aspetto (Con calore). Cieco! in chi ho cercato ricompensa a tutte le mie fatiche! Mi sono affrettato!... ho volato... tremato; ecco, pensavo, la felicità s'avvicina! Io mi domando per chi con tanto affetto e umiltà ho sprecato le mie tenere parole! Ma voi... oh, mio Dio!... chi vi siete scelto? Chi mi avete preferito? Perchè m'avete lusingato con la speranza? Perchè non mi avete detto sinceramente, che ve ne ridevate di tutto il nostro passato? Che in voi s'è spenta perfino la memoria di quei nostri sentimenti, di quei moti dei nostri cuori che nè la lontananza nè le distrazioni nè il viaggiare da un luogo all'altro, avevano rapito in me? Io respiravo quei ricordi, vivevo di loro, ne ero posseduto di continuo! .... se mi aveste detto che il mio improvviso arrivo, il mio aspetto, le mie parole, le mie azioni, tutto vi dispiaceva, avrei senz'altro interrotto ogni rapporto e prima di separarmi per sempre da voi non mi sarei dato tanta pena di sapere chi fosse l'uomo del vostro cuore... (Ironicamente). Farete con lui la pace, dopo matura riflessione... Perchè tormentarvi? Pensateci: potete sempre tenervelo, conservarlo nel cotone, mandarlo in giro a fare spese... Un marito-bambino, un marito-servitore, paggio della propria moglie: ecco l'alto ideale di tutti i mariti moscoviti! Basta!... Sono orgoglioso di avere rotto con voi. E voi, signor padre! voi che avete tanta passione per i gradi! Vi auguro di sonnecchiare, felice della vostra ignoranza. Non vi minaccio con domande di matrimonio! Ne troverete un altro di principi intemerati, umile e faccendiere; per dignità degno, insomma, del suo futuro suocero... E così mi sono liberato interamente delle mie ubbie amare: le illusioni sono svanite, e il velo è caduto dai miei occhi! Adesso non sarà gran male che io riversi la mia bile e il mio dispetto sulla figlia, sul padre, sullo stupido innamorato e su tutti! Che inganno! Dove mai mi aveva buttato il destino? Tutti mi danno addosso! Tutti mi maledicono!... Una folla di aguzzini, di traditori in amore, spietati nell'inimicizia, di chiaccheroni impenitenti, di sapientoni sconclusionati, di astuti senza intelligenza, di vecchie del malaugurio, di vegliardi rimbambiti su storielle e assurdità! Tutti ad una voce mi avete proclamato pazzo... Avete ragione: uscirà incolume dal fuoco, chi riesca a passare con voi tutto un giorno, a respirare la vostra stessa aria conservando intatta la ragione!... Via da Mosca! Non vi tornerò mai più... Scappo senza voltarmi indietro, cercherò in tutto il mondo dove sia un cantuccio pel sentimento offeso! La carrozza, la carrozza.

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