mercoledì 12 agosto 2009

Sono andata in Sardegna. A cercare me stessa, suppongo. Troppo facile salire su un aereo diretto a Machu Picchu o in Tibet e poi sedersi e rimirare la natura e gli infiniti silenzi in un'inenarrabile sinestesia di sensazioni. Troppo facile davvero ricercare il senso primigenio delle cose e dell'esistenza di fronte a un paesaggio che riflette di per se stesso le meraviglie del creato. Per la verità, non avevo neanche i soldi per andare in Perù o in Tibet, la Sardegna tutto sommato era economica. Ed eccomi dunque a rimirare endless chavs, serate in discoteca a ballare-sballare, divertirsi, bere i cocktail a 10 euro e cantare po-po-poker face incitati da un dj che ti dice di battere le mani perchè siamo i numeri uno, uuuuoooh delirio da paura! Mocassini, camicine risvoltate, occhiali glam multi-color, poker face, la Sardegna non fa per me e in questo alla fine ho trovato me stessa comunque e mi sono anche abbronzata, "così-sono-più-carina"! Davvero apprezzabile però la selvaggia natura del luogo, la numerosa presenza di ulivi e tutto il resto, diciamo che sarebbe per me un posto ideale per fare una vacanza stile pensionata, sì, vecchia ventenne in cerca di ispirazione poetica, per il resto sull'idioteque ci siamo intesi!
GOD SAVE THE PUNK

(Con ciò nulla da ridire alle compari di vacanza le quali hanno ad ogni modo reso la permanenza gradevole, tengo a precisarlo!)

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