Per quanto io realizzi e faccia grandi scoperte. Scivolo lo stesso sulle stesse cazzate, grazie a Dio per lo meno è finita l'estate. Una qualche scrittrice russa, o polacca, mi ricordo solo di un nome dall'alone sovietico, ha scritto e qualcuno l'ha tradotta che WAITING IS EROTIC. Può darsi che waitingiserotic se alla fine dell'attesa succede qualcosa. Del resto, un'attesa di cui si conosce l'oggetto non può in alcun modo essere erotica. E' erotica quando il fine non esce da sé stesso, quando ti si offre nuda e sensuale, distesa tra strazianti lenzuola di seta bianca.
Ho bisogno di questi momenti evidentemente, ho bisogno, e dico bisogno, di loro: mal di testa e ripensamenti a libercoli che incitano gli studenti a sviluppare i loro muscoli per evitare di masturbarsi.
Scrivere è terapeutico, anche se scrivi bugie, perché, quando scrivi, la verità non è più del tutto vera, nuda come l'attesa no di certo. Si veste delle aspettative di coloro a cui getti in pasto le tue parole. Waiting is erotic per ciascuno diventa l'immagine particolare di una sensazione particolare, personale, vera solo in quel particolare perciò non vera. Què és la veritat? stava scritto a Barcellona su quel tempio un po' profano, la Sagrada Familia. Buon Dio, che ne so, se solo si potesse evitare in qualche modo questo buco in cui Satana è sprofondato.
Ma evidentemente ho bisogno anche di questo. Di tutto. Sì, tutto, tutto, tutto.
Di credere negli autori del passato e nella tradizione. Nella tradizione.
Poi che qualcosa accada, perdio! Che qualcosa accada contro questo orrore che mi coglie di poter diventare grassa col tempo, di innamorarmi, di addomesticarmi.
Quest'orrore. Mr. Kurtz is dead.
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