"Siamo al crepuscolo della poesia" G. A. Borgese
I
Perchè tu mi dici: poeta?
Io non sono un poeta.
Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.
Vedi: non ho che le lagrime da offrire al Silenzio.
Perchè tu mi dici: poeta?
II
Le mie tristezze sono povere tristezze comuni.
Le mie gioie furono semplici
semplici così, che se io dovessi confessarle a te
[arrossirei.
Oggi io penso a morire.
[...]
IV
Oh, non maravigliarti della mia tristezza!
E non domandarmi;
io non saprei dirti che parole così vane,
Dio mio, così vane,
che mi verrebbe di piangere come se fossi per
[morire.
Le mie lagrime avrebbero l'aria
di sgranare un rosario di tristezza
davanti alla mia anima sette volte dolente
davanti alla mia anima sette volte dolente
ma io non sarei un poeta;
sarei, semplicemente, un dolce e pensoso fanciullo
cui avvenisse di pregare, così, come canta e come
[dorme.
[dorme.
[...]
VII
Io amo la vita semplice delle cose.
Quante passioni vidi sfogliarsi, a poco a poco,
per ogni cosa che se ne andava!
Ma tu non mi comprendi e sorridi.
E pensi che io sia malato.
VIII
Oh, io sono, veramente malato!
E muoio, un poco, ogni giorno
Vedi: come le cose.
Non sono, dunque, un poeta:
io so che per essere detto: poeta, conviene
vivere ben altra vita!
Io non so, Dio mio, che morire.
Amen.
Sergio Corazzini
grazie, amo il giovane Sergio!!!! ma perchè non è intera?
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